Una delle migliori edizioni di Lucca Comics & Games è finita e chi vi scrive fa ancora fatica a rendersene conto. Sono successo moltissime cose in questi cinque giorni, tante ve le abbiamo raccontate in diretta e tante altre ve le racconteremo nei prossimi giorni. Cominciamo subito condividendo con voi altre prove su strada dei giochi che abbiamo provato nell’accogliente padiglione Carducci.
Ecco a voi le nostre impressioni di gioco di:
– Barenpark
– Capitan Carcassa
– Fight for Olympus
– Fly down
– Sword & Sorcery
Barenpark (editore: youPlay.it)
Impressioni di gioco di: Enrico Procacci
Aspettative iniziali: 4 di 5 (tetramini e altre forme bizzarre hanno sempre la mia attenzione)
Magnetismo del tavolo: 4 di 5 (diversi pezzi a terra, tutti piacevolmente colorati)
Rapidità di comprensione: 5 di 5 (nessun dubbio dopo la spiegazione)
All'atto pratico: 3 di 5 (la partita demo senza obiettivi speciali non rende al meglio…)
Retrogusto: 4 di 5 (… ma questo non ci ha fermato dall’acquisto!)
“Voglio provare il gioco degli orsi!”, disse mia moglie indicando la scatola aperta di Barenpark. “Vi prego di notare che ci sono anche i koala”, precisò il dimostratore. A quel punto eravamo già catturati, non restava che formalizzare l’acquisto.
Barenpark è un gioco di piazzamento di pezzi dalle forme bizzarre in un parco composto da campi rigorosamente quadrati. La particolarità è che i pezzi da piazzare successivamente dovranno essere ottenuti andando a coprire determinate caselle del nostro parco, che saremo anche chiamati ad espandere aggiungendovi nuove sezioni. Acquisire per primi i pezzi ci fornirà più punti vittoria, così come riempire per primi tutte le caselle di una sezione del parco. Nella demo non è stata posta in campo la terza fonte di punti vittoria, gli obiettivi speciali, il che ha notevolmente appiattito le possibili strategie, pur registrando a fine partita una forbice di punteggio relativamente ampia. In ogni caso, Barenpark ci è parso decisamente promettente, grazie anche ad una durata limitata, particolarmente adatta al tipo di gioco. E, poi, ci sono gli orsi!
Capitan Carcassa(editore: Mancalamaro)
Impressioni di gioco di: Marco Signore
Aspettative iniziali: 3 di 5 (L’avevo quasi ignorato…)
Magnetismo del tavolo: 3 di 5 (carte con belle illustrazioni)
Rapidità di comprensione: 5 di 5 (ottima spiegazione, regole facili da comprendere)
All'atto pratico: 5 di 5 (…avevo fatto male ad ignorarlo)
Retrogusto: 5 di 5 (comprato subito)
Mi sono seduto a giocare a questo Capitan Carcassa perché ho menzionato il mio amore per il mare al dimostratore durante un altro gioco. Bene, me ne sono quasi innamorato, e dire che l’avevo quasi ignorato! Questo breve titolo dalle regole semplici e immediate è un push-your-luck, in cui dobbiamo darci ai recuperi marini pescando carte finché non decidiamo di issarle a bordo, o finché non ne escono due uguali, causando un incidente e mandando tutto il pescato di quel round nel forziere di Davy Jones. Il bello è che ogni oggetto pescato ha un suo effetto, e la partita (abbiamo giocato in due) si è chiusa con la mia sconfitta anche se ad un certo punto avevo staccato enormemente il mio avversario, che ha però giocato meglio di me sul finale. Oltre al gioco base, ci sono carte che permettono varianti, e rendono il gioco ancora più divertente. Durante la partita mi sono appassionato, ho cercato di dare del mio meglio, e nonostante la sconfitta mi sono divertito talmente che a fine partita sono andato subito ad acquistare una copia. Per quanto si tratti quindi di un gioco semplice e di breve durata, per il quale le complesse strategie passano in secondo piano, forse è stato uno dei più divertenti provati da me qui a Lucca.
Fight for Olympus (editore: uPlay)
Impressioni di gioco di: Marco Signore
Aspettative iniziali: 4 di 5 (miti greci? Non ce n’è mai abbastanza!)
