martedì 26 Novembre 2024

Essen 2016 – Impressioni di gioco – Parte 4

Il quarto giorno dello Spiel di Essen è notoriamente quello più impegnativo, almeno dal punto di vista sentimentale. E’ il giorno in cui si esce dal paese dei balocchi con la consapevolezza che dovremo attendere almeno un anno prima di tornarci, che se qualche titolo in anteprima ci è sfuggito dovremo attendere il suo arrivo nei negozi per provarlo (sperando che non fosse una tiratura ultralimitata fatta solo per la fiera). E’ anche il giorno in cui si fanno i sarti mortali per far entrare tutti gli acquisti in valigia senza sforare i limiti di peso e si rimpiangono quelle offerte non colte dell’ultima ora.
Ma rituali d’addio a parte, non pensiate che non abbiamo dedicato il nostro tempo anche a provar giochi. Ecco quindi una nuova sessione di impressioni di gioco di:

– Blood Bowl
– Gads Hill 1874
– Mythic Battles: Pantheons

– Inis
– Sherlock & Mycroft

Blood Bowl (editore: Games Workshop)
Impressioni di gioco di: Marco Signore

Aspettative iniziali: 5 di 5 (è tornato il campione!)
Magnetismo del tavolo: 5 di 5 (è sempre BB, ma più bello)
Rapidità di comprensione: 4 di 5 (regole praticamente identiche al gioco originale)
All'atto pratico: 4 di 5 (ristampa di un classico, ma se ce l’avete già…)
Retrogusto: 3 di 5 (letteralmente un “kit di introduzione”, poco altro)

Di Blood Bowl c’è invero poco da dire per chi conosce già il titolo; per chi non dovesse ancora conoscerlo, si tratta di una simulazione sportiva fantasy: una specie di football americano nel mondo di Warhammer (quello vecchio, non Age of Sigmar). La nuova edizione di Blood Bowl nasce probabilmente da tantissime esigenze e richieste, ma è di certo un ritorno molto atteso perché il gioco ha migliaia di fan nel mondo, ed io sono tra quelli; così, rivedere il familiare campo ma con miniature ancora più belle e template in plastica scolpita invece che in foglio trasparente mi ha senza dubbio fatto tornare la voglia di mandare i miei scheletri a calcare i campi di gioco. Sostanzialmente le nuove regole sono estremamente simili a quelle vecchie, con qualche snellimento qui e lì, qualche abbellimento (per esempio sono stati incorporati nel gioco base gli eventi pre-partita), e naturalmente il fatto che nel gioco base avrete solo due squadre (umani ed orchi) a livello base, senza poter personalizzare quasi nulla – se non acquistando espansioni. Il gioco, tuttavia, resta Blood Bowl, senza dubbio una gloria immortale, e quindi se non aveste mai messo mano alla palla ovale nei panni di Orchi o Mummie, vi siete persi uno dei giochi sportivi più divertenti (e tattici) della storia. La Games Workshop ha già annunciato un’espansione in arrivo che conterrà regole per personalizzare le squadre e le miniature per due nuovi team: nani e skaven. Imperdibile per chi non l’avesse ancora, ma per chi già gioca forse è un po’ superfluo.

Gads Hill 1874 (editore: Clicker Spiele)
Impressioni di gioco di: Marco Signore

Aspettative iniziali: 2 di 5 (non l’avevo neppure notato tra gli stand del padiglione 3)
Magnetismo del tavolo: 3 di 5 (mappa carina, ma nulla di eclatante)
Rapidità di comprensione: 4 di 5 (regole semplici ma intriganti)
All'atto pratico: 4 di 5 (gioco di deduzione molto interessante)
Retrogusto: 4 di 5 (non l’ho preso per mancanza di un gruppo “adatto”, ma un gioco interessante)

