sabato 2 Novembre 2024

Dead Men Tell No Tales: non-morti e pirati, binomio perfetto!

Domanda semplice semplice: quali sono i due temi da sempre più amati dai giocatori? I pirati e i non-morti, ovviamente. E allora cosa stiamo aspettando? Devono avere ragionato più o meno così alla Minion Games, casa editrice americana con base a Milwaukee, lanciando l’anno scorso il kickstarter per Dead Men Tell No Tales, titolo cooperativo per 2-5 giocatori alle prese con il saccheggio di una leggendaria nave pirata, la Skelit’s Revenge. E cosa ci potrebbe mai essere insieme al tesoro nel vascello maledetto? Ovviamente l’equipaggio non-morto, giustamente seccato dell’intrusione di avidi colleghi … e per non farci mancare nulla, è scoppiato pure un terribile incendio a bordo e il tempo per arraffare il bottino e darsela a gambe è contato!

Dead Men Tell No Tales, che si potrebbe tradurre grossomodo con un sinistro “I morti non raccontano bugie” (o storie, fate voi) ha chiuso felicemente il crowdfunding su kickstarter nel settembre dello scorso anno e sarà disponibile a partire dal mese di aprile. Il gioco porta la firma di Kane Klenko, designer statunitense, che ha già all’attivo altri recenti titoli per diverse case editrici come la Mayfair Games e la Rio Grande Games.

Abbiamo dato un’occhiata al regolamento di Dead Men Tell No Tales per darvi un assaggio di questo nuovo gioco in salsa piratesca che sta giungendo nei negozi in queste settimane (nella sua unica edizione in inglese). Ecco quello che aspetta gli intrepidi avventurieri.

L’ambientazione è presto descritta. Dopo un’estenuante ricerca, i giocatori, che impersonano dei pirati, hanno avvistato il relitto in fiamme della Skelit’s Revenge. Prima che il vascello coli a picco, occorre entrare al suo interno, impossessarsi di un determinato numero di forzieri del tesoro (variabile in funzione del livello di difficoltà scelto a inizio partita) e scappare!

Certo, qualcuno potrà rimetterci le penne, ma fa parte dello sporco mestiere di avventuriero dei sette mari. Ma oltre all’incendio che sta devastando la nave, c’è un’altra terribile insidia da affrontare: l’equipaggio della Skelit’s Revenge, una torma di scheletri animati ben decisi a impedire ai saccheggiatori di andarsene con il bottino.

A inizio partita ogni giocatore sceglie uno tra i 7 personaggi pirata disponibili, ognuno caratterizzato da una speciale abilità. Prende inoltre un oggetto (il pugnale, il secchio, la coperta, ecc.), una scheda che segna il livello di fatica del proprio alter ego e un certo numero di gettoni azione, che rappresentano il numero di attività che ciascuno è in grado di fare in un determinato turno.

La plancia di gioco è modulare e componibile a partire da un tavoliere di partenza sul quale sono posizionati dadi gialli e rossi che indicano l’incendio in corso. Il valore mostrato dalla faccia superiore indica il livello del fuoco: più è alto, maggiore sarà il rischio corso per attraversare o fermarsi nella locazione. A ciò si aggiungono delle botole dalle quali potranno salire in coperta i marinai non-morti, rappresentati da dei meeple in legno a foggia di teschio. Altri scheletri non-morti sono invece rappresentati da appositi gettone in cartone. Questi ultimi si differenziano dai marinai in legno sia per la loro capacità di movimento sia per il fatto che possono attaccare i personaggi dei giocatori.

A ogni turno, ciascun giocatore esplora il vascello maledetto, esegue un certo numero di azioni in base al numero di “gettoni azione” a sua disposizione e attiva l’intelligenza artificiale del gioco che frappone ostacoli e insidie tra il gruppo e il successo della missione. Vediamo brevemente il flusso di gioco.

L’esplorazione presuppone la pesca di una delle tessere nave che deve essere collocata in modo da combaciare con uno dei lati liberi disponibili di altre tessere o della plancia di partenza. La nuova tessera possiede l’icona di un dado rosso o giallo con un valore stampigliato. Una volta rivelata la nuova locazione del vascello pirata, occorre posizionare uno dei dadi presenti nella dotazione del gioco in modo che mostri il valore indicato sulla tessera. A completare l’azione, si estrae un gettone da un apposito sacchetto, che indica se in quella stanza si trovano scheletri guerrieri, armi o grog (per combattere avversari e fatica), o una botola, dalla quale possono emergere i marinai non-morti rappresentati dai meeple di legno a foggia di teschio di cui sopra.

Da notare che quando si pesca l’ultima tessera che compone la Skelit’s Revenge è possibile scoprire anche l’esistenza di una seconda entrata al vascello che potrà tornare utile ai giocatori impegnati a trasbordare il bottino trafugato dal relitto fino alla propria nave … ma non sempre la disposizione delle tessere durante la partita sarà tale da garantire l’esistenza di questa preziosa via di fuga con la conseguenza che si potrebbe scoprire troppo tardi di essersi addentrati troppo nella pancia della nave in fiamme!