Magnetismo del tavolo: 3 di 5 (Belle illustrazioni, ma alla fine è un gioco di carte)
Rapidità di comprensione: 4 di 5 (Regolamento di facile comprensione e ben spiegato)
All'atto pratico: 4 di 5 (mi ha davvero coinvolto)
Retrogusto: 4 di 5 (un gioco a 2 giocatori che sicuramente prenderò)
Lo ammetto: mi è difficile rinunciare ad un gioco che si presenti con riferimenti più o meno diretti alla mitologia greca, e questo Fight for Olympus non fa eccezione. Mi sono avvicinato al tavolo con un bel po’ di aspettative, e devo dire che non sono rimasto deluso. Fight for Olympus è un gioco per due persone, in cui si usano le proprie risorse, le carte, per schierare eroi e popolazioni del corpus mitico greco, e cercare di vincere battaglie per ottenere altre carte o punti vittoria. Le carte sono di uno o più colori, ed ogni eroe o oggetto da schierare costano quantità di colori diversi. Si vince la partita o schierando 7 eroi, o arrivando a 7 punti vittoria (che vengono vinti o persi durante gli scontri). Durante la battaglia mi sono trovato davanti a situazioni tipo what if… con Aiace che si scontrava con suo padre Telamone, o Achille schierato coi Mirmidoni, e in alcune situazioni il gioco è risultato anche ben ambientato (Perseo elimina una carta eroe, lui che è l’ammzzamostri, o Agamennone che permette di rischierare i propri eroi). La partita fila via in breve, ma mi ha davvero coinvolto, e non vedo l’ora di poter farne altre.
Fly down (editore: MoveTheGame Edizioni)
Impressioni di gioco di: Enrico Procacci
Aspettative iniziali: 4 di 5 (come Hanabi? Hai la mia attenzione)
Magnetismo del tavolo: 2 di 5 (solo un mazzo di carte caratterizzate da un numero e un colore, non dà nell’occhio)
Rapidità di comprensione: 4 di 5 (due minuti e si decolla!)
All'atto pratico: 4 di 5 (partita equilibrata vinta all’ultimo turno in maniera rocambolesca)
Retrogusto: 3 di 5 (qualche dubbio è rimasto, ma l’acquisto è stato effettuato dato anche il costo contenuto)
Approcciando il tavolino è cresciuto in noi un po’ di scetticismo, in quanto la grafica fa sembrare Fly Down un po’ più infantile di quanto in realtà non sia, ma iniziando a giocare i dubbi si sono presto dissipati. Ognuno ha in mano delle carte, alcune rivolte verso di sé e altre rivolte verso gli avversari; per ottenere il miglior punteggio sarà necessario prima di tutto capire quello che si ha in mano, cercando anche di intuire quello che hanno in mano gli altri. Le azioni sono immediate, tra scambiare carte, scartarle e pescarne di nuove, oppure chiedere agli altri degli indizi sulle proprie carte che non vediamo. La partita ha avuto una durata decisamente limitata, ma ha visto dei momenti d’interazione assolutamente gradevoli. Ho vinto con una mossa ad effetto all’ultimo turno, ed effettivamente il fatto che chi fa finire la partita possa avere un vantaggio rilevante è uno dei principali dubbi che mi sono rimasti. Non che questo ci abbia fermato dall’acquisto; portandomelo a casa sarà anche più facile riprovarlo con un numero di giocatori più elevato rispetto ai tre che eravamo, e credo l’esperienza di gioco possa così migliorare ancora.
Sword and Sorcery (editore: Devir)
Impressioni di gioco di: Lorenzo Calvi
Aspettative iniziali: 5 di 5 (me ne avevano parlato tantissimo)
Magnetismo del tavolo: 3 di 5 (bello ma molto confusionario con tutti i segnalini)
Rapidità di comprensione: 3 di 5 (non è difficile, ma ci sono molte cose da ricordare e tante diverse icone con cui prendere la mano)
All'atto pratico: 4 di 5 (dopo alcuni turni avevamo preso confidenza e andavamo spediti)
Retrogusto: 5 di 5 (messo in lista acquisti, si va all’avventura!!)
Uno dei punti di forza di questo tipo eventi è provare i giochi con gli autori e Nunzio Surace, coautore di Sword and Sorcery, è stato uno spiegatore eccezionale che ci ha accompagnato con simpatia ed entusiasmo nei meandri di questo Dungeon Crawler tutto italiano. Sono arrivato al tavolo mentre si preparava il dungeon che, una volta completo, faceva decisamente la sua figura. Pur dovendo defustellare una mole di segnalini non indifferente, in pochi minuti eravamo pronti a giocare.
Mi sono calato nei panni (piuttosto aderenti) di un ranger Elfo e, assieme ad altri eroi, abbiamo iniziato la nostra avventura. Durante la prova il buon Nunzio ci ha fatto da Master, narrando gli eventi man mano che si dipanavano, lasciando a noi il compito di gestire mostri e nemici, come il gioco normalmente prevede. All’inizio non nego che abbiamo avuto qualche difficoltà: tante piccole cose da ricordare, che abbiamo imparato a padroneggiare verso il termine della demo, ma che all’inizio ci hanno fatto perdere un po’ di tempo.
Alla fine dei conti, quando le spade sono state riposte e il bagliore degli incantesimi si è attenuato, Sword and Sorcery si è dimostrato un ottimo Dungeon Crawler, per cui ho deciso di prenderlo e ricominciare l’avventura con un eroico gruppo di amici! Tremate, forze del male!