martedì 5 Novembre 2024

Fortress America – Gli USA (di nuovo) sotto assedio!

1984. Il geniale e controverso regista John Milius gira un film a basso budget che diventerà un vero e proprio cult per gli amanti del genere: Alba Rossa. Traendo ispirazione a piene mani dall’isteria paranoica tipicamente americana, Milius descrive con cinico realismo la disperata lotta di un gruppetto di ragazzini del liceo trasformati in coraggiosi partigiani contro una spedizione combinata russo-cubana che ha occupato vaste aree del Nord America.

1986. Sempre partendo dall’isteria paranoica di cui sopra e con più di una strizzatina d’occhi al film di Milius, Milton Bradley pubblica un nuovo titolo nell’ambito della sua fortunata linea di wargames leggeri formato gigante, la Gamemaster Series: Fortress America. Affiancandosi a titoli del calibro di Shogun ed Axis and Allies, il nuovo arrivato proietta i giocatori in uno scenario da incubo, con un’invasione dell’America su tre fronti da parte di altrettante coalizioni internazionali. Riuscirà il valoroso comandante statunitense a fermare le ondate degli aggressori facendo ricorso alla sua superiorità tecnologica e alle forze più o meno organizzate che spuntano come funghi nei territori occupati? O il sogno dei nemici dell’America diverrà realtà?

2012. Dopo più di venticinque anni di perestrojka, rivoluzione digitale, attacchi terroristici, crisi economica globale e quant’altro Fantasy Flight Games pensa che sia giunto il momento di invadere (di nuovo) il Nord America. E ci ripropone questo grande classico, con una componentistica tutta rinnovata e qualche aggiustamento dettato dall’esperienza di anni e anni di intense partite.

Se non avete mai giocato al titolo originale, le premesse sono semplici: Ci troviamo di fronte al classico strategico ameritrash, con una mappona degli Stati Uniti suddivisi in territori e città, un gozilliardo di miniature di plastica, un bel mucchietto di dadi e l’immancabile mazzetto di carte evento che determinano la comparsa delle forze di guerriglia. Il giocatore americano deve sopravvivere alla prima ondata ed evitare che gli invasori catturino 18 città. Gli aggressori, dal canto loro, si troveranno a fare i conti con l’impossibilità di ottenere rinforzi (una volta che un’unità è persa, è persa… il che rende particolarmente importante pianificare con cura i propri obiettivi), la minaccia dei satelliti orbitali USA che possono colpire ovunque in qualsiasi momento, la costante azione di disturbo delle forze partigiane che minacciano le retrovie e la necessità di mantenere il controllo delle stesse retrovie per rifornire le unità più avanzate ed evitare di vedersele eliminare automaticamente una volta isolate dalla costa.

Un contesto drammatico, ottimo per una buona partita emozionante e stimolante sotto l’aspetto strategico? Questo è quello che hanno pensato generazioni di giocatori che da un quarto di secolo continuano ad apprezzare questo grande classico, formando un piccolo ma agguerrito gruppo di sostenitori con tanto di varianti e di espansioni, in alcuni casi (vedi il tentativo del publisher Strafing Run) anche commercializzate.

Ma allora, cosa cambia con questa nuova versione? Non tantissimo e non poco…

Il primo aspetto, quello più evidente, è rappresentato dalla componentistica. Quando uscì la prima versione eravamo nel bel mezzo degli anni Ottanta e quel mucchio di soldatini, aerei (mitici i bombardieri, fatti sulla sagoma del Concorde!) ed hovertank rappresentava un salto da gigante rispetto ai carrarmatini del Risiko!. Oggi però i giocatori sono più smaliziati e chiedono di più da una ditta come FFG, famosa proprio per la qualità dei materiali. Le più di 300 miniature incluse nella scatola sono state dunque tutte rinnovate (i primi esempi sembrano davvero notevoli…), la grafica della mappa migliorata e le carte interamente riviste. Anche i dadi non sono più dei normali cubi a sei facce, ma dadi speciali appositamente concepiti per evitare l’impiego delle tabelle di combattimento. Infine, sono state aggiunte delle nuove tracks che rendono più facile determinare quanto sono vicini gli invasori ad ottenere l’agognata vittoria finale.

Per quel che riguarda il gioco in senso stretto, appare evidente la volontà di non snaturare il titolo classico, confermata anche dai contatti presi con il designer originale Michael Gray. Oltre alla prevedibile riorganizzazione dei territori e dell’ubicazione delle città da conquistare, segnaliamo l’introduzione di un limite di 10 turni (una nuova meccanica dalle conseguenze tutte da valutare sul campo) e soprattutto una variante che prevede l’utilizzo di un mazzo di carte speciali diversificato per ogni invasore, così da caratterizzare maggiormente i nemici dello Zio Sam.

Ora, il tema potrebbe non entusiasmare eccessivamente da questa parte dell’Atlantico, però chi non ha mai sognato di guidare un attacco mondiale contro gli Stati Uniti, di rivivere le eroiche gesta dell’inarrivabile Chuck Norris in Invasion U.S.A., o magari tutti e due? Adesso, dopo venticinque anni, potremo farlo ancora una volta.

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