Chi ha detto che gli orchi sono delle bestie ignoranti e primitive evidentemente non ha mai giocato a Orconomics! Stiamo parlando del progetto Kickstarter di Ares Games che partirà nei primi mesi del 2021 e sarà rivolto a tutti coloro che, pur non avendo alcuna intenzione di abbandonare la beneamata ambientazione fantasy, si vorranno cimentare in tematiche più attuali, come quelle dell’economia aziendale.
La casa editrice, ben nota per titoli del calibro di War of the Ring, Age of Conan e Wings of War, propone in crowdfunding la seconda edizione di questo gioco dalla singolare ambientazione che fa da sfondo a un mix di meccaniche di maggioranze e aste sicuramente in linea con il tema proposto. Interessante sottolineare che uno dei due autori è Timofey Bokarev, fondatore e CEO di Tabletopia, la famosa piattaforma online per il digital boardgaming (quindi uno che con l’economia, almeno nel settore ludico, ci si confronta quotidianamente!), l’altro è Fedor Korzhenkov, mentre il comparto grafico è affidato all’illustratore Anton Kvasovarov.
Se parteciperete alla campagna di finanziamento, potrete mettere intorno al vostro tavolo da 2 a 5 impavidi orchi che, sebbene ancora assetati di avventure, non potranno qui lamentarsi dell’assenza di eroi e avventurieri pronti a dar loro la caccia poiché è arrivato il momento di passare alla storia grazie a memorabili imprese economiche. Eh sì, le “imprese” stavolta saranno da intendersi nel senso della moderna finanza e voi dovrete fondarne più dei vostri avversari per poter essere ricordati negli annali del palmarès orchesco degli imprenditori.
Ma vediamo più da vicino lo svolgimento di una partita: una volta assemblato il tabellone centrale, costituito da dieci settori a “spicchio”, ciascun giocatore riceve una riserva di dieci segnalini Compagnia del proprio colore e tre carte Industria. Il resto delle carte formerà un mazzo comune per la pesca successiva. A questo vanno affiancate le carte Quest (non potevano certo mancare!) che saranno scoperte tre per volta, a disposizione di tutti: indicheranno particolari obiettivi da raggiungere nel corso della partita. Le carte Industria, molto leggibili e pratiche, raffigurano invece ciascuna uno dei settori industriali di cui è composto il tabellone e ne riportano la relativa abilità.
Lo scopo del gioco è arrivare a undici punti vittoria, fondando Compagnie (ovverossia piazzando i propri segnalini che garantiscono un punto vittoria per Compagnia fondata) e raggiungendo gli obiettivi segnati sulle Quest (un punto vittoria per Quest completata).
Prima di addentrarci nel regolamento è bene chiarire quali saranno gli elementi in gioco: i giocatori avranno la possibilità di fondare Compagnie, come si è già detto, ma anche di promuovere Startup (che dovranno crescere man mano prima di diventare esse stesse Compagnie) e inoltre potranno prendere in prestito dei soldi per rischiare maggiormente su investimenti più rapidi. Per fare tutto questo giocheranno delle carte dalla mano che, in buona sostanza, dovranno corrispondere con il settore dove le azioni avranno effetto.
Prototipo fotografato a Norimberga 2020
La partita inizia con ciascun giocatore che avrà già fondato, in fase di setup, due compagnie, posizionando due suoi segnalini in altrettanti differenti settori. Si tratta di una scelta particolarmente importante poiché ogni settore è caratterizzato da una abilità che si potrà attivare solamente se su di esso sarà stata fondata almeno una propria Compagnia. In sostanza da questa scelta dipendono le due abilità iniziali con le quali partire. A turno dal primo (intraprendente) giocatore, il gioco si svolgerà poi in senso orario. Ciascun turno è diviso in tre stage, caratterizzati dai settori nei quali si potranno svolgere le relative azioni. Prima di iniziare la sequenza degli stage del turno si dovranno svolgere alcune operazioni preparatorie: il primo giocatore dovrà pagare gli interessi sui prestiti (se ne ha presi), poi tirerà due dadi per individuare quale sarà il settore attivo in questo turno e infine muoverà un passo in avanti tutte le Startup presenti su quel settore (proprie e avversarie).
Il primo stage (guadagni e perdite) consiste nell’assegnare a ciascuno le rendite o le eventuali perdite derivanti dal numero delle proprie Compagnie presenti sul settore attivo e sui due settori a esso adiacenti. Si passa poi al secondo stage (l’asta) in cui è esclusiva facoltà del giocatore di turno iniziare un’asta con lo scopo di fondare una nuova Compagnia sul settore al momento attivo. Si tratta di un’asta al rialzo e a informazione aperta. Terminata questa fase si passa al terzo stage (lo sviluppo) in cui sempre il solo giocatore attivo potrà calare carte dalla mano per far avanzare le proprie Startup, attivare poteri dei settori dove già possiede almeno una Compagnia e comprare nuove carte industria. Come accennato, la partita termina immediatamente al raggiungimento dell’undicesimo punto vittoria.
Orconomics è un gioco veloce (60 min dichiarati), abbastanza cattivo (l’interazione è alta) e facilmente intavolabile con un ampio spettro di giocatori. Vestire i panni insoliti degli orchi, personaggi che in genere ci troviamo di fronte come antagonisti, è un’esperienza nuova e piacevole, sebbene già sdoganata in ambiente fantasy dal rovesciamento dei ruoli proposto in Sì, Oscuro signore. Nel caso di Orconomics però occorre fare uno sforzo di immedesimazione maggiore in quanto, almeno a primo acchito, l’ambientazione appare un po’ troppo slegata dalle meccaniche e sicuramente un po’ straniante. La rigiocabilità è garantita dal particolare modo in cui il tabellone viene assemblato, e qui vale la pena spendere qualche parola in più: ciascun settore è individuato da un numero che va da 2 a 12, cioè il range di numeri che si può ottenere tirando due dadi a sei facce. Alcuni numeri saranno statisticamente più frequenti di altri (e questo è indicato su ciascun settore con un numero variabile di asterischi), pertanto logicamente alcuni settori saranno attivati più frequentemente di altri. Il twist che corregge questa eventualità è dato dal far attivare simultaneamente anche i settori adiacenti a quello sorteggiato dal tiro dei dadi. Pertanto, se in fase di setup si accostano ai settori con numeri più frequenti, quelli con i numeri meno frequenti, si ottiene un bilanciamento delle situazioni di attività dei settori stessi. Di contro, se si vogliono creare situazioni differenti, si può scegliere una configurazione che segua altri criteri. In sostanza, questo modo di proporre il tabellone, non fisso ma variabile, rende non solo il prodotto rigiocabile ma propone anche diversi liveli di profondità strategica.
La mia esperienza di gioco è stata soddisfacente. Ho apprezzato il gioco per la sua velocità e per il basso downtime. Si tratta di un titolo leggero che forse non susciterà gli appetiti (ma non è mai detto) dei giocatori più navigati ed esigenti ma è, a mio avviso, perfetto per i neofiti e per le compagnie di gioco occasionali: bello da vedersi e molto facile da imparare (sebbene il regolamento allo stato attuale sia piuttosto lacunoso, ma la campagna Kickstarter è lunga… ed è fatta proprio per migliorarsi).
A proposito di questa possiamo già dirvi che i segnalini delle vostre industrie saranno sostituiti – nella versione premium – da miniature di diversi edifici, progettate da Fernando Armentano. Per quanto riguarda la data di lancio, è stato annunciato per metà febbraio del 2021, pertanto rimanete sintonizzati se non volete farvelo sfuggire!