In Gads Hill 1874, i giocatori devono ricostruire una città del vecchio West usando pagine di antichi diari, vecchi giornali e testimonianze dell’epoca. Lo scopo del gioco è ricostruire tutto il villaggio, ed in questo i giocatori collaborano; tuttavia solo uno sarà il vincitore della partita: a villaggio costruito, chi avrà trovato più indizi (leggi: punti vittoria) vincerà. I punti vittoria si ottengono giocando carte che ci dicono dove posizionare gli indizi per un determinato edificio; ma se alcune carte nominano direttamente l’edificio, altre sono più vaghe. I giocatori si alterneranno a giocare una carta e piazzare indizi in ogni turno, finché non potranno posizionare l’edificio (o gli edifici) sulla mappa. A questo punto si fa avanzare il segnapunti (rappresentato da un meeple a forma di treno), e quando questo raggiunge il 22 edificio, la partita finisce, e chi ha fatto più punti è dichiarato vincitore. Mi sono seduto al tavolo con un po’ di remore, perché non amo molto i giochi diceless, ma questo Gads Hill 1874 mi ha intrigato parecchio, e l’unica ragione per cui non l’ho comprato è che probabilmente nel mio gruppo di gioco non avrebbe riscosso molto successo; tuttavia mi sento di dire che è un gioco di deduzione davvero originale e divertente, che si gioca in poco tempo e che potrà essere appetibile a più di un tipo di gamer.

Mythic Battles: Pantheons (editore: Mythic Games)
Impressioni di gioco di: Marco Signore

Aspettative iniziali: 5 di 5 (fan del gioco originale, miniature splendide)
Magnetismo del tavolo: 5 di 5 (le foto parlano da sole)
Rapidità di comprensione: 5 di 5 (regole di media complessità, ma conosco il gioco originale)
All'atto pratico: 5 di 5 (uno skirmish ben fatto)
Retrogusto: 5 di 5 (sarò certamente un backer del progetto su KS)

La guerra contro i titani è finita; gli Dei hanno vinto, ma a prezzo della loro immortalità, e questo ha scatenato un nuovo periodo di scontri, questa volta tra gli stessi Olimpici superstiti; ognuno di essi ha chiamato a raccolta i più grandi eroi della Grecia e del mondo, ed i più potenti mostri mai generati dal Tartaro, per dar vita a battaglie mitiche. Questa la trama di base di Mythic Battles: Pantheon, gioco che riprende quanto lasciato dal sottovalutato Mythic Battles della IELLO, reimplementandolo con l’aggiunta di splendide miniature. Il gioco in sè è uno skirmish, in cui il giocatore può scegliere quale Dio controllare (nella scatola base ce ne saranno quattro: Zeus, Athena, Hades, ed Ares, ma ne sono previsti oltre 15) e quali truppe mandare in battaglia. Divinità, creature e guerrieri mortali vengono attivati giocando carte, e ciascuno di essi ha le sue abilità e le sue azioni speciali; lo scontro avviene per controllare dei cristalli (Omphalus) che contengono l’essenza degli Dei dipartiti, oppure fino alla distruzione del Dio avversario. Il gioco, tuttavia, prevede un sistema di scenari ed un regolamento per giocare una vera e propria saga scenario dopo scenario. A parte le splendide miniature, il gioco è rapido e divertente da giocare, con moltissime opzioni tattiche, e la nostra partita è stata tesa e si è risolta solo all’ultimo, con entrambi i contendenti ad un passo dalla vittoria. Mythic Battles: Pantheon esordirà su Kickstarter il primo novembre, ed io sarò certamente tra i backer. A proposito, la battaglia l’abbiamo vinta noi di Gioconomicon, facendo trionfare Athena.

