sabato 23 Novembre 2024

Simurgh – Alleviamo draghi per difendere il reame

Finanziato in meno di 3 ore dall’inizio del Kickstarter, e attualmente in finanziamento nella sua versione italiana su Giochistarter, Simurgh, gioco strategico di piazzamento lavoratori ambientato in un mondo fantasy popolato da temibili draghi, si prepara a invadere gli scaffali dei negozi grazie all’opera della NSKN, casa editrice rumena, che lo ha presentato ufficialmente in occasione della scorsa Spiel 2015 di Essen, durante la quale è stata portata in fiera una tiratura limitatissima.

Autore di questo titolo, che ha già in cantiere la prima espansione, Simurgh: Call of the Dragonlord, è l’italianissimo Pierluca Zizzi già conosciuto per numerosi altri giochi, tra i quali citiamo Hyperborea (in collaborazione con Andrea Chiarvesio), Dark Tales e Al Rashid.

In Simurgh da 2 a 5 giocatori assumono il ruolo di altrettante casate di un fiero reame di allevatori e cavalcatori di draghi, minacciato dal ritorno di esseri malvagi pronti a esigere la loro vendetta, dopo la sconfitta patita molto tempo prima. Aldilà dell’ambientazione, Simurgh è un classico eurogame in cui il tavoliere si compone e cambia durante la partita la cui durata è variabile e dichiarata fino a 90 minuti. Accanto a un’area del tavoliere occupata da diverse locazioni della città, sempre attive, troviamo le “terre selvagge”, dove i giocatori nel corso della partita potranno collocare delle tessere azione suddivise, a loro volta, in varie categorie (esplorazione, potere, trasformazione, ricerca, produzione). Su di esse, a turno, potranno essere inviati i lavoratori che in Simurgh sono rappresentati da segnalini in plastica di Cavalca Draghi e di Lancieri. In base a un sistema di icone, i giocatori potranno mandare su una locazione un Lanciere o un Cavalca Draghi e, sempre in base alle icone, potranno coesistere con altre miniature di proprietà degli avversari o occupare da sole la locazione. Ogni area è collegata a una particolare tipologia di azione (davvero molte, per la verità, considerando che oltre a quelle fisse sono presenti decine di tessere differenti).

In base alla lunghezza e alla tipologia di partita scelta, al termine si conteranno i punti potere acquisiti che determineranno quale casata avrà avuto il maggiore successo nell’allevare i propri draghi e accumulare (o spendere) risorse necessarie per fronteggiare la minaccia incombente. L’opera di Zizzi prevede una modalità “per famiglie”, più semplice, e una per gamer pomposamente denominata Dragonlord Mode.

Prima di approfondire il meccanismo su cui si basa il gioco, diamo una breve descrizione dei materiali contenuti nella confezione di Simurgh. Del tavoliere abbiamo già detto. Suddiviso in due aree, la città e le terre selvagge, si evolve durante la partita. La parte della città, circondata dalle mura che fungono anche da tracciato segnapunti, presenta locazioni fisse, quindi attive sempre in qualsiasi partita; la parte dedicata alle terre selvagge, invece, è costituita da 6 spazi sui quali potranno essere collocate delle tessere azione che, durante lo svolgimento del gioco, potranno essere eliminate e sostituite da altre tessere. La grafica della plancia pare molto bella e certamente di aiuto a immaginare una metropoli fantasy eretta ai margini di territori inesplorati.

Il cuore del gioco è rappresentato dalle tessere azione e da quelle obiettivo e drago in cartoncino spesso. In totale nella confezione ci sono ben 99 tessere. Le illustrazioni sono evocative e su di esse sono presenti i simboli e le icone che descrivono il loro effetto, senza testo stampato, in modo da rendere Simurgh del tutto indipendente dalla lingua a esclusione, ovviamente, del regolamento di 16 pagine. Le risorse sono di svariate tipologie e di differenti materiali: la pietra, il legno, la carne e i vegetali sono stati realizzati con segnalini in legno; il cartoncino è stato scelto per i token che rappresentano la saggezza, le armi e i segnalini drago, che consentono l’utilizzo dei poteri dei propri draghi.

