Annunciato da più di un anno da Eric M. Lang durante il lavori del GAMA trade show del 2016, Bloodborne: il Gioco di Carte, finalmente alla fine di ottobre vedrà la luce in versione localizzata.
Sarà infatti Asmodée Italia a portare al pubblico nostrano l’opera a marchio Cool Mini or Not che trasferisce sui tavoli da gioco le imprese dei Cacciatori nella cupa città di Yharnam, note e acclamatissime all’interno del pubblico dei videogiocatori.
In occasione degli ultimi Asmodays però siamo riusciti a vederne una prima copia in anteprima e a farci una intera partita. Quale migliore occasione quindi per proporvi le nostre sensazioni dopo aver svolto una partita?
Preparate i vostri perforatori dunque, la notte della caccia sta per iniziare.
Come accennato, in Bloodborne: il Gioco di Carte, da 3 a 5 giocatori impersoneranno i Cacciatori, uomini prescelti costretti dalla loro essenza a dover ripulire la sede della Chiesa della Cura – Yharnam per l’appunto – da una serie di orrende creature. Per farlo, dovranno unire le forze in una squadra per sconfiggere i mostri che gli si pareranno davanti, ma essere sufficientemente abili da ricavarne il massimo risultato con il minimo sforzo, visto che soltanto chi conseguirà più stemmi ed echi del sangue, sarà il vincitore.
Ogni Cacciatore, parte con una dotazione iniziale di cinque carte, che descrivono le azioni che gli è concesso eseguire oppure le armi che possono usare, divise tra quelle da mischia e da lancio. Tutti, inoltre, hanno una plancia per registrare gli stemmi e gli echi del sangue guadagnati durante lo sterminio.
Il gioco consiste nell’affrontare in successione vari mostri, che nella maggioranza dei casi sono normali, ma agiscono insieme a tre boss e a un ulteriore boss finale. Questi sono anch’essi rappresentati da un mazzo che viene mescolato e sistemato coperto.
Ogni round viene rivelato un mostro e poi i giocatori scelgono segretamente quale carta utilizzare, presa dalla loro mano iniziale. Quando tutti sono pronti, vengono rivelate contemporaneamente e ne vengono svolti gli effetti in un ordine prestabilito. Prima di tutto si applicano quelli istantanei dovuti ad alcuni poteri o a certe armi, ad esempio alcune armi da tiro consentono di colpire in anticipo rispetto agli altri, cosa che vedremo essere abbastanza vantaggiosa; successivamente è il turno del mostro appena rivelato di attaccare – a giro di tavolo – ogni cacciatore. Le offensive vanno automaticamente a buon fine, ma il numero di ferite inferte dipende dal tiro di un particolare dado (ce ne sono tre, di altrettanti colori diversi a figurare la pericolosità dell’essere) e va a diminuire l’ammontare di ogni giocatore, registrato su un dischetto personale. Dopo la creatura, è il momento della controffensiva dei giocatori i quali, sempre a giro di tavolo, infliggono all’essere un quantitativo di ferite fisso, determinato dall’eventuale arma che hanno scelto di usare, prelevando dalla carta del nemico un equivalente numero di echi del sangue e depositandoli sulla zona degli echi del sangue raccolti della propria plancia.
Appena il mostro resta senza echi del sangue, muore venendo immediatamente scartato, annullando di fatto gli attacchi di eventuali giocatori che ancora non avevano svolto il loro turno, ma garantendo uno stemma del tipo riportato sulla carta (in gioco ce ne sono tre, pari alle tipologie di nemici che si possono incontrare: umanoidi, mostri e simili) a tutti coloro che hanno contribuito alla sua uccisione. Al contrario, nel caso in cui dopo un’intera serie di attacchi dei cacciatori il mostro dovesse restare in vita, questo scappa se non è un boss, altrimenti resta attivo per il round successivo. Questa precisazione è importante, soprattutto perché molte creature nemiche posseggono poteri particolari che modificano alcune condizioni di gioco (ovviamente a sfavore dei Cacciatori) fintantoché rimangono in vita o nel momento in cui scappano.
Comunque, vivo o morto che sia l’avversario, i giocatori che hanno scelto il sogno del cacciatore, ora possono fruire dei suoi effetti benefici. Questa infatti è la carta più particolare della dotazione e ha diverse funzioni. Innanzitutto, durante tutto il turno, il giocatore che l’ha scelta dimezza tutti i danni eventualmente subiti dal mostro (ma non lo può attaccare ovviamente); dopo lo scontro, poi, può riprendere in mano tutte le carte giocate nei round precedenti e, inoltre, raccoglierne una aggiuntiva tra quelle disponibili come miglioramenti per aggiungerla alla propria dotazione (c’è però un limite di sette carte, oltre le quali si potrà soltanto sostituire le vecchie carte con le nuove invece che aggiungerle alla mano).
Infine, un cacciatore dormiente potrà recuperare le sue ferite fino al massimo e spostare gli echi del sangue raccolti nella zona degli echi custoditi. Quest’ultimo passaggio è di fondamentale importanza perché alcuni effetti delle carte permettono di “rubare” echi del sangue direttamente dagli altri giocatori, ma solo prendendoli dal mucchio di quelli raccolti; pertanto, il sonno del Cacciatore è l’unico modo per mettere in salvo quanto accumulato.
Anche i personaggi morti dopo un attacco ferale, in questa fase procederanno con gli stessi passaggi, ma non custodiranno gli echi del sangue accumulati prima di tornare in vita, giacché sono costretti a scartarli nel momento stesso in cui spirano.
Ricomposta quindi la dotazione di carte miglioramento e pescato un nuovo mostro (se necessario), è tutto pronto per il round successivo.
Alla morte del boss finale – cosa che avviene dopo 14 scontri – la partita ha immediatamente termine e il giocatore che avrà accumulato più stemmi ed echi del sangue sarà il vincitore.
Dopo la partita giocata possiamo certamente dire di aver di fronte un gioco rapido, semplice da imparare e – a detta di molti appassionati del videogioco – che ripropone molto bene l’atmosfera cupa e sanguinaria dell’opera della FromSoftware. Sebbene a un primo impatto il flusso di gioco possa sembrare un po’ ripetitivo e sostanzialmente una “corsa” a chi riesce a colpire prima, gli effetti delle carte paiono comunque ben congegnati per assicurare una sufficiente interazione e poter consentire un minimo di tattica.
La quantità di mostri disponibile nella scatola, ben superiore ai 14 della singola partita, ci porta a ipotizzare una sufficiente varietà per reggere anche dopo numerose sfide, tuttavia andrà verificata la capacità del gioco di rimanere coinvolgente anche in meno di cinque giocatori e, soprattutto, di essere di interesse anche per chi non è un fan dell’opera a cui si ispira.
Per poter dare una risposta definitiva a queste domande, non resta dunque che attendere l’uscita – prevista per la fine di ottobre – per poterlo testare a dovere. D’altronde, la notte di Yharnam è ancora lunga.