Inis(editore: Matagot)
Impressioni di gioco di: Marco Signore

Aspettative iniziali: 4 di 5 (epica celtica nei paesaggi irlandesi)
Magnetismo del tavolo: 4 di 5 (mappa assolutamente fantastica, belle miniature)
Rapidità di comprensione: 3 di 5 (molte regole, manuale organizzato così così a prima vista, spiegazione frammentata)
All'atto pratico: 3 di 5 (turni un po’ lunghi, ma soprattutto qualche problema di timing con alcune carte)
Retrogusto: 3 di 5 (devo, anzi voglio giocarlo ancora, perché non ho capito bene cosa pensarne)

Il corpus epico della tradizione irlandese è ricchissimo di incanti e personaggi, di Dei e creature leggendarie nella terra di smeraldo. Inis cerca di ricreare queste atmosfere, riuscendoci principalmente per le spettacolari illustrazioni della mappa di gioco (le pianure ti danno quasi l’idea che stia veramente piovendo, la costa quasi ti fa sentire il rumore delle onde…). Il gioco non è particolarmente complesso: c’è una fase di draft e poi a turno ogni giocatore gioca una carta o passa. Lo scopo del gioco è soddisfare almeno due delle tre condizioni di vittoria: avere maggioranza in un determinato numero di aree, controllare rifugi (sanctuaries) ed avere almeno sei nemici nelle nostre zone (perché mai, non saprei), ed in caso di parità nessuno vince, a meno che chi pareggia non sia il Brenn (il “re” d’Irlanda, che ha la maggioranza nella “capitale”). Il gioco è un tantino lento – ma credo sia anche colpa del fatto che alcuni al tavolo studiavano ogni carta nei minimi dettagli; tuttavia nell’unico scontro che abbiamo giocato c’è stato un grosso problema di timing su un paio di carte giocate, che ha dato vita ad una discussione protrattasi per oltre 15 minuti e non risolta dal personale della Matagot. Personalmente ho adorato i componenti, adorato l’atmosfera, ma non sono sicuro di cosa pensare di questo titolo, se non che vorrei rigiocarlo in condizioni più tranquille e comprenderlo meglio.

Holmes: Sherlock & Mycroft (editore: Devir)
Impressioni di gioco di: Marco Signore

Aspettative iniziali: 2 di 5 (un astratto per due giocatori…)
Magnetismo del tavolo: 3 di 5 (una plancia e delle carte più sei meeple)
Rapidità di comprensione: 3 di 5 (ci è stato spiegato veramente maluccio, ma abbiamo letto le regole)
All'atto pratico: 4 di 5 (un gioco per due elegante e decisamente divertente, ancorché astratto)
Retrogusto: 4 di 5 (in arrivo anche in italiano, consigliatissimo se giocate spesso in due)

Io sono un amante di Sherlock Holmes e dei suoi racconti, così non ho esitato a provare anche questo gioco già solo perché riportava il nome del misconosciuto e ben più brillante fratello del noto detective inglese. Tuttavia il gioco ci è stato spiegato maluccio ed in maniera frammentata, per cui abbiamo fatto ricorso al manuale, et voilà, Sherlock & Mycroft ci è apparso in tutta la sua bellezza. Si tratta di un gioco di raccolta set, in cui l’ambientazione è solo un pretesto. Ma le meccaniche sono originali: per esempio, i nostri meeple si addormentano quando finisce un giorno (ci sono 7 giorni in una partita), e non possiamo usare la stessa azione due volte consecutive o se c’è un meeple dormiente sopra. Inoltre, solo tre azioni sono fisse, mentre le altre escono pescandole a caso da un apposito mazzo, in cui è possible anche inserire i due arcicattivi Moriarty e Moran che ci fanno perdere tempo ed azioni. Man mano che la settimana passa i due fratelli raccolgono indizi, ma alla fine solo uno dei due si dimostrerà il miglior investigatore, facendo più punti dell’altro nella raccolta dei diversi set di carte. Nonostante la mia avversione per i giochi astratti, questo titolo mi è davvero piaciuto, e l’arrivo della versione italiana potrebbe essere un ulteriore incentivo a prenderlo seriamente in considerazione per la mia wishlist.

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