La Asterion Press ha portato qui alla Play 2012 la versione italiana di un gioco che ha già riscosso un buon successo, e cioè Trajan, di Stefan Feld. In breve si tratta di un classico gioco di piazzamento alla tedesca, ma con un paio di gradite novità. In Trajan, i giocatori impersonano dei senatori romani al tempo di Traiano, e lo scopo del gioco è quello di ritrovarsi alla fine della partita (4 turni) ad avere più fama degli altri, cioè – in termini di banale meccanica di gioco – più punti vittoria.
La componentistica del gioco è nello standard dei grossi “german”: tantissimi segnalini in cartoncino, pedine in legno in 4 colori, una mappa e delle carte, più le schede per i giocatori. In dettaglio, i segnalini sono di diversi tipi, ed includono gli edifici da costruire, una serie di bonus e attività diverse, le risorse per appagare il popolo, ed alcuni segnalini che rappresentano azioni speciali. Le carte rappresentano risorse commerciali da poter raccogliere e vendere durante la partita e le pedine di legno rappresentano gli abitanti dell’impero, a cui si assegna o un ruolo di costruttori o quello militare. Questi ultimi al seguito di un generale romano affiliato con il proprio senatore. Infine due dischi di legno, che fungono da segnapunti, e l’arco di Traiano completano la dotazione di segnalini.
La mappa di gioco è divisa in vari settori. Attorno alla mappa c’è l’immancabile segnapunti, mentre partendo dal basso troviamo tre tracce segnatempo (per 2, 3 e 4 giocatori), l’area del Senato, al di sopra della quale c’è l’area del foro e l’area dei bonus, ed infine più su l’area delle costruzioni, il mare con le navi da trasporto, ed una mappa semplificata delle province europee dell’impero, dove si svolge la parte “militare” del gioco. Da menzionare che in realtà la parte militare è solo un’altra parte del piazzamento e non un confronto di qualche tipo.
Infine, le schede dei giocatori riportano aree per i vari segnalini da raccogliere durante il gioco, ed una zona centrale (in realtà leggermente spostata verso destra) che è formata da sei “piatti” numerati, in ciascuno dei quali ci sono all’inizio della partita due segnalini di legno colorato (ci sono diversi colori, non legati ai giocatori), e ciascuno dei quali riporta il simbolo di una delle sei azioni possibili (vedi più avanti). Quest’area è fondamentalmente il motore del gioco, come vedremo tra un attimo.
Durante il proprio turno i giocatori possono svolgere di base un’azione solamente (che talvolta può portare azioni supplementari). L’azione da compiere viene scelta tra sei possibili: costruzione, foro, Traiano, commercio, militare, senato; ma la modalità di scelta dell’azione è la vera novità del gioco: in pratica il sistema di scelta funziona come nei giochi tipo mancala, cioè il giocatore deve raccogliere i segnalini di legno da un piatto e distribuirli, uno per volta, nei piatti successivi. L’azione scelta è quella riportata nel piatto dove cade l’ultimo segnalino. Quindi scegliere l’azione è un compito relativamente complesso, che richiede pianificazione, ed è infatti la parte meno rapida del turno.
Una volta determinata l’azione, essa viene portata a termine; per esempio, se l’azione scelta è quella di commercio, il giocatore può o pescare una carta commerciale, oppure “vendere” (cioè giocare combinazioni di carte) le merci in suo possesso. La descrizione delle azioni esula dallo scopo di questa preview, ma quella di Traiano merita attenzione: in pratica il giocatore può posizionare una tessera bonus presso il piatto contrassegnato dal segnalino che rappresenta l’Arco di Traiano – il quale trasla nel piatto successivo – e questa tessera viene raccolta quando si giunge a compiere l’azione nel piatto corrispondente con le pedine dello stesso colore riportato sulla tessera.
Pur essendo un tipico gioco di piazzamento, Trajan “eccelle” in due punti. Il primo è il meccanismo di determinazione delle azioni, che è un “gioco nel gioco” e costringe i giocatori paradossalmente ad ottenere le mosse che si vorrebbe pianificare. Questo a prima vista può rallentare il turno, ma in realtà non c’è un numero illimitato di combinazioni, ed inoltre la quantità di pedine spostate per scegliere l’azione funziona anche da timer per il gioco, perché più pedine si spostano, più il turno accelera verso la sua conclusione. Questo significa che i giocatori possono influenzare la durata della partita e persino tentare di impedire agli avversari di concludere una sequenza di mosse, al fine di obbligarli a perdere punti. Questo può avvenire perché alla fine di ogni turno ci sono da esaminare i bisogni del popolo, e se un senatore non può offrire risorse per soddisfarli, questo si tramuta in una perdita di punti.
L’altro aspetto da sottolineare è che in pratica la maggior parte delle azioni porta punti, e quindi i giocatori devono pianificare con attenzione la scelta delle azioni per ottenere il massimo punteggio ogni volta, e la corsa per la vittoria è serrata ed in generale impedisce le “fughe” di un giocatore rispetto agli altri.
L’interazione tra i giocatori c’è ma è relativa, un po’ nello stile di Kingsburg o Stone Age: in pratica si può solo cercare di “bloccare” gli altri, anticipando alcune mosse e divenendo così i primi a segnare punti per una determinata azione. Nonostante questo, tuttavia, Trajan risulta essere un gioco piuttosto veloce (anche grazie al sistema “timer” della scelta delle azioni) e interessante, ma come buona parte dei giochi in stile tedesco, è decisamente un gioco per gamer – una sorta di Stone Age senza dadi. Naturalmente, proprio come ci si aspetta da un german, il tema è virtualmente inesistente, un mero pretesto per giustificare i simboli sulle pedine. In generale, Trajan è decisamente un buon gioco con un paio di idee innovative che danno una boccata d’aria fresca al solito sistema di piazzamento e pianificazione.