mercoledì 6 Novembre 2024

Ugg-Tect: l’architettura all’età della pietra!

L’archeologia ci insegna che il confine tra storia e preistoria è la nascita della scrittura. Questa estate con Ugg-tect (riedizione di Aaargh! Tect! firmato dall’italico autore Walter Obert ) la Fantasy Flight Games invece ci dimostra che l’architettura ha radici molto ma molto più lontane…

Sembra infatti che anche nell’età della pietra, come oggi, gli architetti si cimentassero nel progettare edifici da far costruire ai propri lavoratori. Ma come facevano allora a comunicare un progetto se a disposizione avevano solo dei suoni gutturali, dei gesti e delle clave? E’ proprio per rispondere a questo interrogativo che nasce Ugg-tect!

Il gioco, che potrebbe essere definito un party game per la goliardia insita nel progetto, prevede da 2 a 8 giocatori. In realtà, essendo un gioco a squadre, 2 o 3 giocatori possono giusto provare una modalità allenamento mentre le partite iniziano ad essere davvero interessanti con 4, 6 o 8 giocatori, che possono formare due squadre complete.

All’interno di ogni squadra un giocatore (il più ingegnoso) avrà il ruolo dell’architetto e prenderà una delle due simpatiche clave gonfiabili presenti nella scatola ed il foglio di riepilogo dei movimenti e dei suoni per impartire ordini agli altri giocatori. Il resto della squadra interpreterà i lavoratori, ognuno con uno o più pezzi di costruzione a propria disposizione.

Durante ogni manche di gioco gli architetti prenderanno una carta progetto che rappresenterà una costruzione da realizzare. Dovranno poi “mimare” ogni singola fase della costruzione alla propria squadra. Ad ogni gesto corrisponderà il colore e la tipologia di un elemento e ad ogni suono gutturale un posizionamento che i lavoratori dovranno eseguire. Così che se l’architetto, sfruttando tutto l’ingegno a propria disposizione, si porta le mani alla testa urlando: “MANUNGU MANUNGU!” può voler dire due cose: o “metti il pezzo triangolare rosso indietro”, se visto con gli occhi di un cavernicolo, oppure “ho seriamente bisogno di un buon psichiatra” se visto con gli occhi di un giocatore del 2012.

Ma non sottovalutiamo l’evoluzione dell’uomo primitivo che, essendosi già dotato all’epoca di avanzati strumenti di comunicazione (una clava) può così comunicare la corretta esecuzione dei lavori da parte della squadra. Un colpo sulla tua testa vuol dire “posizionamento corretto”; due colpi sulla tua testa ”mi sa che abbiamo sbagliato qualcosa”; un colpo sulla mia testa “cancella l’ultimo ordine”.

Non appena un architetto deciderà che la propria costruzione è completa ne decreterà la fine con 3 colpi di clava sul tavolo. Se l’edificio resterà in piedi i giocatori dell’altra squadra dovranno valutarne la realizzazione in base alla carta progetto e, in caso di corretta esecuzione, acclamare l’assegnazione dei punti vittoria indicati sulla carta alla squadra avversaria con urla e schiamazzi. In caso contrario sarà loro compito radere al suolo l’oscenità penalizzando con -1 punto agli avversari.

Subito dopo inizierà una nuova manche con un’altra carta progetto e i nostri cavernicoli potranno così continuare a testimoniare la propria evoluzione finché una delle due squadre non avrà raggiunto il traguardo dei 10 punti vittoria (riconquistando così non solo la vittoria della partita, ma anche la possibilità di ricominciare a utilizzare la parola)!

Il gioco ha numerosi pregi, quali la semplicità delle meccaniche, le clave (che vi permetteranno di togliervi qualche soddisfazione se all’interno della vostra squadra c’è il vostro lui o la vostra lei) e l’opportunità di vedere un vostro amico saltare dalla sedia urlando: UGUNGU KARUNGU!!!! (ovvero: “prendi ed inclina il cilindro bianco” oppure “temo che l’impepata di cozze mischiata alla caponata stia risvegliando nel mio stomaco sentimenti mai provati prima”).

Se le meccaniche fin qui descritte vi ricordano altri giochi non state affatto sbagliando, specialmente se state parlando dei giochi precedenti sempre firmati da Obert , come Hystericoach o Tokyo Train. Ugg-Tect è stato definito dall’autore (in questa nostra intervista registrata poco dopo il lancio dell’edizione tedesca) come il terzo e ultimo rappresentante della “trilogia del casino”. L’imminente edizione statunitense è una conferma del successo del gioco dove è stato pubblicato fino ad ora, l’edizione italiana la seguirà, grazie a Giochi Uniti, in una non ancora precisata data e con un titolo diverso nella pronuncia ma uguale nello spirito: Arrgh-tek!

In definitiva un solo consiglio su tutti: da non provare in un luogo pubblico!

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