domenica 24 Novembre 2024

Spiel des Jahres – I 25 anni del concorso di Hippodice Spieleclub

Gli articoli che stanno comparendo nella rubrica Spielraum spaziano su molti argomenti, a volte più orientati alla cultura ludica in generale che alle dinamiche dello Spiel Des Jahres. Questa volta abbiamo deciso di proporvi questo pezzo di Wieland Herold che evidenzia come il comitato dello SdJ abbia sempre tenuto da conto e sostenuto quelle realtà che contribuiscono alla creazione di titoli più che validi (che finivano spesso per diventare proprio candidati e vincitori dello SdJ!).
In particolare in questa occasione si parla del concorso Hippodice Spieleclub, una delle prime competizioni per autori di giochi che negli anni è divenuta il punto di riferimento per gli editori alla ricerca dei nuovi giochi vincenti…

25 anni del concorso per autori dell'Hippodice Spieleclub
di Wieland Herold

La quarta edizione (1992), nella quale quasi tutti i redattori lottavano per accaparrarsi il gioco vincitore, è diventata leggendaria nei ricordi dei partecipanti. Nei primi anni del concorso gli autori partecipanti alla fase finale venivano invitati alla premiazione a Bochum, così che le trattative per la firma del contratto con un eventuale editore interessato potessero essere condotte sul posto. Attorno a Reinhard Herbert, autore del gioco vincitore “Burgen am Rhein” (I castelli del Reno, N.d.T.) giravano i rappresentati di Ravensburger, Kosmos, F.X.Schmid e Jumbo e tutti quanti avevano puntato il suo gioco. Alla fine se lo aggiudicò Ben Leijten della Jumbo, che lo pubblicò con successo nel 1993 col titolo di “Rheingold” (oro del Reno, N.d.T.) e il gioco trovò subito posto anche nella lista dei giochi consigliati dalla giuria dello Spiel des Jahres.

I membri dell'associazione Hippodice Spieleclub si sono occupati di circa 3000 proposte di idee di gioco negli ultimi 25 anni. Dopo una prima scrematura, circa un terzo di queste sono state sottoposte anche a numerose sessioni di playtest: migliaia di ore di gioco che i membri dell'associazione nei mesi tra novembre e febbraio hanno dedicato esclusivamente ai prototipi, anziché giocare le novità di Essen e Norimberga.  Tutto questo può sembrare solo una gran fatica per gli associati, ma in realtà c’è anche tanto divertimento , perché la selezione di giochi che ogni anno a marzo viene proposta ad una giuria di redattori delle principali case editrice tedesche è veramente di classe: dei circa 250 giochi che sono arrivati alla fase finale, più o meno il 30% è stato poi pubblicato.

Matthias Karl della Schmidt Spiele, per la prima volta presente quest'anno, è entusiasta di come è strutturato il concorso: “Qui ci viene offerta solamente qualità. Il solo fatto che l'associazione risparmi ai redattori la fatica della preselezione è grandioso”. Stefan Brück, che partecipa dal 1990, è convinto del concetto che sta alle spalle del concorso. Per lui significa “divertimento, intrattenimento, colloqui coi colleghi e un concentrato di informazioni”, per avere le quali avrebbe altrimenti avuto bisogno di parecchio più tempo.

Nella presenza di molti partecipanti si possono leggere le storie delle case editrici degli ultimi 25 anni, nonché la scomparsa di editori che negli anni 70 e 80 hanno segnato la storia del gioco.  Stefan Brück nei suoi 24 anni di partecipazione ha lavorato per ben tre editori: Schmidt Spiele, F.X. Schmid e Ravensburger / Alea. Joe Nikisch, presente dal 1989, oltre ad Abacus Spiele ha rappresentato anche Hexagames, Amigo e Goldsieber. Reiner Müller nei primi anni non lavorava solo per Kosmos, ma anche per Parker. Nelle prime edizioni erano presenti anche giurati di editori ormai dimenticati, come  Fagus, Sala-Spiele, Blatz e White Wind.

