giovedì 19 Dicembre 2024

Per giocare alla guerra bisogna essere per forza in due?

Mario:“Ciao Carlo, ho letto di un nuovo gioco, un wargame sullo sbarco in Normandia, sembra bello, ha buone recensioni e non è difficile. Cosa ne dici? Ci vediamo da me una sera e cominciamo?
Carlo:“Ciao Mario, lo sai che i wargame non mi attirano: troppe regole; troppo lunghi; troppo impegno, mi spiace”
Mario:“ Ok, allora ci si trova al club per il tradizionale Puerto Rico, ciao Carlo..…Mi sa che non giocherò mai ad un wargame
Sbagliato Mario! Coi wargame si può anche “ballare da soli”!
La produzione di wargame è enorme, e da un decennio circa in continua espansione. Secondo Boardgamegeek nel solo 2016, tra espansioni, riviste e ristampe è arrivata a quasi 120 titoli! Di questi ben 32 sono espressamente disegnati e pubblicati per il gioco in solitario.
Anche se tutti questi numeri vanno presi con beneficio di inventario, possiamo stare certi che ci sono almeno tre o quattro solitary game che ogni anno meritano tutta la nostra attenzione.
 

Perché si gioca in “solitario”? Il motivo principale è la mancanza di amici con la stessa passione. Altre volte è il poco tempo a disposizione che non coincide con quello altri giocatori. In tutti in questi casi, ecco venire in nostro soccorso il solo-game, che permette di divertirsi quando si può con l’argomento storico che più piace.
Chi vuole iniziare ad avventurarsi in questo mondo, però, non pensi di essere “solo”, anzi. Sul web si trova di tutto e di più: supporti, suggerimenti, recensioni da parte di una vasta comunità di giocatori che sono sempre disponibili per aiuti e consigli. Per non parlare della disponibilità di regole e materiali home made che spesso, per l’elevato livello qualitativo offerto, espandono i giochi in modo ineccepibile e aumentano il divertimento a dismisura.

Detto questo, cominciamo!
Da dove inizia un giocatore a costruire la sua passione per il solitary-wargaming?
Innanzi tutto si deve scegliere il periodo storico e il genere che ci interessa. Quindi si cerca un titolo espressamente disegnato per il solitario e, in assenza di valide proposte, si può provare a cercare tra i giochi pensati per due ma giocabili anche in solitario, sebbene questa soluzione non sia sempre praticabile. Infatti vanno scartati a priori tutti i cosidetti card-driven, ovvero quei giochi in cui è indispensabile l’utilizzo di carte che modificano alcuni aspetti e che, dovendo essere mantenute sconosciute all’avversario, pongono una condizione impossibile da attuare se si è da soli!
Rimangono comunque disponibili tanti, ma veramente tanti titoli.
Il secondo passo per iniziare bene, è scegliere un gioco non troppo difficile. È decisamente sconsigliato partire con uno dei cosidetti monster-game (wargame dalla mappe enormi e che utilizzano migliaia di pedine!), ed è preferibile scegliere un titolo con qualche pagina di regole e pochi pezzi sulla mappa.
Si deve anche valutare attentamente il tempo a disposizione. Se si è alle prime esperienze mai iniziare questa avventura con un gioco che richiede troppo tempo: si corre il rischio di abbandonarlo presto. Scegliendo attentamente si possono trovare titoli abbastanza semplici che permettono di schierare gli eserciti e iniziare a tirare i dadi anche dopo avere letto poche regole.

Nell’iniziare questa esperienza, e per evitare possibili delusioni, è bene sapere che i giochi per due persone hanno un pathos totalmente diverso rispetto a quello offerto dai giochi pensati per il solitario.
Nel solitary gaming non ci si può porre davanti alla mappa con l’indole competitiva tipica di una partita con un avversario in carne e ossa; se si usa in solitario un gioco progettato per due persone, la partita andrà vissuta come una sorta di studio storico degli eventi, una specie di “vediamo come sarebbe potuta cambiare la storia se questa divisione avesse attaccato più a nord”; mentre per i solitary game veri e propri scoprirete presto che tutta la partita diventa una specie di gioco di ruolo.
Entrando più nello specifico: i giochi per due persone hanno, generalmente, un ordine di battaglia ben preciso e un piazzamento iniziale quasi sempre definito. Il giocatore muoverà alternativamente i pezzi arrivando alla fine del gioco con una delle due parti vincitrice.
Nell’altro caso molti giochi hanno una sorta di fog of war, ovvero creano una situazione di completa assenza di informazioni riguardo alla posizione e forza del nemico. Il giocatore viene guidato all’interno della “storia” da un sistema di tabelle e tiri di dado che definiscono la sequenza degli scontri e i possibili risultati, con mezzi e personaggi che migliorano con l’avanzare della storia stessa.
In alcuni giochi di questo tipo l’intervento del giocatore può essere relativamente scarso, come in B17 Queen of the sky (Avalon Hill – 1981), mentre in altri è paragonabile a quello di titoli per due giocatori, come nel caso di Ambush! (Victory Games – 1983). Comunque sia il coinvolgimento è totale, quasi come fosse un libro dove a ogni tiro di dado corrisponde una pagina letta.
Ad esempio, nel buon vecchio Patton’s Best (Avalon Hill – 1987) il giocatore è il capocarro di un carro Sherman nella 2° Guerra Mondiale. Attraverso le varie zone di battaglia è il sistema che ha il compito di far apparire le unità nemiche attorno al protagonista; ci si può scontrare con le fanterie nemiche, trovarsi sotto il tiro delle artiglierie avversarie o, nel peggiore dei casi, dover fronteggiare un bel (si fa per dire!) carro Tigre!
Ho appositamente citato questi “classici” per fare capire che il solitary game non è una novità; piuttosto è una tipologia di prodotto ludico in continua crescita. Molti editori stanno investendo sempre più risorse nei giochi per una singola persona. Alcuni di loro li pubblicano da molti anni, come la Dan Versen Game per esempio. Altri stanno inserendo a catalogo sempre più titoli (GMT e Lock’n’Load) o stanno creando adattamenti a famosi regolamenti esistenti (Academy games).

