venerdì 22 Novembre 2024

Dominique Metzler – ragione e sentimento di Essen Spiel

La fiera di Essen è un evento di grande successo capace di attirare giocatori di tutto il mondo. E questo è un fatto! Un fatto che viene esplicitato con naturalezza da tutti coloro che sono “nel giro”  quando raccontano ai neofiti le meraviglie della terra teutonica dove “…il gioco da tavolo è praticato da tutti, mica come da noi…”.

Ma in che misura lo stato del mercato è legato al successo dell’evento? Il popolo tedesco considera Essen Spiel come una normale celebrazione del loro hobby preferito o, come capita per molti di noi, come la principale occasione per  mettere le mani sui titoli in anteprima?

In occasione della ventinovesima edizione dello scorso ottobre abbiamo avuto l’occasione di chiaccherare di questi e di altri argomenti con la figura principale dietro l’organizzazione dell’ Internationale Spieltage, la signora Dominique Metzler della Friedhelm Merz Verlag.

GN: Questa edizione dell’”Internationale Spieltage” può essere considerata come l’edizione dei record con i suoi oltre 810 espositori. Possiamo considerare questa forte partecipazione come un termometro dello stato del mercato dei boardgame?

DM: Si, penso di sì. Guardando alle edizioni passate troviamo già dimostrazioni che sono molte le cose che sono cambiate sul mercato internazionale. Se si guarda al passato… per esempio a dieci anni fa, non avevamo proposte di titoli in edizione coreana, mentre ora ci sono. E non avevamo edizioni di tanti altri paesi.

Oggi abbiamo segnali dai vari mercati che Polonia, Romania, Bulgaria e tanti altri paesi dell'est Europa stanno cominciando a diffondere il gioco da tavolo. Tutt’a un tratto abbiamo avuto oltre trenta espositori provenienti dall'est Europa, a differenza dello scorso anno in cui erano una decina. Questo è un salto notevole che segnala che qualcosa ha cominciato a girare. Inizialmente era la Germania a esportare giochi in questi paesi e tutto d'un tratto nell'est Europa sono cominciati ad apparire publisher di giochi autoctoni.

Osservando la fiera Essen Spiel, possiamo notare come il mondo stia, sempre più di anno in anno, acquisendo l’abitudine a giocare.

GN: Rispetto a questa crescita, che segnali ha ricevuto dal mercato italiano? La tendenza trova riscontro anche nella presenza degli espositori italiani.

DM: Sarebbe una storia un po' complessa e lunga. Se consideriamo la fiera in quanto tale, posso dire che fino a qualche anno fa avevamo più di uno o due espositori italiani. Ora non riesco nemmeno a contarli e formano un gruppo molto grande e compatto. Non ho un’esatta idea a proposito della loro influenza sul mercato tedesco. Per questo dovreste chiedere direttamente a loro, dato che io non l'ho mai fatto! Sicuramente hanno un grosso successo qui in fiera, ma per la restante parte dell'anno non saprei dirvi.

GN:  Qual è secondo lei la ricetta del successo del gioco da tavolo in Germania che consiglierebbe di seguire anche a noi italiani?

DM: Se mi fate una domanda del genere vuol dire che non conoscete la storia di questa manifestazione. Quest'anno stiamo assistendo alla 29sima edizione di questo show. All'inizio, quando partimmo, non avevamo nemmeno l'intento di far nascere una manifestazione, e sicuramente non l'avevamo pianificato.

Il tutto è nato quando, gestendo una rivista sui giochi da tavolo, ci venne l'idea di chiedere ai nostri lettori se, nel caso gli fosse stata data l'opportunità, avrebbero voluto giocare tra loro durante un fine settimana. Ricevemmo un bel po' di risposte affermative. Inizialmente ci aspettavamo che non più di trecento persone avrebbero risposto all'appello; a rispondere furono invece in mille, dichiarando tutti di essere interessati all’idea di un weekend di gioco. In quel periodo mio padre lavorava per il governo e, grazie ad alcune sue conoscenze, siamo entrati in contatto con il sindaco della città di Essen, cui chiedemmo una struttura per ospitare queste persone. La verità è che non avevamo soldi per permetterci nulla, quindi il sindaco ci disse "Ok, non c'è problema, c'è una scuola a Essen e voi potete usare quella". Casualmente una delle persone che intendevano partecipare a quella che sarebbe poi diventata la prima edizione di “Essen Spiel” era un giornalista radiofonico che sparse un po' la voce in giro.
Il giorno dell'evento si presentarono più di cinquemila persone. L'anno successivo organizzammo l'evento in due scuole: vennero quindicimila persone. A quel punto il sindaco ci disse "Perfetto, purtroppo non abbiamo strutture pubbliche per ospitare così tante persone, quindi dovete spostarvi per forza presso la fiera di Essen". All'epoca non c'era nessuno che ci pagava e abbiamo dovuto finanziarci tutto da soli. Da quel momento la fiera è durata per quasi trent'anni, un periodo lunghissimo.

