giovedì 26 Dicembre 2024

Dead of winter: narrativo e collaborativo in cerca di una nuova dimensione

Premessa necessaria: questo non è un gioco a tema zombie. Vista la recente invasione, non già di morti ambulanti, ma di titoli che riprendono il tema tanto caro a George Romero, è fondamentale precisare che Dead of winter, gioco su cui alziamo il sipario oggi, non ha nelle figure dei cadaveri assetati di sangue il suo tema portante. O, almeno, non nei termini che siamo soliti incontrarli in ambito ludico. La creazione attesa nelle prossime settimane al debutto negli scaffali americani,che porta la firma di Isaac Vega e Jon Gilmour, riserva, sì, spazio anche agli inflazionatissimi nonmorti, ma l’idea centrale del gioco è molto più ampia di un semplice massacro di carne macilenta e putrefatta.

Presentato alla BGG.con 2013 sotto forma di prototipo, e annunciato sul mercato per il 2014 (anche in italiano), “Dead of winter” è un titolo da 2-5 giocatori, prodotto dalla Plaid Hat Games (nota soprattutto per aver dato alle stampe Summoner wars) e capostipite della serie ludica denominata Crossroads. Il setting rimane quello tipico dell’apocalisse zombie, ma il titolo in questione promette un’esperienza di gioco molto più ampia e appagante del classico macello in compagnia. Tra le novità più attese di fine anno, “Dead of winter” è infatti un gioco semi-cooperativo, dove i giocatori avranno sì in comune l’obiettivo di sopravvivere, ma ciascuno di loro dovrà perseguire anche i propri scopi segreti. Come se non bastasse, nel gruppo si anniderà almeno un traditore, il che renderà il gioco molto più imprevedibile rispetto a un classico “coop” dallo svolgimento lineare.

Le molteplici evoluzioni di una singola partita, dunque, comportano anche la possibilità di diverse condizioni di vittoria, che possono appartenere a ciascun giocatore come all’intero gruppo di sopravvissuti. In teoria, un giocatore potrà vincere sia in qualità di membro del gruppo, che per aver raggiunto il proprio personalissimo obiettivo: tutto ciò, ovviamente, anche nel caso in cui a vincere sia il traditore.

La promessa, insomma, è quella di una profondità sconosciuta ai giochi di simile ambientazione, anche se, ovviamente, il giudizio finale andrà tratto solo in sede di recensione, quando si potrà davvero valutare con attenzione il funzionamento di una macchina promettente, ma articolata, quale risulta dalle prime sbirciate questo chiacchieratissimo “Dead of winter”. Difatti il gioco è stato già lanciato in una prima striminzita tiratura (circa 500 pezzi) in quel di Gen Con a metà agosto , i primi fortunati possessori non mancano di incensare la qualità dell’esperienza nei forum o sui social network, e tra questi figura anche l’editore nostrano, Raven Distribution, che si occuperà della localizzazione di Dead of Winter annunciata per il prossimo Lucca Comics & Games.

Per ora, possiamo attestare che il gioco presenta già nei componenti un notevole livello di complessità, essendo dispiegato su un tabellone principale, plance singole per i vari giocatori, diversi mazzi di carte e segnalini di armi, cibo o oggetti vari, che rendono il tutto piuttosto denso già a una prima e fugace occhiata. La speranza dei giocatori, che trova conforto nelle impressioni di chi ha già avuto la fortuna di sedersi al tavolo per un primo test, è che questa moltitudine di materiali favorisca la completa immersione in un tema il quale, per essere sfruttato a dovere, non ci sono dubbi, deve coinvolgere appieno i concorrenti.

