Proseguiamo con i nostri racconti da PLAY, in particolare con le prime impressioni che hanno esercitato su di noi alcuni dei titoli più attesi della manifestazione. In questa occasione vi parliamo di:
– Cacciatori di mostri
– Cartaventura
– Last Message
– Shinkansen
– Starship Interstellar
Cacciatori di mostri (editore: Giochi Uniti)
Impressioni di gioco di: Ivano Franzini
Aspettative iniziali: 4 di 5 (Richard Garfield non lascia mai indifferenti)
Magnetismo del tavolo: 3 di 5 (plancia tonda, token di cartone e abbondanti mazzi di carte)
Rapidità di comprensione: 4 di 5 (regolamento tutto sommato semplice e lineare)
All'atto pratico: 3di 5 (un po' troppo in balia di come "girano" le carte)
Retrogusto: 2 di 5 (mi aspettavo di meglio)
Prendete una generosa dose di magic the gathering e conditela con un pizzico di draft. Togliete ogni riferimento all'interazione diretta e rifinite il tutto con abbondante alea. Richard Garfield torna in Italia con un titolo che pesca a piene mani dalla meccanica delle terre per evocare i mostri, ma lo fa aggiungendo il draft per permettere di giocare fino in cinque. Di base si deve comporre un serraglio di mostri per ogni stagione (ce ne sono quattro in una partita), cercando di ottimizzare la propria collezione di terre per catturarli. La spiegazione delle regole è stata molto rapida e il gioco scorre ugualmente spedito, tuttavia la sensazione è di essere eccessivamente proni alla fortuna di una mano che abbia qualcosa di interessante. Per la verità, in gioco ci sono pure altri tipi di carte per rendere più flessibili le terre, o per avere obiettivi di fine partita, ma il tutto è sembrato troppo situazionale, con l'aggravante che spesso si è obbligati (per giunta a pagamento) a mantenere carte che non servono. In definitiva, l'impressione è stata di essere su una montagna russa e di poter far poco altro che "godersi il viaggio". Il gioco ha una quantità innumerevole di carte, dunque è impossibile vederle tutte se non dopo tantissime partite e, probabilmente, chi ama giocare in maniera del tutto scanzonata può dargli una chance, ma non credo che io personalmente lo rigiocherò.
Cartaventura (editore: PlayAGame)
Impressioni di gioco di: Enrico Procacci
Aspettative iniziali: 4 di 5 (sempre alla ricerca di un buon narrativo)
Magnetismo del tavolo: 1di 5 (chi non sapeva ci fosse forse non l’ha neanche notato)
Rapidità di comprensione: 4di 5 (regolamento spiegato dalle stesse carte del gioco)
All'atto pratico: 3di 5 (l’avventura demo è quasi più un puzzle game che un narrativo…)
Retrogusto: 4di 5 (…ma con qualche carta in più si potrebbero fare buone cose)
Un po’ gettato nell’angolo di un tavolo giaceva Cartaventura. Un solerte spiegatore ci ha subito avvisato che a giocarlo eravamo assolutamente autonomi, bastava leggere le carte e seguire le indicazioni delle stesse. Nonostante il martellante megafono della vicina Tana dei Goblin, siamo riusciti a metterci nei panni di un giovane Artù in questa demo dal limitato numero di carte. La particolarità del gioco è stata presto evidente: giungere al finale migliore non è impresa facile. Dopo una prima run dagli scarsi risultati, abbiamo riprovato e scoperto qualche segreto in più. Dopo aver fatto qualche calcolo sui risultati che ormai conoscevamo, la terza partita è stata quella che ci ha infine fatto giungere alla vittoria. Certo, con un solo finale vittorioso a disposizione sembrava più che altro un puzzle game alla ricerca della giusta combinazione di eventi, ma nella versione completa esistono più modi per finire l’avventura, per cui può essere interessante rigiocarla per giungere a ognuno di essi. Da tenere d’occhio nel futuro!
Last Message (editore: Mancalamaro)
Impressioni di gioco di: Marco Signore
Aspettative iniziali: 3 di 5 (non è un genere che seguo, quindi non avevo particolari aspettative)
Magnetismo del tavolo: 4di 5 (Componenti semplici, ma lavagnette e disegni pieni di cose fanno la loro bella figura)
Rapidità di comprensione: 5di 5 (Poche regole immediate)
All'atto pratico: 5di 5 (molto divertente e giocabile anche in tre persone)
Retrogusto: 5 di 5 (non l’ho preso solo perché non era ancora disponibile!)
