Ne avevamo scritto un'anteprima qualche mese fa in occasione del suo annuncio e, dopo averlo abbondantemente provato nella versione italiana pubblicata da Asterion Press, ecco le nostre impressioni su questa seconda espansione ufficiale per 7 Wonders, il pluripremiato titolo di Antoine Bauza.
E’ dobbligo però, prima di esprimere giudizi, iniziare con una doverosa precisazione: negli ultimi anni abbiamo visto spesso espansioni che, a differenza di quanto il nome suggerisce, non espandono il gioco base, ma lo completano… Una strategia commerciale comprensibile per la longevità del prodotto sugli scaffali ma che spesso degenera e rende palese il fatto che al gioco manca qualcosa che sarà venduto in un secondo momento.
Come se al ristorante ti portassero gli spaghetti e ti dicessero che per il sugo c'è da aspettare, e lo paghi a parte. Con 7 Wonders non fu così: il prodotto era completo, non si sentiva affatto la necessità di espanderlo.
Ma ovviamente un titolo di successo come questo non poteva rimanere senza seguiti, per cui sono usciti prima Leaders e adesso Cities. Il primo, dopo molte prove sul campo, ci ha lasciato un pò “freddi”. Di conseguenza la nuova espansione ha creato timori e aspettative.
Scopriamo se Cities ha dato risultati migliori del predecessore…
La principale innovazione di Cities consiste nell’aggiunta delle carte Città (si distinguono dal colore nero): nove carte per ogni era, che danno quindi ai giocatori la possibilità di utilizzare una carta in più ad ogni turno e di giocare fino ad otto persone (il manuale comunque consiglia di giocare in 8 solo con la variante a squadre, altra novità descritta al termine). Indubbiamente questa meccanica si integra in maniera più elegante rispetto a quanto proposto da Leaders, dove venivano aggiunte fasi di gioco. Tuttavia giocare una carta in più ad era rappresenta un importante innovazione rispetto alle regole base. Anche senza aggiungere gli effetti speciali propri delle carte nere, il semplice fatto di giocare una carta aggiuntiva impatta parecchio sull’esperienza di gioco. In generale è probabile che di media si facciano più punti di una partita senza espansione.
Le carte Città hanno effetti molto vari: ci sono carte che influenzano il denaro, per esempio dando nove monete al giocatore e due a quelli adiacenti, oppure che influenzano la forza militare, come le legioni che hanno cinque scudi contro i tre che ci sono normalmente nella terza era. In linea generale le carte Città hanno effetti più potenti degli equivalenti normali, ma hanno di conseguenza un costo maggiore.
Oltre ai normali effetti potenziati, le carte Città introducono alcune nuove meccaniche di gioco. Il Debito ad esempio è un effetto che obbliga tutti i giocatori, al termine della fase, a pagare un tot di monete, o prendere punti vittoria negativi (ci sono appositi segnalini nuovi per questo scopo). Questa meccanica obbliga i giocatori a stare attenti alle proprie finanze, e conferisce una maggiore importanza alle carte Gialle, che nel gioco base risultavano in effetti meno importanti rispetto alle altre.
Altra meccanica nuova, la Diplomazia: alcune carte permettono di ottenere un gettone Diplomazia, che dovrà essere usato nella successiva fase di battaglia, e permette al giocatore di uscire dalla lotta, facendo combattere tra loro i suoi vicini. Questa meccanica ben si sposa con il gioco di molti, che preferiscono investire più su altro rispetto alla potenza militare. Va detto che, alla fin fine, è come giocare una carta da due punti, ma ha il vantaggio di non concedere punti ad entrambi i giocatori accanto, visto che dei due, uno dovrà pur perdere!
Ultima aggiunta le carte Spia, che simulano una carta verde dei giocatori vicini, permettendo così di ottenere punti sugli sforzi altrui.
Oltre alle nuove tipologie di carte abbiamo, come è facile intuire, nuove Gilde e nuovi Leader, che sfruttano le meccaniche di Cities, e due nuove meraviglie: l’El Khasneh di Petra e la Cattedrale di Santa Sofia di Bisanzio.
Petra è una antica città della Giordania nota per essere stata il principale snodo delle rotte commerciali e per i suoi palazzi scavati nella roccia (il più famoso è appunto l’El Khasneh) . A testimoniare tanta ricchezza troviamo dei livelli di meraviglia che si sbloccano proprio con la pecunia: sul lato A si ottengono 7 punti pagando 7 monete, sul lato B allo stesso modo si possono ottenere ben 14 punti!
A giudicare dalla beltà dell’illustrazione, possiamo intuire che la basilica di Santa Sofia che ci apprestiamo a costruire a Bisanzio sia quella risalente all’imperatore Giustiniano I il grande: a questa è stato associato l’approccio diplomatico infatti: oltre ai punti vittoria, si ottengono i suddetti segnalini diplomazia (sul lato A al secondo livello, sul lato B su tutti e due).
Tutti i segnalini, carte e plancette di Cities, sono contenuti in una scatola lunga e stretta della stessa dimensone di Leaders. Se siete dei fan accaniti di 7 Wonders e avete già accumulato espansioni e le eventuali carte e meraviglie promozionali pubblicate negli anni, stavolta per far entrare tutto nella scatola base (nota per essere sovradimensionata) dovrete rimuovere l’inserto termoformato in plastica.
Come detto Cities si innesta in maniera piuttosto indolore sulle meccaniche base di 7 Wonders, e si avverte la sensazione che il gioco sia stato realmente espanso. Dopo le prime partite appare anche chiaro che le strategie da attuare cambiano completamente: l'esperienza di gioco è molto diversa, la sensazione è di una maggiore interazione e di maggiori possibilità di sviluppo. Tuttavia non è detto che questo cambiamento sia gradito, spesso nelle partite giocate è rimasta la sensazione che 7 Wonders fosse si diverso, ma non per questo necessariamente migliore. La meccanica del Debito obbliga a giocare con attenzione le monete, la Diplomazia rende le battaglie un affare più strategico, e le Spie rendono il giocare le carte verdi un arma a doppio taglio, andando a rendere più complesso un titolo che faceva dell'immediatezza e della semplicità uno dei suoi maggiori punti di forza.
In definitiva possiamo dire che Cities è un’aggiunta gradevole, ma che va utilizzata solo da chi effettivamente cerca un’esperienza diversa da quella offerta dalla scatola base, un’esperienza che appagherà chi cerca maggiore complessità e interazione in 7 Wonders.