Non si è ancora placata l’eco di Essen 2014, che già si inizia a guardare alle produzioni in cantiere per i giochi del prossimo autunno degli editori più previdenti. Nonostante alcuni titoli molto attesi, presentati nella precedente edizione della fiera ludica, abbiano debuttato sul mercato internazionale da pochi giorni, in rete circolano già anticipazioni, preview e assaggi di quelli che potrebbero sbaragliare la concorrenza nella prossima rassegna teutonica. Naturalmente, in molti casi, Kickstarter permettendo.
Chi dovrebbe avere vita facile con il crowdfunding, e già da oggi potete tranquillamente inserire nelle vostre wishlist, è senza dubbio il pluriannunciato Between two cities, titolo confermato per il 2015 dalla casa americana Stonemaier Games, che, come confermato dallo stesso fondatore Jamey Stegmaier, sbarcherà in Germania nel prossimo mese di ottobre se la raccolta di finanziamenti andrà, come ci si immagina, a buon fine.
Si potranno piazzare le proprie offerte per il progetto solo a partire dal prossimo 16 marzo, ma tutte le previsioni lasciano intendere che l’obiettivo sarà raggiunto in breve tempo. Ma di cosa si tratta? E perché c’è tanta attesa fin da ora attorno a questa creatura dei designer americani? Intanto, cominciamo da chi materialmente realizzerà le scatole di una che si preannuncia come tra le novità a cui prestare più attenzione nel corso dei prossimi mesi.
I ragazzi della Stonemaier, nel recente passato, hanno dimostrato di avere un ottimo fiuto per i boardgame in grado di portare innovazione e coinvolgimento nell’esperienza dei giocatori. Nell’ultima edizione di Essen, per ritornare alla cara kermesse tedesca, hanno presentato “Euphoria: build a better distophia”, titolo certo non immediato, ma che ha convinto moltissimi degli avventori che lo hanno testato con pazienza ai tavoli, nella pur non centralissima sezione in cui il titolo è stato presentato.
Cosa dire, poi, di “Viticulture”, nella bucolica ambientazione della Toscana premoderna, un originale gioco di piazzamento lavoratori che ha sbancato la piattaforma di crowdfunding due anni fa e, a distanza di allora, continua a mietere consensi e recensioni positive, con medie voto piuttosto elevate un po’ su tutti i siti di appassionati.
Dall’universo distopico alla campagna dell’Italia di secoli addietro, certamente non è il setting a preoccupare Alan Stone e Jamey Stegmaier, i due padri della Stonemaier Games, non a caso intitolata con una curiosa crasi dei due cognomi. Questa volta, però, l’auspicio di dare alle stampe il nuovissimo “Between two cities” rappresenta una nuova sfida per la piccola divisione ludica di St. Louis, Missouri: affermarsi sui tavoli di tutto il mondo con un titolo di cui loro stessi non sono gli autori.
Il nuovo ritrovato in Casa Stonemaier, infatti, porta la firma di Ben Rosset e Matthew O’Malley, due giovani designer emergenti che, comunque, hanno già avuto modo di farsi notare nel panorama ludico internazionale. O’Malley è padre di “Diner”, un filler atipico e divertente, in cui lo scopo dei giocatori, per l’occasione nelle vesti di camerieri, è quello racimolare più mance possibili dai clienti del ristorante. Rosset, invece, ha alle spalle – e in lavorazione – qualche titolo in più, sempre da lanciare su Kickstarter, tra cui “Mars need mechanics”, che ha sfondato il budget nei mesi scorsi, e il nuovissimo “Brew crafters”, che rivisita il trend tanto in voga della produzione di birra in tema ludico.
Qui, l’ambientazione compie ancora una volta un tuffo nel passato. Non vengono risparmiati gli elementi di realizzazione delle infrastrutture che già avevano caratterizzato “Euphoria”, ma in maniera molto più snella e, se vogliamo, anche più intrigante. Cominciamo col dire che “Between two cities”in arrivo su Kickstarter è ambientato a inizio XIX secolo, al tempo della rivoluzione industriale, che, come noto, è anche l’epoca dei grandi esodi delle popolazioni dalle zone rurali verso le grandi città. L’urbanizzazione selvaggia del tempo, però, richiede costruttori e progettisti all’altezza, meglio se al lavoro in equipe, nel dare vita a distese grandiose di palazzi, strade, magazzini e, in generale, all’urbanizzazione più selvaggia fino ad allora mai conosciuta.
