sabato 23 Novembre 2024

Bomarzo – mostri da venerare per la gloria del feudo

Avrete sicuramente sentito parlare del famoso Parco dei mostri di Bomarzo, dove in un’area nella provincia di Viterbo, fu realizzato un ampio giardino commissionato da Pier Francesco Orsini, progettato da Pirro Ligorio e arricchito da una serie di opere scultoree tra l’onirico e il grottesco, realizzate da Simone Moschino.
Di proprietà della famiglia Orsini c’era anche tutta la zona circostante che sostanzialmente era costituita dai 4 piccoli feudi di Castelvecchio, Montenero, Collepiccolo e Mompeo.
Questo è quanto basta sapere per immergersi all’interno di Bomarzo, il titolo di Stefano Castelli (vecchia conoscenza di queste pagine virtuali) che, ancora per una manciata di ore, Giochix sta finanziando con successo sulla propria pagina di crowdfunding.
Grazie all’editore, siamo riusciti a giocare qualche partita in anteprima in una serata dedicata al gioco, e quindi in questo articolo potrete sbirciare in anticipo ciò che vi aspetterà non appena il titolo arriverà in distribuzione.

In Bomarzo, da 2 a 4 giocatori prenderanno le mosse di uno dei 4 feudatari devoti alla famiglia degli Orsini, con l’obiettivo di emergere nei confronti degli altri e di guadagnarsi la stima di Pier Francesco. Per fare ciò, dovranno adeguatamente sfruttare le proprie risorse per guadagnarsi i favori delle divinità di Bomarzo e diventare alfine  il feudo più grande e importante.

All’inizio della partita, a ogni giocatore viene consegnata una plancia dove posizionerà adeguatamente i propri indicatori all’inizio dei tracciati delle rendite, delle azioni e delle carte. Inoltre godrà subito di tre avanzamenti gratuiti sugli stessi. Ognuno partirà poi con 2 risorse (una moneta e un cibo) e con 3 pedine azione. In una partita a  4 giocatori, le pedine azione iniziali saranno 2 e in aggiunta, l’ultimo di turno otterrà una moneta extra. Prima di iniziare, a ognuno sarà distribuita da subito una carta sviluppo a scelta tra 5.
Al centro è posizionato il tabellone contornato dalle carte divinità, disposte in ordine casuale.
Il tabellone, oltre a fornire la funzione di segna turno, riporta i tracciati delle conoscenze (ce ne sono 3), su questi avanzeranno le nostre pedine durante la sfida, cercando di ottenere le prime posizioni poiché, come vedremo più avanti, da queste dipenderanno i nostri punteggi di fine partita.

Il turno di gioco consiste in 3 fasi: produzione, azioni e aggiornamento. Vediamole nel dettaglio. Nella fase di produzione ogni giocatore guadagna risorse a seconda degli avanzamenti che ha ottenuto sulla propria plancia. Oltre a quelle già citate è presente anche il vino di cui parleremo più avanti. Inoltre, sempre in questa fase, si possono ottenere carte aggiuntive.
La fase delle azioni è il vero cuore del gioco: all’interno di questa, ogni presente al tavolo sceglie a turno un’azione da compiere. Le azioni fondamentalmente hanno due generi di effetti: quelle sul tabellone sono gratuite e fanno ottenere risorse, mentre quelle sulle carte divinità permettono di godere dei rispettivi favori, ma vanno “pagate” depositandovi sopra un’adeguata combinazione di risorse. Ogni azione può essere scelta da più giocatori, ma non più volte dallo stesso, tuttavia quelle sul tabellone faranno ottenere sempre meno risorse a seconda di quanti l’hanno scelta precedentemente,  quelle sulle divinità costeranno invece sempre di più. Ad esempio, il primo giocatore che sceglie di ottenere cibo, ne guadagnerà 3 unità, mentre il secondo 2 e così via. Invece, se il primo giocatore spende 2 monete come tributo per godere dei favori della divinità drago, il secondo che lo dovesse scegliere dovrebbe elargire le due monete e una qualsiasi risorsa aggiuntiva per potersene servire.

E’ bene ricordare che, immediatamente dopo un’azione regolare, un qualsiasi altro giocatore può copiarla scartando 2 vini (precedentemente accumulati nella propria riserva) e l’identico ammontare del giocatore che aveva appena agito. Questa opzione non va assolutamente sottovalutata, poiché permette di fatto di eseguire un’azione fuori dal proprio turno, senza spendere un segnalino azione e senza incrementare il costo dell’azione per il giocatore successivo. Il vino però è una risorsa doppiamente speciale, visto che può indifferentemente essere adoperato in sostituzione delle altre risorse, ma va usato con attenzione visto che due unità dell’etilico liquido su ogni divinità, la faranno addormentare e la renderanno inutilizzabile per il resto del turno.
Le azioni che scaturiscono dai favori degli dei sono diverse e vanno dalla possibilità di costruire una carta sviluppo, all’ottenere avanzamenti sui tracciati delle rendite; dal pescare nuove carte sviluppo alla possibilità di piazzarle sotto alle carte divinità in segno di devozione (vedremo tra poco a che serve); dal prendere risorse deposte sulle carte divinità, fino all’opportunità di avanzare sui tracciati delle conoscenze del tabellone.

Quando tutti hanno esaurito le proprie mosse, si procede alla fase di aggiornamento, dove le divinità non scelte vengono girate dal lato ricoperto di muschio (per il prossimo turno esigeranno un tributo meno esoso), tutte le risorse spese sulle divinità vengono messe in riserva e l’indicatore di turno avanza di un passo.

