venerdì 22 Novembre 2024

7 Wonders

7 carte per 7 novelli
Quando si mettono sette giocatori intorno ad un tavolo quello che sta per accadere generalmente può essere divertente, ma difficilmente sarà soddisfacente per i palati più ludicamente sofisticati…

 

 

  • Titolo: 7 Wonders
  • Autore: Antoine Bauza
  • Editore: Repos Production
  • Genere: Gioco di Strategia
  • Numero Giocatori: 3-7
  • Durata: 30m
  • Dipendenza dalla lingua: quasi nulla (nomi delle carte)
  • Illustratore: Miguel Coimbra

Con questa premessa la comprensione delle regole in cinque minuti netti ha il sapore di zuccherino prima della medicina: una plancia per giocatore, tre monete e sette carte; si sceglie una carta, la si gioca pagandone il prezzo, o la si vende per tre monete, o la si pone sotto la propria plancia come elemento della propria meraviglia, poi si passano le altre al giocatore successivo. Tutto qui.
Certo, molti di noi sanno riconoscere un "draft" quando lo vedono, è una meccanica già vista funzionare in giochi come Fairy Tale, e la contemporaneità dell'azione tra tutti i giocatori è un dono che l'autore ha fatto ad editore e giocatori, ma la vera differenza 7 Wonders la fa proprio nell'utilizzo delle carte scelte, che piuttosto che essere una combinazione di colori o valori, si sviluppa in una gestionalità di risorse, costruzioni militari, conoscenza scientifica, economica e culturale.
Ce n'è per stimolare la fantasia da giocatore, senza che questo faccia ritirare i novellini in buon ordine.

Grandi meraviglie, grandi carte, grandi scatole
Nonostante i giochi di carte siano i meno impegnativi per la fase produttiva, negli ultimi anni economia ed ecologia sembrano non essere una priorità per gli editori del genere; in questo senso anche la Repos non ha badato a spese, realizzando una scatola degna del miglior strategico per circa 150 carte e 7 plance. Quasi a giustificare questa scelta, e preso da una sindrome da invidia delle dimensioni, l'editore ha optato per delle carte più grandi dello standard e delle plance decisamente più grandi del necessario. Sebbene ciò renda la gradevole grafica più visibile e faciliti il compito dei giocatori più anziani, genera un paio di difficoltà "accessorie": trovare delle bustine per proteggere le carte è facile come trovare uno sportello libero alla posta, mentre lo spazio necessario sul tavolo per i 7 giocatori diventa qualcosa più che quello necessario per organizzare un pic-nic per lo stesso numero di persone.
Nulla da eccepire sulla qualità dei materiali, i colori netti ed evidenti semplificano grandemente lo scorrere del gioco senza apparire pacchiani o meccanici. Una nota va riservata invece ad un semplice elemento che crea qualche iniziale disguido: le monete, in legno, sono di due tagli, piccoli dischi grigi dal valore unitario e grandi dischi dorati dal valore di tre unità, mentre per istinto il valore conferito a questi ultimi dai giocatori è quello di 5 unità; basta insistere un po' su questo tasto durante la spiegazione delle regole e il gioco è fatto.

  

Guarda a destra, a sinistra, poi attraversa
Come abbiamo detto il gioco si sviluppa nell'utilizzo delle diverse tipologie di carte, con la consapevolezza che qualsiasi strategia si adotti si potrà competere per la vittoria. Infatti si può puntare a sviluppare per intero la propria meraviglia godendo dei suoi benefici, a generare una gran quantità di risorse sottraendole ai vicini e ad essi rivendendole, a imporsi militarmente schiacciando i confinanti era dopo era, ad accumulare denari e sconti per sfruttare le risorse dei territori avversari, a specializzarsi nell'impegno culturale accrescendo la propria gloria, o approfondendo la ricerca scientifica, produttrice di grandi scoperte. Ma non solo, anche una combinazione di queste scelte può rivelarsi valida al conteggio finale, conteggio per il quale sono d'aiuto, nella terza ed ultima era, le carte gilda, votate appunto al solo sviluppo di punti bonus rispetto alle condizioni generatesi sul tavolo al momento della conclusione della partita.
Il vero colpo di coda però Bauza lo dà con un argomento al quale negli ultimi tempi si tende a dare particolare attenzione, causa le varie produzioni che invece di attenzione non gliene dedicano quasi affatto: parliamo di interattività. Questa prende corpo in maniera diretta in tre aspetti di progressiva intensità: innanzi tutto il passaggio delle carte, con il quale si può in una certa misura regolarsi e regolare la strategia rispetto a quanto già giocato dagli avversari, poi con la possibilità di acquisire risorse prodotte dagli altri giocatori a due monete ciascuna, ed infine combattendo sempre più fruttuose campagne contro le civiltà nemiche. Ma in un gioco che occupa fino a sette giocatori sarebbe stato rischioso se non assurdo lasciare una forma d'interattività libera tra i giocatori, così ecco il genio: si mercanteggia e si combatte solo con i propri più diretti vicini, come nei migliori condomìni.
La sensazione è quella di avere quasi tutto sotto controllo, con l'unico imbarazzo dato dalle molte possibilità strategiche offerte dalle carte ricevute.

Se non proprio una meraviglia, certamente una sorpresa
Il fatto che fosse stato erroneamente paragonato a Dominion ha esaltato ancor più le caratteristiche di questo titolo. Personalmente l'attesa creatasi intorno alla sua uscita, in tale ottica, mi appariva decisamente come una sopravvalutazione, ma vedere con quale semplicità 7 Wonders susciti entusiasmo nei nuovi giocatori, e quale sfregamento di mani generi nei giocatori più smaliziati, mi ha dato immediatamente il polso della situazione: battito accellerato.
L'uscire dall'ultima e più sensazionale fiera europea è senza dubbio una spinta non indifferente, soprattutto dopo un periodo di novità non particolarmente coinvolgenti, eppure l'unico rischio che pare correre l'opera di Bauza è quella di venire consumato troppo in fretta, perché un bel gioco che effettivamente si sbriga in 30-40 minuti sarà sicuramente giocato fintanto che non se ne conosca a memoria ogni singola carta. Certo la combinazione di meraviglie distribuite sul tavolo (ognuna delle quali può essere giocata dal lato semplice o da quello complesso), la posizione dei giocatori e la prima mano di carte riescono, almeno per le prime dieci partite, a generare variabili sufficienti a mantenere giovane il gioco, per quanto intensamente sfruttato.
In questo punto sottointendo poi un grandissimo punto di forza di 7 Wonders: una partita per 7 giocatori in 40 minuti. Sì, è vero, ce ne sono altri di giochi con quessta caratteristica, ma quanti ne rigiochereste?

Note
L'espansione speciale offerta alla fiera di Essen dalla Repos è un'ottava meraviglia con tanto di plancia e carta distintiva: il Manneken-Pis, la famosa statua in bronzo del centro storico di Bruxelles, che nel gioco è rappresentata da un'abilità speciale che offre al proprio realizzatore di tutto un po', compresa una freschissima birra dal proprietario del gioco. Non un gran che in termini di gioco, ma di sicuro effetto.

PRO
Semplice, veloce, porta 7 giocatori e concede ampio margine strategico.

CONTRO
Poco pratico nelle dimensioni e con l'aumentare del numero di giocatori aumenta la componente aleatoria.

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