Anche il mercato crebbe di conseguenza. All'inizio, nelle prime edizioni, editori come Hans Im Gluck esordivano in fiera con un solo gioco, e quel singolo gioco vendeva bene! Questi risultati spinsero questi editori a diventare produttori di giochi a pieno regime! E in quella fase, la fiera di Essen rappresentava l'unico evento in cui vendere i propri giochi. All'epoca non c'era internet e non c'erano molti modi di farsi pubblicità. Grazie a Essen Spiel l'intera industria crebbe. Quando incominciammo c'erano solo 11 aziende in Germania che producevano giochi, come Hasbro e pochi altri. Niente di più.
 Tutto il mercato è cresciuto grazie a questo show. Grazie a tutto questo abbiamo capito che alle persone piace giocare, a partire da quel primo anno in cui vennero più di 5000 persone a cui nessuno aveva chiesto niente. Le persone chiedevano giochi e le compagnie hanno cominciato a crescere, inizialmente come piccole imprese per poi diventando i grandi colossi che sono ora.

Un sacco di persone mi hanno chiesto se fossi disposta a organizzare qualcosa come Essen Spiel in altri posti, come ad esempio l'Italia. Io non penso sia possibile e comunque non ne sarei in grado. Per fare una cosa del genere è necessario conoscere a fondo la mentalità e i comportamenti della gente del paese dove si svolge l’evento. E questo vale anche per altri paesi, come Stati Uniti o altri ancora, dove la mentalità delle persone è diversa dalla nostra. Questo è ciò che spiegavo venti anni fa e non credo che oggi le cose siano cambiate poi tanto. In alternativa si dovrebbe intervenire sulle abitudini delle persone di questi paesi, ma ci vorrebbe moltissimo tempo, parliamo di anni! Molti mi hanno chiesto di fare questo tipo di show in Australia, Giappone, Corea… Ma per organizzare qualcosa di simile devi essere del luogo e devi sapere come le persone ragionano. Essen Spiel è cresciuta molto grazie a questo fattore, ed è ora un pilastro fondamentale per l'industria di questo paese.

Questa fiera è il risultato di un duro lavoro. E’ vero che la Germania è un paese grande con una popolazione più numerosa di altri, ma non è per questo che abbiamo cosi tante presenze. E  spesso le persone all'estero pensano che tutti i tedeschi giochino ai giochi da tavolo: è una balla clamorosa! Probabilmente abbiamo una maggior cultura del gioco, ma non è questo il motivo del nostro successo. E quelli che dicono che Essen Spiel ha successo perché tutti i tedeschi giocano stanno dicendo stupidaggini.

GN: Abbiamo un evento in Italia che fa numeri simili a quelli di Essen Spiel. Conosce Lucca Comics & Games?

DM: Di fama. Mi ci invitano ogni volta ed io purtroppo non posso mai andarci, sempre per mancanza di tempo. Quindi non ci sono mai stata, ma ne ho letto molto.

GN: Quali sono I giochi che ritiene piu`interesanti di questa edizione di Essen Spiel?

DM: Dei giochi di quest'anno? Non è ho la più pallida idea.

(Ride)

No, cioè, è facile da comprendere. Io sto dietro all'organizzazione di quest'evento e questo assorbe quasi tutto il mio tempo. Non riesco a provare nessuno dei giochi presentati. Ci occupiamo di tutte le faccende riguardanti la stampa. Gestiamo tutti gli espositori. Detto questo non ho tempo per nient’altro. Però quello che di sicuro abbiamo, qui, è un sacco di gente che, a differenza di me, viene da tutto il mondo per soddisfare il proprio hobby: quello di giocare! I giochi strategici e quelli più complessi vengono sicuramente giocati molto durante i primi giorni della fiera, come il giovedì e il venerdì. Durante il fine settimana le cose cambiano parecchio. Il fine settimana arrivano anche le famiglie, che non ne vogliono sapere niente dei giochi lunghi e macchinosi. Vogliono roba semplice da poter giocare tra di loro, in famiglia.

