lunedì 25 Novembre 2024

Spiel de Jahres 2014 – il premio tedesco che appassiona tutto il mondo

Da parecchi anni a questa parte (potremmo dire da quando esiste internet!) all’annuncio dei vincitori dello Spiel Des Jahres seguono immediatamente centinaia di commenti indignati sul perché abbia vinto quel gioco e non quell’altro, realmente meritevole di questo ambito titolo. È un dibattito che si accende subito su scala globale poiché non c’è paese ludicamente evoluto dove non se ne discuta. Eppure stiamo parlando di un premio pensato dagli operatori del settore tedesco e, soprattutto, rivolto al pubblico tedesco! O forse no?…

È interessante notare come tutti i nominati delle due categorie premiate lo scorso lunedì possano già vantare parecchie localizzazioni in varie parti del mondo. Addirittura cinque giochi su sei (tre per lo Spiel des Jahres e due per il Kennerspiel) sono stati pubblicati in italiano o sono in procinto di esserlo a breve! In pratica, se negli anni passati l’assegnazione dello SdJ diventava un ulteriore argomento nella trattativa di vendita di un gioco a un partner internazionale, adesso la situazione più comune è quella di condividere la vittoria tra tutti gli editori che hanno distribuito il gioco nella propria nazione. Insomma, quest’anno il pubblico extra-germanico ha seguito e tifato per il proprio campione con cognizione, a differenza delle scorse edizioni in cui ben poco si sapeva di Qwixx, Eselsbrücke, Qwirkle e via dicendo…
Sempre guardando il premio in ottica globale, constatiamo che dal 2008 che non vinceva un designer tedesco, mentre quest’anno il Camel Up di Steffen Bogen è riuscito a spuntarla su ben due contendenti d’origine francese. I cugini d’oltralpe erano agguerritissimi e convinti di portare a casa il pedone rosso, al punto che per seguire la loro avventura s’era schierata la nutrita redazione di Tric Trac, il principale web magazine francese, che ha raccontato in live-blogging l’evento della premiazione per condividere con i suoi lettori la trepidante attesa… fino al (per loro) deludente annuncio del vincitore. Chi non ha partecipato dal vivo alla cerimonia in quel di Berlino ha potuto quindi seguirla in diretta video streaming, come del resto abbiamo fatto anche noi, contando più di 1600 utenti connessi nella fase finale, in cui veniva proclamato il gioco dell’anno. Non abbiamo dati geolocalizzati, ma dai commenti che apparivano su twitter e facebook con l’hashtag #sdj14 ci sentiamo di poter affermare che buona parte di questi non erano tedeschi. E la notizia che riportava i nomi dei due vincitori è stata pubblicata praticamente su tutti i siti di informazione ludica del mondo nel giro di pochi minuti dalla pubblicazione del comunicato stampa.

Insomma, non possiamo definirlo l’evento mediatico dell’anno (tra l’altro, non c’erano neanche le istituzioni tedesche, al contrario di quanto accaduto a maggio durante la premiazione del videogioco dell’anno in Germania) ma effettivamente per il mondo del boardgame questo SdJ si sta configurando come l’equivalente della notte degli oscar per il cinema! Sarà interessante vedere ora se e come i due editori nostrani che si sono accaparrati i vincitori sfrutteranno il marchio del pedone rosso nei confronti del pubblico italiano.
E andiamo quindi a parlare dei vincitori!

