Chi non conosce forse il più famoso degli investigatori letterari mai creato, Sherlock Holmes di 221b Baker Street, Londra? Il suo personaggio ha ottenuto un successo planetario fin dai primi racconti, costringendo persino il suo creatore a farlo resuscitare quando lui stesso l’aveva fatto morire perché si era stancato del personaggio.
Ora è possibile rivivere il ruolo di uno degli “irregolari” del sommo Holmes, cercando di risolvere 10 intricati casi criminali nella Londra vittoriana, grazie a Sherlock Holmes Consulente Investigativo (SHCI), localizzato in Italia da Asterion Press. Il gioco, ideato da Raymond Edwards, Suzanne Goldberg e Gary Grady nel 1981, era già comparso in Italia nel 1987 grazie a un’edizione firmata da International Team. L’edizione di Asterion, presentata in occasione di PLAY 2014, fa riferimento al recente rilancio del gioco avvenuto per opera di Ystari circa due anni fa.
La confezione contiene 10 avventure e tutto il materiale necessario per raccogliere ed elaborare indizi sul caso, come giornali dell’epoca (creati appositamente per le avventure), un annuario di Londra che include gli indirizzi di edifici e persone, ed una serie di volumi ciascuno relativo ad uno specifico caso. Il gioco può essere giocato da 1 ad 8 giocatori, sia in forma competitiva che cooperative.
A Play 2014 abbiamo potuto provare il gioco con un caso speciale, costruito apposta per la fiera, e non incluso nella scatola del gioco, e vi possiamo narrare quindi la nostra prima esperienza investigativa.
I materiali di SHCI sono molto belli da vedere e da sfogliare, e consistono essenzialmente in 10 libretti a colori (uno per caso), una serie di pagine di giornale del 1889, un annuario di Londra, una mappa di Londra con edifici e settori codificati da lettere e numeri, e le istruzioni.
Ogni caso inizia con una parte narrativa, che ci introduce alla situazione da cui partiremo per le investigazioni. Ogni volta che seguiamo una pista, andremo a leggere nel libretto del caso che seguiamo il codice numerico della pista stessa, un po’ come in un libro game. Ma i paragrafi non ci rimandano ad altri paragrafi: ci descrivono invece la situazione, e sta a noi decidere su cosa o su chi indagare o a chi chiedere tra i nostri contatti. Questo rende l’esperienza di gioco estremamente “libera”: se la pista che abbiamo scelto non ci porta a niente, semplicemente non ne ritroviamo il codice numerico all’interno del libro del caso, quindi proveremo a seguire un’altra pista.
Per esempio, nel caso investigato che abbiamo affrontato, il primo indizio che riceviamo è una nota scritta in numero di tre cifre, tranne i primi due, preceduta da due lettere. Compito degli investigatori è decifrare la nota. Un altro esempio relativo alle piste: sul corpo della vittima del caso ritroviamo un biglietto che riporta il nome della prestigiosa casa d'aste Sotheby's e il nome di tre usurai. Dovremmo iniziare a fare domande alla casa d'aste, o recarci senza perder tempo ad investigare dagli usurai? O ancora seguire un'altra pista? Questi sono i tipici enigmi che ritroviamo in SHCI.
Quando abbiamo risolto abbastanza enigmi e seguito abbastanza piste, ci sentiremo in grado di poter tornare da Holmes con la soluzione. Lui ci porrà una serie di domande, e noi guadagneremo punti per le risposte giuste. Le domande che ci porrà il celebre investigatore sono riportate, naturalmente, nelle istruzioni e note del gioco, in modo da poter confrontare le risposte senza dover ricorrere ancora una volta al nostro intuito, e se le nostre piste ci hanno portato sulla linea investigativa giusta, la risposta che daremo sarà quella prevista dal gioco, e quindi ci fornirà un punto. A questo punto confronteremo il numero di piste che abbiamo seguito con quelle che ha già seguito Holmes (che aveva già brillantemente risolto il caso). Per ogni pista in eccesso rispetto a quelle che ha seguito lui, perderemo un punto.
SHCI è senza dubbio un gioco meravigliosamente ambientato, ed i materiali aiutano ulteriormente a sentire l’atmosfera. I casi della scatola non abbiamo potuto esaminarli, ma già quello costruito apposta per Play era sufficientemente complesso ed intricato. Sebbene giocato come cooperativo in fiera, SHCI ha anche altre due modalità: solitario e competitivo. Al momento non possiamo definire quanto sia rigiocabile il gioco, ma 10 casi sono parecchi da gestire, e comunque una partita non è breve (a meno che, naturalmente, non siate voi stessi il buon Sherlock). Nell’attesa di una prova più estensiva, possiamo dire che SHCI è un gioco che non si rivolge al pubblico casual, perché richiede impegno e l’approccio giusto, insomma si deve essere preparati ad affrontare questo tipo di sfida. Non ci sono cubetti da piazzare o dadi da tirare: solo la lettura e l’intenso uso della deduzione e dell’osservazione!
Per sapere se Asterion ha fatto bene a puntare sulla riedizione di questo storico titolo (vincitore dello Spiel des Jahres nel 1985), dovrete pazientare il tempo necessario ad affrontare tutti i casi presenti nella scatola. Ne parleremo in fase di recensione.