Non stiamo parlando della nostra attuale situazione socio-politica… ma dell’ultimo annuncio di Narrattiva, relativa all’edizione in Italiano di Apocalypse World, il nuovo gioco di ruolo di Vincent Baker (già noto per “Cani nella Vigna”).
Vi si schiuderanno scenari post-apocalittici che nulla hanno da invidiare al mondo di Mad Max e alle storie racchiuse nella vostra collezione di Urania!
Vi sentite pronti per l’apocalisse che sta arrivando?
O forse sarebbe meglio dire per l’apocalisse che arrivò.
Nessuno ricorda come o perché ma arrivò.
Forse nemmeno i più anziani hanno mai saputo come accadde. Ma accadde.
Chiudete gli occhi, espandete la mente: siamo ai confini della percezione, onnipresente, urlante, pieno di terrore e odio, il vortice psichico da cui nessuno ha rifugio…
Sono queste le prime sensazioni in cui immergersi quando si parla di Apocalypse World.
Il focus principale del gioco non è, come potreste pensare, l’esplorazione di questa particolare ambientazione, bensì le relazioni fra i personaggi e il continuo mutamento che esse assumono, costantemente in bilico fra lealtà e rivalità. Queste relazioni si complicano ulteriormente quando vengono intrecciate con le trame che il master utilizza per condire il gioco (chiamate “Fronts”).
Una delle cose interessanti di Apocalypse World è, infatti, l’indicazione che Baker suggerisce su come organizzare le sessioni: la gestione non deve essere focalizzata sulla creazione della storia e dell’avventura ma deve concentrarsi sugli spunti che vengono generati durante il gioco (come i personaggi non giocanti e le organizzazioni) e sulla gestione dei “Fronts”.
In Apocalypse World, come in “Cani nella Vigna”, sono presenti regole composte di una sola frase come “Guarda attraverso il mirino”. Sebbene non di immediata comprensione questa regola d’oro indica ai giocatori di guardare “attraverso il mirino” sia le creazioni del master che le proprie e di premere il “grilletto”. L’obbiettivo è chiaro: scardinare il desidero che molti giocatori e master hanno di proteggere le loro creazioni. Chi non si è mai accanito difendendo anche illogicamente i propri “tessori”?
La regola del “mirino” renderà più dinamiche le partite, portandovi a generare ambientazioni in maniera meno statica, pronte a modellarsi in base alle scelte dei giocatori.
Il master in Apocalypse World è chiamato “Master of Ceremony” (MC) e in effetti il suo ruolo è svolto in maniera differente rispetto al solito: il MC non tira mai dadi (se non con regole opzionali) ma incalza i giocatori con insistenti domande rivolte ai propri personaggi.
E sono appunto le risposte di questi personaggi a creare il mondo e modellare gli eventi.
Già dalla generazione dei personaggi il mondo inizia a definirsi in base alle discussioni e alle risposte che vengono fornite dai giocatori (ad esempio il passato dei personaggi, la loro locazione, i personaggi non giocanti che ruotano attorno). Lo spessore dell’ambientazione viene facilitato attraverso l’uso di archetipi distinti per ogni personaggio.
Il gioco, che tratta temi maturi, sembra essere più orientato alla gestione delle campagne che alle one shot, ma, a meno che non vogliate prendere l’edizione Inglese, dovrete aspettare la pubblicazione in italiano per scoprirlo.
Non rimane che aspettare l‘uscita italiana e sperare, come già accaduto in passato con gli altri titoli, che anche questa edizione di Narrattiva possa far desiderare agli americani di comprendere la nostra lingua!