Tanto per offrire una prima panoramica dei titoli attualmente disponibili, è il caso di citare qualche titolo, con una brevissima descrizione e qualche precisazione. Innanzitutto è utile sapere che la seconda guerra mondiale la fa da padrona tra i solitary game, mentre se si vuole spaziare nei giochi nati per due allora non c’è limite al periodo storico.
Inizio citando i “giochi per uno”, e lo faccio paradossalmente con un napoleonico: Field Commander: Napoleon” (DVG – 2010) un operazionale in cui dobbiamo gestire le truppe francesi nelle varie campagne che lo hanno portato al dominio dell’Europa. Di questo “sistema”, il Field Commander, sono stati creati titoli dedicati ad altri condottieri tra cui Alexander, Rommel, Nimitz. I periodi storici variano e così anche il genere e il tempo di gioco.
In Target for Today (Legion Wargame – 2017) siamo al comando di un bombardiere americano nella 2° GM durante le incursioni diurne sulle città europee. Lo scopo del gioco è portare a casa la pelle nelle 25 missioni previste. Dello stesso genere è B29- Superfortress della stessa Legion Wargame, ambientato nei cieli del Giappone sul finire del conflitto mondiale.
Con D-Day at Omaha (Decision Game – 2009) siamo invece al commando delle forze americane durante lo sbarco in Normandia. Il sistema gestisce i movimenti e il fuoco delle forze nemiche attraverso un mazzo di carte, usando un sistema che si è rivelato veramente interessante e innovativo.
Grandissimo successo incontra da qualche anno il sistema Warfighter della DVG. In questo gioco super tattico siamo al comando di una squadra di 5 o 6 soldati che si devono destreggiare tra imboscate e attacchi di carri per raggiungere l’obbiettivo. Ne esistono due versioni, una ambientata durante la 2° GM e l’altra in tempi moderni, ed entrambe vantano espansioni e miglioramenti continui.

Parlando invece di giochi nati per due giocatori, l’elenco risulta prossimo all’infinito.
Per iniziare il sistema Nations at War (Lock’n’Load – 2010) potrebbe essere una buona scelta: regole facili e veloci con scenari da un paio di ore di gioco, ambientazione 2° GM e scala di gioco a livello di compagnia, e varie espansioni che sono già stampate e altre in arrivo.
Molto simile è Tank on Tank sempre della Lock’n’Load. Facile, bella grafica ed economico.
Il passo successivo da compiere potrebbe essere verso la Standard Combat Series, della MMP. Composta da vari titoli, sempre 2° GM, con scala di gioco che va dalla singola compagnia, come in Bastogne (del 2010) sino a The Mighty Endevour dove la scala è il battaglione e si combatte la Germania dallo sbarco in Normandia alla fine della guerra.

Se amate le epoche antiche c’è il sistema Great Battle of History della GMT, ormai in produzione da una ventina di anni e con continue espansioni, che prevede anche un regolamento Simple che imposta il sistema in modo più veloce e semplice. Nei giochi di questa serie si ricreano le battaglie dall’antico Egitto alla fine dell’Impero Romano.
Per i medioevali c’è l’affascinante serie di Men of Iron (GMT), grazie alla quale si combatte in Terra Santa durante le Crociate, sino ad arrivare al periodo dell’Inghilterra nella Guerra delle Due Rose.

Ma non è finita qui perché ce n’è per tutti i gusti. Avete detto fantascienza? Ci sono anche titoli per le battaglie tra stelle e galassie, come nei due giochi della GMT Talon,combattimenti tra navi spaziali o Space Empire, per 1-4 giocatori, dove il tema è l’esplorazione, la ricerca scientifica e la conquista dello spazio.

Nei prossimi articoli entreremo più nel dettaglio del gioco in solitario, ne scopriremo il fascino e i segreti e parleremo di alcuni dei titoli del momento.

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