mercoledì 25 Dicembre 2024

City of Remnants – un mix di meccaniche in un mondo prigione

L’universo è un luogo immenso, ma i bellicosi Yugai hanno deciso di provare comunque a conquistarlo tutto. Pianeti e mondi alieni cadono sotto il dominio di questa razza aggressiva, uno dopo l’altro, e le popolazioni conquistate vengono deportate in “mondi prigione”, dove è più facile controllarle.
La vita in queste carceri senza sbarre è durissima e i prigionieri si riuniscono in bande, nascondendosi nelle poche città presenti, lottando tra loro per la sopravvivenza e affrontando di tanto in tanto le pattuglie Yugai che controllano il territorio.

Il “mondo prigione” di Gatorum è il teatro di guerra dove si svolgeranno le partite a City of Remnants, il nuovo gioco di Plaid Hat Games, in cui alla guida della propria fazioni di prigionieri i giocatori si sfideranno con lo scopo di sopravvivere e di diventare la più famigerata banda del pianeta…

Con City of Remnants, La casa editrice di Mice & Mistics e Summoner Wars abbandona il fantasy per gettare uno sguardo a un universo urbano fantascientifico e tetro, dominato dalla guerra e dalla violenza.
Un po’ Fuga da New York, un po’ La Fortezza con una spruzzata di Terminator: ecco in sintesi l’ambientazione di City of Remnants, il nuovo gioco sviluppato da Isaac Vega e annunciato qualche tempo fa sulle nostre pagine.

Abbiamo studiato il regolamento di questo wargame tattico per 2-4 giocatori, in cui però anche la parte gestionale riveste un ruolo non secondario e presenta una commistione tra i due generi, mescolandoli in un cocktail dal sapore … bé, c’è un solo modo per scoprirlo, assaggiarlo!

Come abbiamo accennato, in City of Remnants ogni giocatore riveste il ruolo di un capobanda, ognuno con proprie motivazioni e qualità speciali: ci sono, ovviamente, gli umani, ma anche razze aliene vittime dei micidiali Yugai.
Il tabellone rappresenta la città di Gatorum, suddivisa in tre aree (corrispondenti ai bassifondi, alla periferia e al centro città) e dotata di una griglia dove muovere le proprie unità e combattere. Il tavoliere è stampato da entrambi i lati per essere usato differentemente a seconda del numero dei partecipanti.
Ogni giocatore riceve la propria plancia personale, che ultimamente va tanto di moda, in cui si trovano il conta turni, l’area deposito per le proprie unità, quella dove segnare il proprio punteggio di “influenza” e una serie di informazioni utili che evitano di consultare il regolamento durante il gioco (ovvero la lista delle azioni che è possibile scegliere durante il proprio turno e  le condizioni per guadagnare influenza).

La dotazione di City of Remnants appare di prim’ordine: carte specifiche per ogni banda, carte mercato nero, tasselli a pacchi e, ovviamente, miniature. Complessivamente vi sono 64 figurini suddivisi in quattro colori diversi.

A inizio partita ogni giocatore sceglie o estrae a caso un capobanda, scegliendolo da un apposito mazzo di carte. Da un altro mazzo comune potrà reclutare, invece, i componenti della propria banda disponibili durante ogni turno; quest’ultima quindi potrà diventare più numerosa nel corso della partita tramite il reclutamento di altri brutti ceffi. Da notare che ogni carta (o gruppo di carte) presenta un particolare sgherro con abilità e caratteristiche specifiche: alcune utili in battaglia, altre necessarie per altri scopi.
City of Remnants è suddiviso in turni di gioco, ognuno ripartito in fasi. La partita prosegue nella classica routine fino a quando non sono stati assegnati complessivamente 200 punti fama. Nel momento in cui la riserva di tali punti si esaurisce, la fazione che ne possiede di più viene dichiarata vincitrice.
Ma vediamo nel dettaglio l’anatomia di un turno di City of Remnants.

Fase Rinnovamento(Reset Phase)
Viene saltata solo nel primo turno di gioco. Permette a ogni giocatore di rinnovare la propria mano di carte, il cui numero è pari al valore di influenza della propria banda. In questa fase vengono distribuiti anche gli ARC (la valuta del gioco) e vengono rivelate nuove carte del mercato nero e nuove carte unità da assoldare. Le carte della mano provengono da un mazzo che è specifico per ogni giocatore.

Turni dei Giocatori(Player Turns)
Ogni giocatore può eseguire un’azione nel proprio turno o effettuare mosse particolari fuori dal proprio turno. Iniziando dal primo giocatore e andando in senso orario, ognuno esegue un turno. Questa fase termina quando ciascuno ha portato a compimento i propri quattro turni. Per ogni turno eseguito, il giocatore pone un proprio tassello sul conta turni della sua plancia, tenendo così conto di quante azioni può ancora compiere.

Fase Pattuglie Yugai(Yugai Patrol Phase)
I giocatori non devono solo guardarsi le spalle dalle bande controllate dagli avversari, ma devono pure stare attenti alle pattuglie di Yugai che, ogni turno, appaiono sul tabellone rappresentante la città di Gatorum. In questa fase, infatti, le pattuglie aliene già presenti sul tabellone vengono rimosse e mescolate in un sacchetto di stoffa, che fa parte della dotazione. Successivamente vengono rivelate due carte Yugai che indicano in quale quadrante nuove pattuglie degli aggressivi alieni faranno il loro ingresso. A questo punto si procede all’estrazione di due tasselli Yugai che indicano il tipo e la consistenza di ciascuna pattuglia.
Inutile dire che una pattuglia Yugai che appare su un quadrante già occupato dai giocatori da origine a un combattimento. Analogamente, se i membri di una banda si muovono in un quadrante occupato dagli alieni … Esatto: si combatte!