GN: In percentuale come dividerebbe la partecipazione del pubblico Tedesco e di quello internazionale alla fiera ?

DM: Non so rispondere nemmeno a questo. Sicuramente se si gira per gli stand si sentono tante lingue e si incontra gente di tutto il mondo. Ma per quanto riguarda le cifre esatte non ne ho idea. Non abbiamo mai raccolto dati statistici a riguardo. Una certezza però che questa fiera sia estremamente visibile a livello mondiale è data dal fatto che guardando sui siti internet specializzati come BoardGameGeek si legge spessissimo di persone che si organizzano tra di loro online per venire alla fiera da tutte le parti del mondo. Questo, se di sicuro ci da la dimensione dell'internazionalizzazione dei partecipanti, non ci dà sicuramente numeri precisi.

GN: Il prossimo anno questo evento compie trenta anni. Che cosa possiamo anticipare ai nostri lettori su quello che state preparando ?

DM: Nemmeno a questa domanda posso rispondere dettagliatamente. Attualmente abbiamo ancora molto da fare su questa edizione e non abbiamo il tempo per occuparci dei preparativi del prossimo anno. Al massimo possiamo fare qualche chiacchierata con gli espositori, ma niente ancora di realmente concreto o formale. Il tutto sarà pianificato solo a Febbraio, dove parlerò e mi metterò d'accordo con i vari espositori per la preparazione della prossima edizione. Per ora sappiamo solo il modo in cui approcceremo all'organizzazione della nuova edizione, ma non abbiamo ancora garanzie su cosa ne verrà fuori esattamente. Sicuramente sarà una cosa in grande proprio perché sarà il 30simo anniversario, ma non sappiamo come lo sarà.
Una cosa è però sicura: non stravolgeremo l’evento più di tanto. Certo, siamo felici di essere giunti alla trentesima edizione ma preferiamo fare un passo alla volta. Quindici anni fa non avrei mai detto che saremmo arrivati a essere un evento così internazionale. Preferiamo quindi continuare in questo modo, un passo alla volta, senza pensare troppo in là nel futuro.
Ci sono molti eventi organizzati di punto in bianco e che si autodefiniscono come "la più grande fiera X di sempre". Questo tipo di organizzazione è sempre destinata a fallire! Io cerco di trattare ogni edizione con la stessa cura con cui ho trattato quelle precedenti. Cerco di dare la stessa attenzione sia ai piccoli che grandi espositori. Se una persona ha un problema viene da me. Se un espositore ha un problema viene da me. Se un giornalista ha un problema viene da me. Se queste singole cose si danno da gestire a un gruppo di persone inadatto, il progetto d’insieme è destinato a fallire. Noi siamo cresciuti come fiera in un lasso di tempo molto lungo, che ci ha permesso di guadagnare molta esperienza a piccoli passi.

Quando questo progetto è cominciato avevo solo venti anni, ora ne ho cinquanta. A partire da un certo punto della mia vita, questa manifestazione, è diventata una cosa molto personale a cui io tengo molto. Inoltre per garantire che tutto funzioni al meglio bisogna essere sempre molto neutrali. Grazie al cielo io gioco molto poco e questo mi permette, tra le varie cose, di essere imparziale con quello che viene presentato alla fiera. Io non sono una giocatrice. Questo è un bene per lo show giacché non permette di privilegiare involontariamente questo o quell’espositore a seconda di preferenze e gusti personali.

GN: E’ questa la ricetta segreta del vostro successo ?

DM: Si, sicuramente è la neutralità. Chiariamo, amo molto i giochi e le persone che ci lavorano, ma comunque questo è prima di tutto un lavoro. Probabilmente dovrei anche fare qualche fiera con prodotti diversi e in contesti differenti, perché anche se in tutto questo c'è del sentimento, è pur sempre prima di tutto un lavoro!

Ringraziamo ancora Dominique Metzler per la disponibilità e il tempo che ci ha concesso, con la promessa di reincontrarci alla prossima edizione di Essen Spiel.
Vi ricordiamo che se volete sapere come hanno vissuto gli operatori Italiani questo importante evento, potete ascoltare le loro opinioni dalla loro viva voce in questa raccolta di interviste.

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