Il concorso era inteso sin dall'inizio come trampolino di lancio di giovani autori sconosciuti. Oggi sfogliare le liste dei vincitori è un po' come leggere un “Chi è chi?” del panorama autoriale tedesco. Con tanti riconoscimenti e successive pubblicazioni, vi si trovano Inka e Markus Brand, Günter Burkhardt, Wolfgang Dirscherl, Stefan Dorra, Ralf zur Linde, Doris Matthäus e Frank Nestel, Thomas Odenhoven, Michael Rieneck, Uwe Rosenberg, Michael Schacht, Martin Schlegel e Andreas Steding.

Victor Schulz, in giuria dal 2013 per conto di eggertspiele, guarda al concorso dell'Hippodice sia dal punto di vista dell'autore che da quello del redattore: “Devo molto a questo concorso. Nel 2004 ho partecipato come autore per la prima volta e ho trovato così la mia porta al mondo del gioco”. Con il suo prototipo “Mission” Schulz raggiunse di slancio la fase finale e più tardi poté godere della pubblicazione per conto di Phalanx Games con il titolo di “Zeitalter der Entdeckungen” (Age of Discovery). In qualità di redattore è stato perciò per lui particolarmente emozionante vedere “cosa succede dietro le quinte”. Tanto più che nel frattempo lavora per una casa editrice, che può già vantare due pubblicazioni di giochi partecipanti al concorso (e presto saranno tre).
Peter Gehrmann, membro della prima ora del club Hippodice, ha ideato il concorso e negli anni '90 era responsabile per l'organizzazione, spesso con una doppia funzione, visto che dal 1992 ha preso parte anche come redattore. Il concetto dell'evento di due giorni era chiaro sin dall'inizio. I membri del club presentavano ai redattori i giochi finalisti. Nessuno doveva  impazzire a consultare i tanti regolamenti, tutti potevano godersi la presentazione delle buone idee già filtrate e la compagnia dei colleghi editori.
I primi quattro classificati della prima edizione del 1989 sono stati tutti quanti pubblicati. Il titolo vincitore, “Coconuts” di  Franz-Josef Lammingers è uscito nel 1991 per F.X. Schmid. “Wege” di Edith Schlichting è uscito prima come autoproduzione dell'autrice amburghese e poi nel 1996 per Amigo. Simile il destino di “Donky” di Doris Matthäus und Frank Nestel, prima autoprodotto come “Eselrennen” e poi pubblicato nel 1991 da F.X: Schmid come “Bunny Zick-Zack”. Meno zigzagante invece la strada dell'altro gioco di  Matthäus e Frank Nestel, “Dicke Kartoffeln”, che si era classificato quarto e fu subito pubblicato da Abacus Spiele. Ancora maggiore il successo di un altro partecipante,  Herbert Schützdeller, il cui Dixieland fu edito da ASS nel 1990 come “New Orleans Big Band” e finì sulla lista dei giochi consigliati dalla giuria dello Spiel des Jahres.

Con “Campanile” (1996) di Hanno e Wilfried Kuhn e “Rumis” (2003) di Stefan Kögl altri due giochi usciti dal concorso Hippodice meritarono una raccomandazione da parte della giuria dello Spiel des Jahres. Nel 1997 Werner Hodel riuscì addirittura a conquistare il massimo riconoscimento quando il suo “Mississippi Queen”, il cui prototipo “Rafting” si era classificato al terzo posto del concorso Hippodice due anni prima, vinse lo Spiel des Jahres.

La giuria dello Spiel des Jahres considerava le attività di volontariato dell'Hippodice Spieleclub meritevoli di supporto già negli anni '90. Già molto prima dell'introduzione del programma di promozione (lo Spiel des Jahres porta avanti un programma di promozione di attività legate al mondo del gioco, N.d.T.) il club di Bochum è stato uno dei primi fruitori delle misure di sostegno dell'associazione “Spiel des Jahres”.