In Last Message, i giocatori sono divisi in due squadre: una composta da assassino e vittima, l’altra dagli investigatori. Vittima e assassino scelgono su una plancia piena zeppa di personaggi uno in particolare, e poi la vittima dovrà disegnare o scrivere sulla sua lavagnetta divisa in 9 settori gli indizi perché gli investigatori la trovino. Ma, e qui sta il bello, prima di consegnare la lavagnetta all’altra squadra, l’assassino può cancellare un numero di settori da quanto scritto dalla vittima, quindi agli investigatori arriveranno informazioni incomplete. Questo “twist” nella normale procedura di trasmissione informazioni è quel che mi ha fatto davvero piacere Last Message, oltre alla durata davvero contenuta (abbiamo fatto due partite in meno di mezz’ora, spiegazioni incluse). La longevità è data dalla quantità inverosimile di personaggi sulle innumerevoli plance. Il gioco quindi è risultato divertente e inoltre, a differenza di altri simili, si può anche giocare in tre: l’unico “difetto” è che purtroppo sarà disponibile solo dopo Play.
Shinkansen (editore: Tesla Games)
Impressioni di gioco di: Daniele Silvi
Aspettative iniziali: 2 di 5 (non conoscevo l’autore né il gioco, solo curiosità)
Magnetismo del tavolo: 4 di 5 (bei colori, dimensioni ridotte, componentistica curata)
Rapidità di comprensione: 4 di 5 (meccaniche semplici e lineari. Qualche problema nelle icone)
All'atto pratico: 4 di 5 (si impara subito e scorre veloce. Varie strategie ma non tutte subito chiare)
Retrogusto: 4 di 5 (si ha voglia di rigiocare per tentare altre strade)
Shinkansen è un gioco per 1-4 giocatori edito da Tesla Games e distribuito da Red Glove. Nel gioco bisogna partecipare alla costruzione di una ferrovia e del treno più veloce del Giappone, in tempo per le Olimpiadi di Tokyo del 1964. Nel tabellone centrale i giocatori devono posizionare binari e stazioni per ottenere benefici e prestigio. Nel proprio display personale andranno invece ad allineare carte che rappresentano i diversi vagoni del treno che stanno costruendo (ciascuno dei quali garantirà una possibile azione da svolgere o un beneficio da sfruttare lungo il corso della partita). Mi ha colpito subito quando l’ho visto apparecchiato sui tavoli di prova, per le dimensioni contenute e i bei colori e disegni. La partita si è svolta abbastanza velocemente nonostante fosse la prima e la spiegazione è stata chiara e breve. Mi sono alzato dal tavolo con la voglia di giocarlo di nuovo.
Starship Interstellar (editore: Pendragon Game Studio)
Impressioni di gioco di: Daniele Silvi
Aspettative iniziali: 5 di 5 (la delusione di altri prodotti del segmento mi ha fatto desiderare finalmente un prodotto degno di questo nome)
Magnetismo del tavolo: 5 di 5 (tabellone enorme, molteplici elementi tra cubetti, miniature, segnalini, ecc)
Rapidità di comprensione: 3 di 5 (le meccaniche di base mi sono risultate immediate ma l’impressione è che non si padroneggino se non dopo alcune partite)
All'atto pratico: 4 di 5 (un gioco complesso e profondo ma che definirei “per esperti”)
Retrogusto: 4 di 5 (voglia di rigiocarlo per capirlo meglio ed approfondirlo. Spaventa un po’ la durata che forse si riduce con l’esperienza e la pratica)
Starship Interstellar è un gioco che verrà presto lanciato sulla piattaforma Kickstarter e che si propone come uno dei progetti più impegnativi di Pendragon. Sostanzialmente è un euro game, di selezione delle azioni e gestione delle risorse, ma con una buona e convincente ambientazione, molto legata alle meccaniche. Alcune azioni devono essere svolte cooperativamente, per impedire che il sistema solare venga distrutto anzitempo dall’eccessivo sfruttamento (causando anche la fine della partita), principalmente però il gioco è competitivo e bisogna pensare al proprio tornaconto. Diverse aree del tabellone permettono di colonizzare pianeti, ottenere e trasportare risorse, svolgere azioni politiche, scientifiche e di costruzione della nave spaziale Interstellar (che porterà in salvo l’umanità). Non posso spiegare in questa sede la ricchezza e la complessità dei diversi aspetti del gioco ma posso garantirvi che l’esperienza al tavolo è stata coinvolgente, interattiva e anche divertente, nonostante la competizione sviluppatasi. Un dubbio che mi è rimasto riguarda la durata della partita. Sicuramente il primo approccio risente delle molteplici possibilità di azioni tra cui scegliere, cosa che ha rallentato lo svolgersi dei turni. Ciononostante il downtime non è per niente alto e si è sempre coinvolti nell’esperienza ludica, direttamente o indirettamente. I materiali non erano definitivi in quanto ho provato un prototipo ma già così si sono rivelati davvero accattivanti (pianeti in 3D, grande tabellone centrale, parecchi elementi a disposizione di ciascun giocatore tra puzzilli, miniature, tasselli, cubetti, ecc…).
Sinceramente non vedo l’ora di vedere i materiali definitivi nella futura (ma prossima) campagna Kickstarter. Attesissimo.