lunedì 25 Novembre 2024

Ophiuchus

L’Ofiuco: colui che porta il serpente. Si tratta di una delle 88 costellazioni moderne, una delle 13 dello zodiaco moderno, eppure non esiste un corrispettivo segno zodiacale. Ora, il sottoscritto non è un esperto, ma documentandosi un poco sembra proprio che il giusto posto che spettava a questa costellazione, tra le altre dello zodiaco, le sia stato rubato allo scopo di mantenere il numero dei segni zodiacali a 12.
Ciò detto (anche oggi abbiamo imparato una cosa nuova!), in questo caso l’Ofiuco si è incarnato in un gioco astratto tutto italiano che, di primo acchitto, ricorda il domino: Ophiuchus.

Le stelle brillano su di noi, mentre ci apprestiamo ad aprire la scatola.

  • Titolo: Ophiuchus
  • Autore: Emilio Zampa
  • Editore: Apokalypse Inc
  • Genere: Piazzamento di tessere
  • Numero Giocatori: 1-4
  • Durata: 30-60 minuti
  • Dipendenza dalla lingua: nulla
  • Illustratori: Maurizio Faleschini

Ras Alhague è la sua stella più luminosa (Materiali e confezione)
I materiali sono semplici: il cuore del gioco sono le 27 tessere (rettangolari e divise in due metà, proprio come quelle del domino) in cui sono presenti due set di stelle. Esistono sei tipi di stelle differenti, per colore e dimensioni; ogni metà tessera possiede da zero a sei di queste differenti tipologie di corpi celesti. Le tessere sono in cartoncino rigido ma non troppo spesso, motivo per cui è impossibile poggiarle a tavola su un fianco come con il domino, ma vanno tenute in mano durante la partita. Lo sfondo delle tessere, una mappa astronomica (probabilmente componibile come un puzzle, per chi volesse cimentarsi), è gradevole e non crea particolari disturbi. Per la grafica delle stelle stesse occorre invece un minimo di tempo per ambientarsi.
Proseguendo, vi sono le 13 carte costellazioni; ognuna riporta un obiettivo (una certa sequenza di stelle a terra) e il numero di punti vittoria da assegnare al primo giocatore che lo soddisfa. Non si tratta di nulla di troppo complesso: bisogna cercare di ottenere un dato numero di stelle uguali (o diverse) in fila (riga o colonna), o in una determinata formazione 2×2. Ovviamente obiettivi più difficili saranno ricompensati da un maggior ammontare di punti.
Per ultimo, una manciata di segnalini per i punti vittoria bonus.
Il regolamento, in singola facciata su un grande foglio, ha qualche lacuna talvolta importante (ad esempio la scatola promette il gioco in solitario, ma il regolamento non lo menziona), comunque generalmente risolvibile dall’applicazione del buon senso. In ogni caso, spiegare il gioco necessita solamente di una manciata di secondi.

  

L’Ofiuco rappresenta il mito di Esculapio(Descrizione del gioco)
Il setup è decisamente immediato: c’è una tessera a terra e ogni giocatore ne ha altre tre in mano. A turno, tutti giocano una tessera (che poi reintegreranno) nella speranza di fare i punti. Devono ovviamente posizionarla a contatto di una tessera già giocata, seguendo tre limitazioni: non si possono creare zone vuote racchiuse da tessere; sommando il numero di stelle presenti nelle mezze tessere continue in riga o colonna non si deve superare il numero 13 (le mezze-tessere vuote interrompono il conteggio); la posa della nuova tessera non deve creare uno spazio di gioco di dimensione maggiore di 9×9 mezze-tessere.
Dopo ogni mossa, si controllano due cose: innanzitutto si verifica se si è soddisfatto un obiettivo e, nel caso, se ne prende la relativa carta (togliendola quindi tra quelli ancora ottenibili nel corso della partita). Inoltre si ottiene un piccolo bonus per ogni riga o colonna creata ove il numero di stelle sia esattamente 13; a scelta, o si pescano due tessere (invece che una) a fine turno per reintegrare quella giocata, scartandone poi una a scelta dalla mano (tornando quindi ad avere tre tessere in mano, come al solito, ma avendo avuto la possibilità di scegliere), oppure si può semplicemente prendere un segnalino punto vittoria e reintegrare la mano come al solito.
Si continua così finché non terminano le tessere nella riserva.