Poteva mancare la plastica? Certo che no! I Cavalca Draghi e i Lancieri, infatti, sono sagome in plastica nei diversi colori dei giocatori, sostenute da basette trasparenti del medesimo materiale.

Ad inizio partita ogni partecipante ha una dotazione di tessere azione, una miniatura Cavalca Drago e una Lanciere, una tessera drago e una scheda dove può stoccare le risorse raccolte.
Il flusso del gioco prevede che ogni giocatore esegua una azione principale e una serie di azioni gratuite in qualsiasi ordine desideri.

Le azioni principali sono due: posizionare un proprio lavoratore su una tessera azione o una locazione della città, attivandone l’effetto, o rimuovere le proprie pedine dal tabellone per riportarli nella propria riserva e collocarli successivamente su altre zone del tabellone. Le azioni gratuite, invece, consentono di procedere su una tessera esplorazione precedentemente posizionata (in pratica la miniatura su di essa segue un determinato percorso, spendendo o acquisendo risorse a ogni tappa, finché non arriva in fondo per collezionare il premio indicato), oppure di collocare un segnalino drago su una tessera drago di proprietà, eseguendone l’abilità speciale, o, infine, collocare una tessera azione su uno spazio libero delle terre selvagge.

Le tessere azione vengono rimosse dal tabellone nel momento in cui tutti i posti disponibili su di essa sono stati occupati da una miniatura di un giocatore o quando, al contrario, la tessera si svuota e alla fine del turno non ha alcun lavoratore su di essa. In alternativa, è possibile scartare una locazione impiegando le risorse armi. Le tessere così eliminate vengono poste a lato del tabellone e, raggiunto un determinato numero in funzione della lunghezza della partita scelta, attivano l’ultimo turno prima della conta dei punti potere.

Questi ultimi si ottengono in svariati modi. Per esempio attraverso l’esplorazione o tramite lo scambio di specifiche combinazioni di risorse (a loro volte ottenute con altre azioni o con l’abilità dei draghi). I draghi, infine, si ottengono collocando i propri lavoratori su tessere specifiche, tenendo da conto che ognuno di essi può avere un certo numero di segnalini drago. Per attivare le abilità dei draghi si devono spendere questi segnalini. Ecco così che, per esempio, un determinato drago potrà fornire, dietro la spesa del segnalino e di risorse carne, delle armi o la possibilità di pescare altre tessere drago e così via.

Al termine della partita, oltre ai punti raccolti durante il gioco, si calcolano le risorse rimaste per aggiungere ulteriori punti vittoria. Il sistema di conteggio differisce enormemente in base alla modalità di gioco scelta. Nel caso di una partita “leggera”, ogni tris di risorse fornisce un punto potere, mentre se si è optato per la modalità Dragonlord i punti si ottengono quanto minore è la riserva di risorse in proprio possesso, il che premia l’efficienza dei giocatori a utilizzare al massimo le proprie riserve per trasformarle in punti prima del termine.

Fino a quando non avremo per le mani una copia di Simurgh per provarlo adeguatamente, sospendiamo il giudizio. Per ora l’impressione è che si tratti di un gioco altamente strategico e decisamente longevo, dal momento che in definitiva le azioni possibili e le combinazioni sono davvero elevate. Ma solo un’approfondita prova su strada ci permetterà di verificare realmente quale livello di varietà è stato raggiunto, sperando che non si arrivi a un eccesso di mutabilità, difficile da padroneggiare. L’ambientazione fantasy certo non fa spiccare questo gioco per originalità, ma dopotutto era difficile collocare un’attività di allevamento draghi in un altro contesto!

Simurgh è in pieno finanziamento e sta ottenendo ottimi risultati anche sulla piattaforma italiana Giochistarter. A voi la scelta se contribuire alla sua pubblicazione partecipando ora al crowdfunding (magari accaparrandovi le migliorie) o attendere la sua distribuzione tradizionale nei negozi a giugno del 2016.

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