A questo punto è d’obbligo una piccola digressione sulle carte sviluppo. Tutte hanno due lati, quello di base e quello migliorato (quando si sceglie di costruire una carta, si può anche optare per migliorarne una di quelle che già si è edificata). Il lato di base garantisce degli avanzamenti sui tracciati di conoscenza e possiede dei simboli che daranno punti a fine partita sfruttando le combinazioni; inoltre vi è presente un numero che contribuirà a calcolare il livello di devozione verso la divinità, allorquando tali carte vengono poste al di sotto delle relative sculture (usando il potere del drago). Sul lato migliorato, oltre a ulteriori avanzamenti sui tracciati della conoscenza, sono indicati anche altri simboli che daranno punti a fine partita (ogni divinità garantisce punti a seconda della maggioranza in un certo aspetto) oltre che un particolare bonus (ce ne sono molti diversi) da poter usare una volta per turno (ad esempio poter pescare una carta aggiuntiva, oppure poter scegliere due volte la stessa azione, oppure ottenere altre risorse extra).

Le carte sviluppo meritano un’ultima nota importante: anch’esse possono essere giocate come “jolly” al posto di una risorsa. Questa può sembrare un’eresia (sprecare una carta, che è sinonimo di punti, al posto di un cubetto cibo o moneta), ma verso il finale della partita può capitare di avere ben più carte di quante se ne possano realmente edificare.

Alla fine dell’ottavo turno la partita termina e ha inizio il conteggio finale. Ai punti totalizzati fino a questo momento (derivanti dagli avanzamenti sui tracciati di conoscenza del tabellone), vengono sommati quelli derivanti dalle combinazioni di simboli delle carte sviluppo giocate che sono ferme al livello base (3 simboli diversi danno 1 punto, 4 ne fanno ottenere 2, mentre 5 permettono di guadagnare 4 punti) e quelli che scaturiscono dalle divinità. Abbiamo infatti detto che le carte divinità forniscono punti a colui il quale possegga la maggioranza (e talvolta al secondo) in un determinato campo (ad esempio ha chi ha più cibo, oppure chi è più avanti in una scala di conoscenze e così via); tuttavia, l’entità del punteggio dato è crescente a seconda della posizione della relativa carta divinità. All’inizio della partita, come detto, l’ordine di tali carte è casuale, ma prima della conta finale si controlleranno i punti devozione posti sotto ciascuna di esse e le si ordineranno, in ordine decrescente, a partire da quella verso la quale sono state elargiti più punti. Ça va sans dire che le divinità ai primi posti daranno più punti. Questa meccanica tiene parecchio alta l'attenzione durante la partita: l’interesse di un giocatore nel crescere su una scala piuttosto che su un’altra è legato sicuramente anche a quante carte sono state infilate sotto una divinità in segno di devozione. Specialmente negli ultimi turni, chi ha accumulato un cospicuo numero di carte può seriamente cambiare le sorti della partita dedicando  le sue preziose azioni a rimpinzare di carte le divinità anziché a costruire le ultime carte sviluppo.
Ovviamente al termine del conteggio chi avrà il totale maggiore sarà il vincitore.

Bomarzo sembra un titolo dalle meccaniche rapide da padroneggiare, ma anche da una grande profondità e difficilmente afferrabile a pieno se non dopo varie partite. Le possibilità di agire sono tante, forse anche troppe e potrebbe esserci il rischio di uno spaesamento iniziale. Tuttavia la brevità della partita (spiegazione esclusa si rimane tranquillamente dentro l’ora di gioco anche in 4 giocatori), così come il setup variabile spingono fortemente nella direzione della rigiocabilità e quindi facilitano il compito a chi è desideroso di prenderci confidenza il prima possibile. Le possibilità di strategie a lungo termine appaiono enormi e, al massimo, le limitazioni si avvertiranno nelle poche azioni disponibili in ogni turno e nella generale scarsità di risorse. Tuttavia, data l’interazione “calmierata” – per lo più indiretta e mai tranchant – tutti, passo dopo passo, riescono a seguire la propria strategia, senza doversi troppo preoccupare di eventuali avversari che remano contro. O almeno cosi è andata in questaitida nostra prima prova su strada, quando avremo il titolo tra le mani da “stressare”  verificheremo meglio quanto sarà possibile rovinare i piani altrui lungo gli 8 turni di gioco. Sui componenti non esprimiamo ancora giudizi poichè, per quanto la grafica fosse definitiva, le copie allestite per l'evento erano tutti mock-up (intuibile anche dale foto di questo articolo), confidiamo che tabellone e plance definitive siano di un buon cartoncino e che le carte doppia faccia godano di una stampa nitida.


Autore (Stefano Castelli) e editore (Michele Quondam – GiochiX) soddisfatti della serata di lancio

In definitiva Bomarzo sembra un ottimo titolo per gli amanti delle strategie a lungo termine, pur non essendo un titolo troppo complesso. Sicuramente un gioco che va masticato bene prima di poterne apprezzare tutte le sfaccettature, ma non fatichiamo a credere che potrà donare ottime soddisfazioni a chi saprà dedicarvisi.
Quindi, se siete interessati, correte a  finanziarlo! La campagna si chiuderà tra poche ore e nella versione che riceverete troverete anche due espansioni esclusive.  Altrimenti, pazientate fino a questo autunno che il gioco raggiunga gli scaffali nella sua distribuzione tradizionale. Nell’attesa vi consigliamo di prepararvi adeguatamente andando a visitare il bellissimo parco, magari una bottiglia di vino stappata di fronte una delle impressionanti statue vi porterà realmente fortuna alla prima partita!

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