Il gioco contiene anche una variante in cui, invece di pescare le tessere volta per volta, le suddette vengono suddivise da subito tra tutti i giocatori. In questo caso si gioca senza ripescare mai le tessere e il gioco finisce quando tutte le tessere sono state posizionate oppure quando nessuno può più piazzarne. Nel secondo caso, le tessere rimaste in mano valgono punti negativi.

  

Una delle sue stelle è una nova ricorrente (Esperienza di gioco)
Abbiamo giocato Ophiuchus in entrambe le sue varianti, da due a quattro giocatori. Come è ovvio, la partita in due è molto più tattica e tesa, mentre nelle partite a quattro giocatori è decisamente più difficile pianificare nel lungo periodo. Non è sicuramente un gioco per chi si annoia a far le somme: per decidere anche solo un piazzamento è un continuo conteggiar di stelle. Questo è il limite principale del gioco: c’è chi ha odiato la ripetizione continua dei medesimi calcoli, pur semplici, mentre per altri ambientarsi è stato più facile. In quattro il downtime diventa spesso eccessivo (relativamente al tipo di gioco) proprio a causa di queste valutazioni, e del fatto che pianificare la propria mossa in anticipo non sempre è possibile.
E’ chiaro che giocatori appassionati di giochi astratti potranno trovare interesse e tattica dove altri non ne trovano: ad esempio, come bonus elargito per aver creato una sequenza continua di 13 stelle è stato rarissimo nelle nostre partite che qualcuno scegliesse di poter pescare una tessera in più. E’ evidente l’intento di migliorare la propria mano o aumentare il proprio ventaglio di scelte, ma, di fatto, perché questa opzione sia preferibile al singolo punto vittoria sembra essere necessaria una sufficiente esperienza per conoscere tutte le tessere e sapere quelle ancora non uscite. Non aiuta, in questo, il fatto che non tutte le possibili combinazioni esistano nelle tessere (sarebbero certamente in numero eccessivo: ma non essendo evidente un particolare criterio di selezione delle tessere, ci si potrebbero fare domande del tipo “esisterà una tessera con una stella verde in entrambe le metà ed un totale di stelle non superiore al tre?” Per i curiosi: la risposta è “no”).
In genere, soprattutto per le prime partite non è facile andare oltre al semplice scegliere la mossa che fornisce più punti ogni turno, senza avere una strategia definita.

  

Ne “I cavalieri dello zodiaco” il cavaliere dell’Ofiuco è Tisifone (Considerazioni finali)
Per apprezzare Ophiuchus chiaramente occorre una certa predisposizione al gioco astratto che non tutti hanno. Anche tra questi giocatori, in ogni caso, l’interesse per Ophiuchus che ho registrato nelle mie sessioni di prova non è stato enorme; pur apprezzando le singole partite, raramente son tornati a chiederne altre.
L’attenzione alla resa grafica del titolo, che può facilmente attrarre (anche se quella verso il regolamento va migliorata), si scontra quindi con il fatto che Ophiuchus è un gioco di nicchia che può non piacere a tutti.
Comunque sia, questa risulta essere una prova interessante di un editore ancora giovanissimo, da tenere d’occhio per le prossime uscite.

PRO
Buona la grafica, nonostante un tema non facile
Spiegazione immediata

CONTRO
Pecca di eccessivo ricorso ai calcoli
Il regolamento ha qualche lacuna

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