A ogni giocatore, sarà chiesto di scegliere due personaggi tra i vari sopravvissuti, ognuno dei quali avrà specifiche abilità e bonus, il che, ovviamente, va sempre a sostengo di uno sfondo che ha tutto per convincere nuove schiere di adepti. I ruoli sono ben distribuiti tra personaggi più inclini ai ragionamenti e alle prove di stampo più logico-cerebrale, con altri invece più avvezzi a usare forza e capacità tecniche per togliere i compagni da scomode situazioni. Le partite a “Dead of winter” si svolgono su diversi scenari, ognuno dei quali propone alla truppa un obiettivo comune, da raggiungere in un numero di round limitato. Il gioco, che poggia sul motore affidabile delle carte evento, produce a ogni round una buona dose di imprevedibilità e mette i partecipanti di fronte alla necessità di prendere scelte difficili e operare sacrifici, nel tentativo di tenere segreti i propri traguardi personali. Nel complesso, gli obiettivi generali sono 10, mentre quelli singoli sono 25, mentre ancora 10 sono le carte tradimento, che aggiungeranno una componente in grado di ribaltare istantaneamente l’esito di una missione.

Cruciale, in questa convergenza pericolosissima di fini comuni e ambizioni personali, l’aspetto narrativo che, a partire dalla carta rivelata a inizio round, dovrebbe risultare preponderante per lo svolgersi dell’intero scenario selezionato per la partita. Ogni carta crisi, infatti, pone il gruppo di fronte a scelte difficili, che porteranno conseguenze per l’intero arco della partita. Spesso, questo evento iniziale porta la colonia di umani in cerca di una risorsa preziosa per la loro sopravvivenza, al fine di evitare spiacevoli effetti. Il problema, però, è quando queste finalità generali vengono a confliggere con i propositi segreti dei giocatori, i quali dovranno scegliere se privilegiare i propri scopi, o tralasciare le mire individuali per il bene del gruppo.

Addirittura, c’è chi azzarda a definire “Dead of winter” come un titolo “meta-cooperativo”, forse in ragione delle molteplici sfaccettature che presenta nell’incedere di ogni partita. Il vero fattore destabilizzante delle partite, infatti, sono proprio gli obiettivi specifici consegnati ai singoli partecipanti: spesso e volentieri, questi coincideranno con una qualche sventura che finirà per abbattersi sul gruppo, con la possibilità di rendere molto più ostico il raggiungimento dell’obiettivo comune. Insomma, sia dal punto di vista dell’interazione, che della strategia adottata dai compagni-avversari al tavolo, “Dead of winter” sembra in grado di stimolare una platea molto ampia di gamer, dai più fanatici dei collaborativi, ai più cinici che traggono soddisfazione dal sopraffare gli altri partecipanti.

C’è molta psicologia, e un sistema che obbliga i giocatori a lavorare insieme senza però annullare la propria identità come solitamente avviene nei cooperativi di matrice classica. “Dead of winter” pare presentarsi come una sapiente miscela di alcuni classici ingredienti del genere collaborativo, rifacendosi a titoli divenuti dei classici come Arkham Horror, Battlestar Galactica, Resistance, o ancora, il più recente e sottovalutato Naufragos. Siamo di fronte all’ennesima reinvenzione del genere collaborativo, che a prima vista sembra shakerare ingredienti già incontrati altrove, sullo sfondo di un’ambientazione accattivante e di sicuro richiamo per le schiere di appassionati che vanta in questo periodo.

Piacevole variazione sul tema dell’ambientazione a-la Walking dead, pur senza farsi schiacciare da questa, la sua uscita è una delle più attese per la fine del 2014 e, c’è da attendersi, muoverà sicuramente un alto volume di interesse, sia tra chi non ne è mai sazio di apocalisse zombie e scannamenti vari, che tra i giocatori magari un po’ stufi dei giochi di collaborazione, ma speranzosi di trovare finalmente qualcosa di innovativo. Tutto questo, infatti, dovrà avvenire in una prodotto destinato a entrare in una tipologia di boardgame che vanta moltissimi estimatori , ma finisce spesso per ricalcare i soliti, affidabili, ma un po’ consumati schemi. Saranno gli zombie a portare una ventata di aria fresca nel cooperativo? Non resta che attendere con una certa impazienza l’uscita di Dead of winter e scoprire se l’obiettivo, infine, sarà stato davvero raggiunto.

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