Fase Fama(Renown Phase)
In questa quarta e ultima fase, sono assegnati i tasselli fama ai giocatori in base alle caratteristiche delle proprie unità e agli insediamenti che in quel momento sono controllati dalla banda. Quando non è più possibile assegnare punti fama, perché terminati, la partita ha termine e si dichiara vincitore chi possiede più punti.

Il cuore di ogni turno di City of Remnants è quello dedicato ai giocatori. Come detto poc’anzi, nel turno dei giocatori, ogni capobanda può svolgere fino a quattro azioni o giocare una carta dalla propria mano, influenzando il gioco in vari modi. Le azioni possibili tra cui scegliere sono sei: reclutamento, acquisto, produzione, vendere, rinnovare, muovere.

Il reclutamento prevede un meccanismo ad asta. Il giocatore che sceglie questa azione, seleziona una carta unità con un ceffo che desidera aggiungere alla propria gang. Per ottenerlo si esegue una classica asta al rialzo, durante la quale chi passa perde l’opportunità di acquisire quella particolare unità.
L’acquisto consente di equipaggiare i membri della propria banda al mercato nero, scegliendo tra le merci disponibili (che vengono rinnovate a ogni fase di rinnovamento). Quest’azione non prevede aste e l’acquisto è possibile grazie ai propri ARC. Sempre in questa fase è anche possibile acquistare punti fama, ma non più del proprio valore di influenza e, ovviamente, se si hanno abbastanza ARC da spendere!
L’azione di produzione consente di attivare le abilità speciali degli insediamenti controllati dal giocatore oppure di costruirne uno nuovo scegliendolo tra quelli disponibili (gli insediamenti sono caratterizzati da un tassello che viene posto sulla mappa quando è costruito e da una carta con le informazioni pertinenti).
L’azione di vendere consente di scambiare i prodotti dei propri insediamenti per ottenere denaro.
L’azione di rinnovamento consente di cambiare la propria mano di carte in maniera identica a come avviene durante la fase di rinnovamento di inizio turno e, infine, l’azione di movimento consente di muovere un numero di unità sulla mappa pari al proprio valore di influenza.

Una parola in più meritano gli insediamenti che rappresentano l’unico modo per trasformare l’altrimenti inutile territorio che la propria banda controlla in una zona produttiva. Chi controlla un insediamento ottiene a ogni turno punti fama, tasselli produzione che possono a loro volta essere venduti per acquisire ricchezza (rappresentata dagli ARC)
Un altro elemento che riveste grande importanza durante una partita a City of Remnants è l’influenza, che (scusate il gioco di parole) influenza parecchi aspetti: dal numero di carte che si possono tenere in mano, a quello delle unità da muovere, fino ai punti fama che è possibile acquistare se si sceglie l’azione “acquistare”. L’influenza si ottiene durante il gioco in diversi modi e non può essere persa, anche se le condizioni che hanno portato ad aumentarla vengono meno nel corso della partita.

Infine, quando membri di bande diverse si incontrano avviene una battaglia. In base al proprio valore di influenza, ogni giocatore seleziona un certo numero di carte dalla propria mano oppure ne pesca alla cieca dal proprio mazzo. Le carte di ciascun contendente vengono rivelate contemporaneamente e si verifica la presenza di eventuali abilità speciali utilizzabili dai membri della banda coinvolti nel combattimento. I valori di battaglia così determinati sono modificati da un tiro di dado. Si tirano tanti dadi quante sono le miniature coinvolte nello scontro o adiacenti al quadrante dove questo avviene. Il risultato del tiro dei dadi si somma a quello del valore di battaglia determinato dalle carte messe in gioco: chi ottiene il numero più alto ha vinto il round ed elimina un’unità dell’avversario. Si continua così fino a che uno dei due contendenti non viene eliminato.

City of Remnants sembra collocarsi tra un gestionale e un wargame tattico. La costruzione e il controllo di insediamenti è vitale per assicurare il denaro e i tasselli produzione necessari a reclutare unità sempre più letali e merci utili agli scontri al mercato nero. La vittoria si ottiene collezionando punti fama e gli scontri, pur necessari per conquistare ad esempio gli insediamenti altrui, non ne forniscono. A questo si aggiunge l’intrigante presenza degli Yugai che possono scombussolare i piani delle bande, apparendo e scomparendo con le loro pattuglie ad ogni turno (ma è previsto che le bande possano “corrompere” gli Yugai per evitare uno scontro).
Dall’analisi, seppure non approfondita del gioco, emerge una quantità di meccaniche inserite nel gioco davvero notevole: aste, combattimenti tattici, collezione oggetti, ecc. La questione è se questa miscela si fondi in un cocktail dal sapore piacevole o non risulti, piuttosto, indigesto ai palati di chi adora il wargame ma deve gestire anche la propria banda e, al contrario, chi adora coltivare il proprio orticello e odia dover interagire con masse di scalmanati decisi a buttarlo fuori dai propri insediamenti duramente costruiti durante la partita.

Il regolamento è ben scritto e la prima impressione è per noi positiva, anche per la quantità e la qualità dei materiali dichiarati. Però, solo una prova su strada, o meglio, un aperitivo, ci dirà se il cocktail di meccaniche offerto da City of Remnants è buono come sembra oppure no!

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