Quanto di particolare contraddistingue “Between two cities” è la natura piuttosto ambivalente delle partite che ogni concorrente si ritroverà a giocare: ciascuno, infatti, parteciperà assieme ai suoi vicini di tavolo alla costruzione di due differenti aree urbane. In sintesi, ogni turno si pescheranno delle tessere che, assemblate a quelle già piazzate, andranno a comporre i due insediamenti ai lati del giocatore di turno. I tasselli raffigurano proprio quei negozi, fabbriche, punti di interesse e spazi pubblici che andranno a costituire l’area urbana, il cui scopo sarà quello di superare – in punteggio – le costruzioni avversarie. La difficoltà starà nella scelta che di volta in volta si verrà a presentare dopo la rivelazione del tassello: starà al giocatore di turno, infatti, decidere in quale delle due plance posizionarlo, tra le realtà urbane in cui è coinvolto come costruttore. Alla fine del gioco, il punteggio totalizzato da ciascun partecipante sarà pari al punteggio inferiore tra le due città che avrà contribuito a costruire. E’ prevista anche una variante da due giocatori, ed è pure in fase di studio un’ulteriore modifica al regolamento per giocare qualche partita in solitario.
Sicuramente, insomma, non siamo di fronte a un titolo che rivoluzionerà il mondo dei boardgame, ma si tratta di un prodotto di sicuro interesse per almeno un paio di ragioni. C’è la rivelazione dei tasselli e la loro sistemazione di volta in volta differente, che tanto ricorda Carcassonne ma in un contesto del tutto diverso. Gli autori, poi, assicurano che ogni partita durerà al massimo 20 minuti, con la possibilità di svolgere più round in una serata ludica, ovviamente alternandosi nelle posizioni attorno al tavolo. La caratteristica di semi-cooperazione, infatti, non è quella solita, in cui un giocatore collabora con gli altri e, insieme, cerca di perseguire obiettivi individuali. Qui, diversamente, si cercherà di costruire le migliori città a coppie, e, come detto, bene sarà non concentrarsi troppo per la realizzazione di una soltanto. Il punteggio inferiore di ogni concorrente, infatti, sarà quello decisivo nel determinare il vincitore finale: regolina furba, ma che, a prima vista, sorregge l’intero impianto di “Bewteen two cities”, obbligando i giocatori a dedicare uguale attenzione a entrambi i progetti urbani. Da tenere presente, poi, che in caso di pareggio a decretare il vincitore sarà proprio l’altra città costruita dai giocatori: insomma, vietato condensare le energie solo su una città.
I due patron della Stonemaier Games hanno affermato di credere ciecamente nel progetto e si sono detti fiduciosi che “Bewteen two cities” raggiungerà l’obiettivo minimo per arrivare sugli scaffali: “Siamo arrivati altre volte molto vicini a sostenere progetti altrui su Kickstarter – ha scritto Stegmaier sul blog della compagnia – ma abbiamo pensato che, visto il dispendio di tempo, denaro, cuore e anima per ogni gioco che porta la nostra firma, quando ciò sarebbe successo, avrebbe dovuto entusiasmarci proprio come se si trattasse di un titolo di nostra ideazione”. Ebbene, dopo una catena di successi sulla piattaforma di crowdfunding, Alan e Jamey hanno scoperto che quel prodotto speciale non esisteva solo nelle loro fantasie, ma rispondeva al nome di “Bewteen two cities”.
“E’ stato un colpo di fulmine in fase di playtest –assicurano i due fondatori – e abbiamo programmato il lancio su Kickstarter a inizio 2015”. Promessa mantenuta, e che la lotta dei costruttori – nonché finanziatori – abbia inizio.