Le azioni, come accennato, vengono gestite con la propria dotazione di gettoni. Girando un gettone si consuma un’azione (o anche di più nel caso il personaggio sia affaticato). Tra le opzioni a disposizione c’è il movimento, la corsa, il controllo dell’incendio, l’eliminazione dei marinai non-morti, la raccolta di tesori e token potenzialmente utili per la cerca, il riposo l’incremento della propria abilità di combattimento e la possibilità di preparare un oggetto del proprio inventario.

In sostanza, ogni azione viene attivata capovolgendo uno o più dei propri gettoni. È anche possibile rinunciare a eseguire alcune azioni per “passare” i propri gettoni al giocatore successivo che avrà, in tal modo, la possibilità di realizzare operazioni più complesse.

La terza fase viene svolta dal giocatore di turno per conto dell’intelligenza artificiale del gioco e si risolve pescando una carta da un mazzo apposito che determina quali azioni compiono i sinistri abitanti del relitto e come si sviluppa l’incendio a bordo. Riguardo quest’ultimo, il livello del fuoco viene aumentato di valore in base al colore giallo o rosso rivelato dalla carta: in pratica, se appare un’icona del dado rosso, tutti i dadi rossi presenti sul tabellone vengono girati in modo che il loro valore venga incrementato di un’unità e la medesima cosa avviene nel caso appaia l’icona del dado giallo … e giusto perché così la situazione non sarebbe abbastanza complicata, in alcuni casi si può avere anche un’esplosione di un barilotto di polvere da sparo che, in pratica, irradia un’esplosione alle stanze adiacenti, incrementando il valore dell’incendio in misura drammatica. In aggiunta deve essere aggiornato un percorso delle esplosioni che, raggiunto un certo valore decreta la distruzione della nave e la sconfitta per tutti i filibustieri.

Ma cosa accade quando uno o più dadi arrivano a rivelare il fatidico valore “6”? La stanza esplode, viene girata sul dorso e diventa impraticabile per il resto del gioco. Inutile dire che, se una pedina di un pirata di un giocatore è tanto sfortunata da essere presente nella locazione saltata in aria, questa viene ritirata dal gioco e il suo possessore deve iniziare da capo, pescando una nuova scheda per un altro pirata. Se non ci sono più schede pirata di riserva … sorry, la partita è perduta!

Altro modo per decretare la sconfitta del gruppo è la presenza eccessiva di marinai non-morti sulla nave, i quali emergono a ogni turno dalle botole sul pavimento. Quando il gioco richiede di posizionare un certo numero di teschi di legno, in base alle istruzioni delle carte, e non ci sono più meeple, significa che i giocatori sono stati soverchiati dai morti irrequieti e la loro carriera nella filibusta è terminata anzitempo.

Alcuni pirati non-morti, come sopra accennato, sono in grado di muoversi e di attaccare (il movimento è sempre gestito dalla pesca delle carte della fase di IA del gioco). Il combattimento si risolve con un semplice tiro di dado al quale si sommano i valori di battaglia del nemico e del proprio personaggio, che può incrementarsi con un’azione apposita scelta durante il proprio turno o grazie al  possesso di armi. In caso di vittoria, si gira il token dello scheletro guerriero e si guadagna la sciabola o il grog riportato sul retro; in caso contrario, il non-morto incrementa il valore di fatica del personaggio sconfitto e si tira un dado per verificare se il mostro o il personaggio si ritirano in una stanza adiacente.

L’obiettivo del gioco è recuperare un certo numero di forzieri e portarli al sicuro fuori dalla nave in fiamme. Un forziere per volta! Ecco perché la presenza di una seconda uscita al termine della costruzione del vascello può diventare vitale, consentendo ai giocatori due opzioni per mettere al sicuro il bottino. Ogni baule, però, possiede anche una guardia pirata non-morta a custodia che deve essere sconfitta (con il medesimo meccanismo spiegato per il combattimento contro gli scheletri guerrieri).

La lettura del regolamento sembra suggerire un cooperativo fortemente ambientato, anche grazie alla ricchezza del materiale e alle illustrazioni molto evocative dei pirati saccheggiatori e dei vari colleghi non-morti a difesa della Skelit’s Revenge. Il meccanismo del fuoco è senz’altro un espediente molto interessante per mettere pressione al gruppo e per realizzare strategie di vittoria (è meglio che qualcuno rimanga indietro a tenere a bada l’incendio in alcune aree cruciali, oppure lasciare che la navi collassi stanza per stanza e velocizzare le operazioni di raccolta dei forzieri con il tesoro?).

Un buon numero di varianti, suggerite in fondo al regolamento, e un flusso di gioco in apparenza molto rapido e non di difficile gestione fanno pensare a un titolo che si inserisce nel classico filone dei giochi cooperativi come L’Isola Proibita di Matt Leacock, ma con una qualità dei componenti di prim’ordine.

Chi ci segue sa già che non possiamo anticipare un giudizio che, dalla sola consultazione delle fonti disponibili, risulterebbe decisamente superficiale. L’impressione è però molto buona e appena faremo approdo alla Tortuga saremo lesti ad arraffare una confezione di Dead Men Tell No Tales per verificare la fondatezza delle nostre sensazioni.

Nella speranza che qualche casa editrice nostrana si candidi per la localizzazione italiana di questo titolo, alziamo i boccali e Stay Gioconomicon, corpo di mille balene (non-morte)!

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