Come un fulmine a ciel sereno o, se preferite, una marea improvvisa.
Era stato annunciato nella prima parte dell’anno, creando un tam tam anche tra i vecchi appassionati e poi, all’improvviso, se ne erano perse le tracce.
Il destino di Pirates of the Spanish Main sembra legato indissolubilmente a una serie di frenate e ripartenze, come già accadde con la prima versione tridimensionale del gioco e come è avvenuto negli ultimi tempi con la nuova versione in cardgame, da qualche settimana disponibile…
Alla conquista dei sette mari
A proporre questa nuova versione delle avventure cappa e spada è la Wizkids/Neca, che, come un galeone spuntato dalle nebbie, ha iniziato la distribuzione del gioco quasi “senza colpo ferire” dopo una campagna di annunci non proprio oculata. Quella di Pirates of the Spanish Main – Shuffling the Deck è infatti una mini-odissea, fatta di anticipazioni, smentite e sorprese che oggi, ci consegna questo ritrovato ludico con la veste nuova del gioco di carte e in formato famiglia. Ripercorriamo in fretta le tappe principali di questi continui cambi di rotta, per scoprire se, anche nelle intenzioni degli editori qualcosa non è andato come previsto.
Era dal 2008 che non si sapeva più nulla di un format di discreto successo, che riproduceva, in scala mini, assalti navali tra galeoni componibili. A distanza di quattro anni, lo scorso aprile, Wizkids/Neca annuncia di riproporre il filone piratesco ripescando un titolo dal passato, ma ridefinendone i connotati. Insomma, la scorsa primavera sembrava tutto pronto per un’uscita in pompa magna. Poi, stranamente, la casa di produzione ha di nuovo perso la bussola, finché, nelle ultime settimane è partita la distribuzione del nuovo cardgame un po’ in sordina.
Tante peripezie saranno valse a dare vita a un titolo valido? O nel frattempo gli animi si saranno raffreddati? Di certo, c’è che il game design porta la firma di Bryan Kinsella e Phil Walker-Harding, con le illustrazioni a opera di Chris Raimo e, udite udite, un ringraziamento speciale per Vlaada Chvatil per qualche dritta nella definizione del cardgame. Vediamo se l’esito è soddisfacente e per non incocciare in ulteriori prese alle spalle, affiliamo le spade, ma lasciamo perdere la benda e il rum: in Pirates of the Spanish Main servono attenzione e sagacia per avere la meglio sui nostri avversari.
La dotazione di un buon pirata
In Pirates of the Spanish Main – Shuffling the Deck i giocatori comandano in “incognito” delle navi, ciascuna delle quali è associata a un pirata la cui identità verrà mantenuta segreta da chi lo ”impersona”. Ogni nave e il suo pirata solcano i mari in cerca di gloria, ma possono incorrere anche in qualche imboscata. Durante l’intera partita, i vascelli vengono affiancati al centro del tavolo di modo che i loro proprietari siano, da principio, ignoti: ogni giocatore cercherà, utilizzando le carte movimento, di invertire le posizioni delle navi a seconda degli effetti che le carte avventura applicheranno su una o più navi a ogni turno, cercando di favorire la nave accoppiata al “proprio” pirata e penalizzando, se possibile, quelle altrui. Attenzione, però, a non scoprirvi troppo: i vostri nemici potrebbero intuire l’identità del vostro filibustiere e coprirlo di vergogna da una riva all’altra dell’oceano.
Il gioco è un classico titolo rivolto a tutte le età da 2 a 4 giocatori, con un’ambientazione un po’ appiccicata che però promette di far immedesimare i giocatori nelle furbate da bucanieri, per mezzo di alcune scelte che possono penalizzare gli avversari. Tra i componenti, troviamo 58 carte avventura, 9 carte navali doppia faccia, nave integra o danneggiata (3 per ciascuna nazionalità, ossia inglese, spagnola e olandese), 9 carte pirata che corrispondono alle navi, 24 carte movimento e 9 carte cargo. Obiettivo di tutti i giocatori è quello di guadagnare più fama dei propri avversari e diventare, così, il pirata più glorioso dei sette mari. Al centro del tavolo, vengono disposte le 9 carte nave. Al di sotto di esse, sistemiamo una carta cargo al cui fianco viene girata la prima carta avventura che darà avvio al gioco. Per completare il setup, basta a questo punto consegnare 2 carte pirata a ciascun partecipante (3 se si gioca in 2) che i rispettivi proprietari terranno coperte, ciascuna delle quali è associata a una precisa imbarcazione, girando le prima tre carte movimento. Siamo così pronti a salpare l’ancora e dare il via alla nostra lotta per la fama.
Che mi prenda un colpo se quello non è il vecchio Tom!
Durante il proprio turno, i giocatori possono scegliere una delle seguenti azioni: giocare una carta movimento, riparare le navi,ossia riportarle girate dal lato “non danneggiato” (condizione che impedisce al galeone di guadagnare fama e dunque un bel danno per i filibustieri al tavolo), decidere di accusare un giocatore o, semplicemente, passare la mano. Accusare un giocatore significa affibbiare a un avversario il nome di un possibile pirata possessore, come indicato nelle relative carte, di una nave. L’accusato si troverà costretto a rivelare la sua identità in caso di affermazione corretta, consegnando metà della fama indicata sulla carta corrispondente al suo “accusatore”. In caso contrario, il turno si conclude con un nulla di fatto, un bel buco nell’acqua per il giocatore costretto a mano concludere il turno. Chi sceglie di giocare una carta movimento, invece, dovrà optare per una della tre scoperte, cercando naturalmente quella più vantaggiosa per le proprie navi, stando ben attendo a non scoprirsi troppo.
Una volta conclusa l’azione, viene risolta la carta avventura girata in principio, che può portare effetti positivi o negativi alle navi distese al centro. Questa, se vogliamo, è la parte più astratta del gioco, ma anche quella che può riservare le sorprese più grosse, come imbattersi in una mappa del tesoro (1 punto fama per le prime tre navi non danneggiate) o vedersi attaccati nel mitico Kraken (che dimena i suoi tentacoli su 3 vascelli indicati). Per tenere il conto della fama guadagnata, basterà apporre sotto alle navi le relative carte che agiscono su di esse. Quando i velieri sono danneggiati, invece, le carte saranno girate dal lato apposito. Il gioco prosegue in questo modo, a turni, finché la pila delle carte avventura non si esaurisce. A questo punto, tutti i giocatori rivelano la loro identità piratesca e fanno incetta della fama guadagnata dalle rispettive flotte: chi ne detiene più di tutti, governa i mari e vince la partita.
Aprendo lo scrigno…
Malgrado le meccaniche non troppo innovative, Pirates of the Spanish Main: The Card Game promette di regalare non meno di 30 minuti di divertimento a tutta la famiglia. Il meccanismo delle identità nascoste e l’ambientazione un po’ astratta (come spesso accade nei giochi di carte), ma pur sempre esotica, garantiscono una forte interazione tra i giocatori, che dovranno impostare un pizzico di strategia per non scoprirsi troppo e rivelare ai nemici le proprie navi. Insomma, l’attesa è stata lunga, le tappe un po’ forzate, ma se siete in cerca di un cardgame dalle regole semplici, con il pepe del bluff e degli eventi a sorpresa, varrà la pena salpare a bordo della creatura figlia di Wizkids/Neca.