sabato 23 Novembre 2024

In A World Of Dinosaurs – Paleontologi da tavolo

Tra qualche giorno si chiude la campagna Kickstarter per un nuovo gioco, dal tema piuttosto inconsueto: la paleontologia. Per quanto lo studio degli esseri viventi del passato, ed in particolare i dinosauri, sia un campo che muove milioni di dollari all’anno (soprattutto in USA e Canada), i giochi da tavolo sui dinosauri sono sorprendentemente pochi, e quelli sui paleontologi (giustamente) ancora di meno.

In a World of Dinosaurs (IWD) cerca di riempire questo vuoto, proponendo un sistema di gioco interessante dal punto di vista didattico – anche se con qualche errore scientifico di troppo. Il tema del gioco, ideato dalla Subtle Chuckle di base ad Austin, in Texas, è presto raccontato: ogni giocatore controlla un team di paleontologi e schiav… ehm, studenti (il termine esatto è “intern”, che è qualcosa di diverso da un classico studente universitario), il cui scopo è quello di raccogliere le ossa più interessanti per poi mandare in un museo ed attirare tanti visitatori. Il primo giocatore che arriva a 100 visitatori vince la partita. Detto così sembra semplice (credetemi, da persona informata dei fatti non lo è), ma i ragazzi  texani hanno previsto un ulteriore livello di complessità. Il gioco, infatti, si svolge su due plance che ritraggono entrambe la stessa isola, solo che una è quella moderna su cui si muovono ed agiscono i paleontologi, mentre l’altra rappresenta lo stesso posto diciamo 100 milioni di anni prima – sulle istruzioni c’è scritto 300, ma tutti sanno che 300 milioni di anni fa i dinosauri non erano nemmeno in programma; su quest’ultima mappa i giocatori potranno muovere i dinosauri e renderli vittime di spiacevoli incidenti che però permetteranno la loro fortunata fossilizzazione.

All’inizio della partita ciascun giocatore riceve un campo base, un paleontologo ed uno studente; posiziona il campo base con i due sventurati ricercatori su una spiaggia dell’isola, e poi il gioco può avere inizio. I paleontologi e gli studenti hanno diverse capacità e possono compiere azioni diverse. Per esempio, scavare è solo compito dei paleontologi, scacciare gli intrusi nel proprio appezzamento di scavo può essere fatto da tutti, mentre andare nel campo avversario a rubar… ehm, rimuovere da custodia inappropriata un fossile è un compito che tocca agli studenti. Inoltre, in caso di incidenti, i paleontologi si limitano a tornare al campo base, mentre per gli studenti, purtroppo, il destino riserva il tristo mietitore (e no, non è una simulazione dell’università italiana).

Nel proprio turno, la prima cosa da fare è cercare di ottenere fondi di ricerca, cosa fattibile – purtroppo solo nel gioco – pescando una comoda carta fondi, che fornisce un totale in dollari. I fondi servono per varie cose, come pagare nuovi paleontologi e/o studenti, acquistare nuovi appezzamenti di terra in cui poter scavare, o soffiare una concessione di scavo ad un avversario. Una volta fatto ciò, il giocatore sposta i membri del suo team per compiere diverse azioni, come per esempio scavare per cercare artefatti e fossili. Il turno di un giocatore non ha limiti temporali, finché il giocatore ha pedine da muovere. Fatto ciò, il giocatore passa alla fase museo, in cui può assemblare scheletri nel proprio museo, qualora abbia abbastanza reperti. Infine, il giocatore si “sposta” sulla mappa dei dinosauri, dove potrà muovere uno o più dinosauri, rappresentati da dadi (rossi: carnivori, verdi: erbivori), e poi potrà giocare carte catastrofe sui malcapitati dinosauri che ha mosso, in modo da farli passare a miglior vita e fare in modo che lascino le loro ossa in una zona nota dell’isola, dove poi si andrà a scavare.

Nella fase museo si guadagnano i punti del gioco. Ogni giocatore ha una sua plancia museo, in cui accumula punti per le azioni completate, e può comporre scheletri. Gli scheletri sono composti da due o tre parti, ed ogni parte ha un valore in punti. Completare un dinosauro “esistente” vale più punti, ma i giocatori possono anche inventare i propri dinosauri se non hanno abbastanza reperti per completarne uno vero. Come detto, arrivare a 100 visitatori, cioè 100 punti, fa vincere la partita.

Queste, in breve, le regole di IDW. La grafica dei materiali è molto da cartoon, chiaramente volta ad un pubblico giovane, mentre i dadi sono veramente molto belli, con scheletri di dinosauro su ogni faccia (ed essendo “normali” d6 si possono usare anche in altre circostanze). Le idee del gioco sono interessanti e, nonostante qualche palese errore – alcuni ammessi dagli stessi designer, come inserire il Dimetrodon tra i dinosauri; altri no, come inserire un gorgonopside o uno pterodattilo tra i dinosauri – il gioco potrebbe persino essere considerato come didattico, perché rende discretamente le meccaniche base della fossilizzazione: morte dell’organismo, seppellimento definitivo e poi eventuale ritrovamento da parte di qualcuno; e rende bene, anche se in maniera molto satirica, le difficoltà che si incontrano nella paleontologia di campo. Probabilmente una grafica più adulta e delle istruzioni meno ironiche sarebbero state più apprezzate da qualcuno, ma alla fine si tratta di aspettare la fine del KS (confidando che riesca ad arrivare al suo main goal di 30.000$) e vedere quanto vale IDW alla prova del gioco. Per citare i King Crimson, “I’m a dinosaur, somebody is digging my bones”.

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