Negli scorsi 25 anni ci sono naturalmente stati anche dei cambiamenti. La fama internazionale del più efficace, benché non più vecchio, concorso per autori al mondo ha fatto sì che la premiazione a Bochum nel giorno della scelta del vincitore dovesse essere accantonata. Altrimenti nel 2005 avrebbero dovuto essere presenti il vincitore giapponese, il secondo classificato inglese e il terzo canadese. La soluzione stabile trovata qualche anno fa è quella di consegnare il premio successivamente durante l'incontro degli autori di giochi a Gottinga.

Il “Premio Speciale Design” per il gioco con il miglior profilo artistico è scomparso, vittima delle possibilità grafiche offerte dai computer: parecchi giochi finalisti sembrano voler far risparmiare agli editori i costi di sviluppo per la grafica. Prototipi “carta e matita” sono ormai un'eccezione, ma questo non significa che non possano aver successo. Thomas Odenhoven nel 2006 ha presentato un gioco del genere, con un tabellone veramente scarno di illustrazioni. Poco gradevole per la vista, ma ciò non ha trattenuto la giuria dall'assegnare al suo “East Indian Railway” il primo premio. Successivamente il gioco è stato pubblicato con il titolo di “Portobello Market”. Quanto la stessa idea, nelle mani di un grafico professionista, possa essere valorizzata dal punto di vista visivo lo ha mostrato la realizzazione a cura di Michael Menzel.
Per un premio speciale che se ne è andato, altri ne sono venuti: da sette anni esiste il “Premio speciale per il miglior gioco riempiserata”. Inoltre, con frequenza irregolare, vengono assegnati il “Premio speciale per il miglior gioco per due” ed il “Premio speciale gioco per bambini”. Questi premio vengono assegnati esclusivamente dai membri dell'associazione. Tra i vincitori ricordiamo "Edo“ di Stefan e Louis Malz e "Ruhrschifffahrt“ di Thomas Spitzer.

Frank Deutschendorf, presidente dell'Hippodice Spieleclube, è fiero di quello che sono riusciti a fare: “Il top sinora è stato il giubileo per i 20 anni. Da allora il concorso è andato avanti con egual successo. Siamo più presenti di cinque anni fa, ci mostriamo agli autori non solo a Gottinga, ma anche al raduno di autori di giochi di Haar.” Anche l'attenzione è aumentata e gli autori tengono in particolare conto i report dei playtest indipendenti dei membri dell'associazione. I report di feedback sono uno dei più importanti servizi offerti dall'associazione.

Il redattore Viktor Schulz considera come principale elemento di successo del concorso la sua bassa soglia di accesso: “Chi non osa proporsi ad un editore o contattare un redattore, può trovare qui la sua strada”. Anche Karsten Höser, da molti anni organizzatore capo del concorso, sottolinea l'importanza di riunire autori ed editori. I regolari successi e l'arrivo di nuovi autori dimostrano la stabilità dell'idea alla base del concorso. Inoltre quello che funziona sempre meglio è il legame con grandi e piccoli raduni di autori.
Walter Scholz (Zoch Spiele) augura agli organizzatori “forza, impegno e l'arrivo di tante buone idee” per i prossimi 25 anni. Rivolto agli autori spera che “molti trovino la via che porta a questo concorso”. Lui per primo li spingerà in questa direzione nelle manifestazioni come quelle di Gottinga o Haar e farà un grosso “in bocca al lupo” a tutti i partecipanti. Idem Matthias Wagner di Abacusspiele, che da tre anni partecipa al concorso come giurato. Wagner consiglia all'Hippodice Spieleclub un'ancora maggior presenza nei nuovi media per aumentare il livello di notorietà del concorso.
Anche Frank Deutschendorf si augura un'ancora maggiore attenzione, in particolare dai partecipanti dell'Europa orientale. “Al di là di questo le buone idee non sembrano mancare, quindi il futuro del concorso è assicurato.” Da un punto di vista organizzativo il tutto deve comunque rimanere sostenibile per i circa 50 membri dell'associazione. Ferma restando la disponibilità dell'associazione, il concorso continuerà anche nei prossimi anni, come forma di volontariato e interamente al servizio degli autori di giochi.

(Articolo originale – traduzione a cura di Fabrizio Paoli)

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