Hasbro, come tutti i giganti editoriali, ha la tendenza a far fruttare le sue galline dalla uova d’oro! In questo caso, ad attirare la nostra attenzione è stato Risk Legacy di cui parecchio si parla in giro. Ennesimo seguito della serie RISK (conosciuta in Italia nella sua reincarnazione, nota con il nome di Risiko) su cui tutti, almeno una volta, abbiamo messo le mani.
In rete già si parla di innovazione, nonostante il nome della serie possa facilmente trarre in inganno. Un titolo RISK destinato a essere rivoluzionario? Possibile mai?
Va subito precisato che Risk Legacy presenta effettivamente parecchie caratteristiche che risultano del tutto nuove, non solo per la serie ma (oseremmo dire) per l'intero ambito dei boardgame.
Innanzitutto l’ambientazione, sicuramente l’aspetto meno originale del progetto ma che se non altro ha il pregio di una buona dose di follia: nel 2128, dopo anni di guerra globale, i ricercatori annunciano di essere in grado di creare nuove Terre (intese come pianeta)! Ma questo non risolve il problema bellico perché a ogni colonizzazione di un nuovo clone di Terra segue pressoché immediatamente una nuova guerra! Su uno di questi Terra-cloni si scontrano cinque fazioni, che vanno dalla primitiva Enclave degli orsi alle robotiche forze delle Khan Industries passando per le umane ma perfettamente addestrate truppe della Balkania Imperiale… e amenità del genere!
Passiamo alle meccaniche, che permettono al gioco di memorizzare in maniera permanente scelte e comportamenti dei giocatori operati durante ogni partita, per impostare dinamiche sempre nuove nelle successive! Come? Attraverso una serie di interessanti espedienti interattivi.
Le schede delle fazioni possono essere personalizzate all’inizio della prima partita con sticker adesivi alternativi che ne definiscono i poteri, così come le risorse possono essere permanentemente distribuite tra i propri territori “attaccando” sticker sulla mappa.
Ma ci sono anche carte che possono essere ottenute nel corso delle partite e che hanno sopra altri sticker destinati a personalizzare ulteriormente mappa e schede.
Alcune di queste carte sono sigillate in pacchetti e possono essere aperte solo al verificarsi di certe condizioni, rendendo così disponibili altri sticker,alcuni dei quali dovranno essere attaccati in specifiche posizioni del manuale per sovrapporsi a determinate regole e modificarle!
E c’è dell’altro! Se conquistate dei territori potete dargli dei nomi scrivendoli sulla mappa! Potete fondare e nominare nuove città conservandole sulla mappa di partita in partita! Potete fortificarle! Potete eliminare interventi sul terreno precedentemente apportati! Potete modificare le capacità produttive dei continenti! Potete…
Fino alla 15° partita potete fare di tutto! Ricordandovi sempre che una scelta presa in precedenza potrebbe ripercuotersi anche 10 partite dopo! Dopodiché il mondo da voi modificato diventerà permanente, unico perché solo vostro!
“Perché un gioco a ogni nuova partita deve sempre riazzerare tutto? Perché il gioco deve essere un tipo di media destinato a ricominciare sempre daccapo? Film e libri sono forme di intrattenimento statico da fruire senza poterle modificare. I giochi, per loro natura, richiedono che sia l’utente a creare l’esperienza. Abbiamo voluto spingere questi limiti fino ad arrivare ad avere effetti permanenti. Ora potete realmente creare la vostra esperienza. Questo gioco non è arte da appendere al muro. Questo gioco è una giacca di pelle da indossare finché avrà una sua storia da raccontare.” Queste sono le dichiarazioni programmatiche di uno dei due autori!
Esperimento riuscito o completo fallimento? Colpo di genio o snobismo pretenzioso? Solo il tempo potrà darci una risposta, ma sapere che menti come quelle di Rob Daviau e Chris Dupuis (Heroscape vi dice niente?) sono dietro al progetto non può che farci ben sperare.