La categoria Kennerspiel, quella dei giochi per esperti, è forse più pensata per lodare il buon lavoro degli operatori che per dare suggerimenti al pubblico, in quanto il pubblico dei gamer è già parecchio autonomo nelle sue scelte e abbastanza fanatico da essersi procurato il gioco al momento della sua uscita o poco dopo. La stessa eggertspiele ci raccontò come il conseguimento del Kennerspiel per Village nel 2012, più che per un incremento della nuova tiratura tedesca andava sfruttato come un ottimo biglietto da visita per le molteplici localizzazioni che ne sarebbero seguite.
I “giochi per intenditori” di quest’anno erano Concordia, Istanbul e Rokoko. Decisamente una bella sfida a parere di chi scrive: tre bei titoli, neanche troppo complessi a dire il vero, e tutti e tre molto curati anche dal punto di vista dell’estetica e della qualità dei componenti. Ma soprattutto tutti e tre assolutamente fedeli al modello “german” ben noto agli appassionati, il che rendeva veramente difficile formulare previsioni. Nelle motivazioni che hanno accompagnato la vittoria di Istanbul, di Rüdiger Dorn,  troviamo gli  elogi alla funzionalità del sistema di gioco, all’ottima simulazione del trambusto che si vive in un mercato affollato e alla giusta tensione offerta durante tutta la partita tramite la corsa tra un quartiere e l’altro. Sono effettivamente elementi che abbiamo riscontrato anche noi durante la nostra prova su strada di Istanbul, ci sentiamo di aggiungere il fatto che tra tutti i candidati è quello che offre l’esperienza di gioco più rapida: una partita non arriva mai a durare neanche un’ora.

Per la categoria principale, quella rivolta alle famiglie, tra Splendor, Concept e Camel Up a trionfare è stata la simpatica corsa di cammelli di Steffen Bogen. Qui i titoli in lizza erano decisamente diversi tra loro: Splendor  è un veloce gioco di carte, molto intuitivo e decisamente stimolante grazie al meccanismo della “prenotazione”, Concept è invece un party game dove bisogna far indovinare delle parole senza parlare ma sfruttando i pittogrammi sul tabellone e i cubetti di legno, infine Camel Up è un gioco di scommesse su una corsa di cammelli dove ovviamente si ha modo di influire, sebbene i simpatici mammiferi del deserto non si facciano problemi a salire uno in groppa all’altro (complice la forma dei segnalini in legno appositamente pensata per l’incastro tra zampe e gobbe).
Anche per Camel Up, tra le motivazioni si legge l’ottima resa dell’atmosfera della corsa e dell’eccitazione per le continue scommesse, ma il ruolo fondamentale l’ha giocato la realizzazione dei componenti: il tabellone, la piramide al centro dove porre i dadi e i cammelli a incastro lo rendono sicuramente il più bello (da un punto di vista estetico) tra i tre candidati. Quando lo abbiamo visto per la prima volta a Norimberga, lo scorso febbraio, ci è subito sembrato un titolo meritevole di interesse, e anche noi siamo rimasti colpiti dalla sua originale componentistica, sebbene risultasse chiaro che la eggertspiel non intendeva puntare solo su quest’aspetto, visto che anche il sistema di gioco di Camel Up si è subito dimostrato valido e fruibile da qualsiasi target.

In definitiva, anche se potremmo sembrare controcorrente, ci sembra che i due vincitori si siano più che meritati il premio assegnato. Ci è difficile invece esprimere un’opinione su Geister, Geister! Schatzsuchmeister! , vincitore della categoria per bambini che, purtroppo, è disponibile solo in terra d’origine.
Discutibili opinioni emerse in rete sostengono che la scelta di due autori tedeschi sarebbe scaturita da un sentimento di orgoglio nazionale, rinfocolato dalla recente vittoria della Germania ai campionati mondiali di calcio. Lo crediamo poco probabile, ma è innegabile che in qualche modo la partita avrà influito sul ritmo di lavoro dei giurati (alle 18 di domenica il giurato Guido Heinecke segnalava sconsolato su twitter le fumate bianche!).

I nostri complimenti quindi ai vincitori, Camel Up e Istanbul, ai rispettivi designer Rüdiger Dorn e Steffen Bogen . E un elogio speciale va a Pegasus Sphttp://www.pegasus.de/iele, che ha fatto doppiamente centro: nel caso di Istanbul è il principale editore del gioco, mentre per Camel Up ne è co-editore, assieme a eggertspiele.
E un grazie agli editori nostrani che hanno avuto l’occhio lungo nelle “campagna acquisti” di inizio anno: Istanbul è già disponibile in Italia grazie ad Asterion Press, mentre l’edizione italiana di Camel Up è in arrivo per il prossimo agosto per merito di Uplay.it Edizioni.

E ora, occhi puntanti sul Gioco dell’Anno italiano! La giuria, alacremente impegnata nel valutare i tanti titoli in lizza, avrà la sua prima scadenza per fine settembre, con l’annuncio delle nomination!

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