Presentato in maniera ufficiosa alla Gen Con 2015 di questa estate, 7 Wonders: Duel è il primo spin-off del famosissimo e plurimedagliato gioco di Antoine Bauza che, in questa impresa, si è avvalso della collaborazione di un altro notissimo autore francese, Bruno Cathala, per realizzare un gioco specifico per due soli giocatori ambientato nell’universo delle meraviglie dell’antichità.
Si tratta di un titolo che sarà pubblicato, nella sua prima edizione, in inglese, francese, tedesco e polacco … ma i ragazzi di Asterion hanno già segnalato sul loro sito la prossima localizzazione anche nella lingua di Dante. Nell’attesa cerchiamo di capire, a grandi linee, cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo capitolo della saga di 7 Wonders.
Esattamente come nel titolo originale, anche 7 Wonders: Duel si sviluppa in tre ere successive. Non si tratta, come abbiamo già detto, di un’espansione del gioco base ma di un prodotto indipendente. I giocatori acquisiscono carte appartenenti alle varie categorie (produzione risorse, civile, militare, commerciale e scienza) per ottenere punti vittoria che, alla fine della terza era, decreteranno il vincitore del duello. Non solo: in 7 Wonders: Duel è possibile mettere immediatamente fine alla partita prima della terza era, se si raggiunge un determinato obiettivo prima dell’avversario, come hanno spiegato Bauza e Cathala a BGG TV durante la preview del gioco alla manifestazione ludica statunitense (7 Wonders Duel sarà infatti presentato ufficialmente alla prossima fiera di Essen).
Come abbiamo anticipato 7 Wonders: Duel ha molti punti di contatto con il suo “genitore”: tre ere, gioco basato sulla meccanica del draft e sviluppo basato sull’accumulo di strutture civili, militari e scientifiche, costruzione delle meraviglie.
L’elemento di novità è ovviamente il fatto che si tratta di un gioco per solo due persone, un po’ come è stato Agricola: creature grandi e piccole di Rosenberg. Alcuni lettori potrebbero giustamente osservare che anche 7 Wonders originale prevedeva nel regolamento una modalità speciale di gioco per due giocatori, mediante l’uso del c.d dummy player, ossia di un giocatore fittizio neutro che agisce secondo meccaniche prestabilite. Con questo “Duel”, il gioco one-to-one diventa più strutturato e senza l’ausilio del fastidioso “terzo giocatore” (il morto nei giochi popolari con le carte).
Ma andiamo ad esaminare le differenze principali tra 7 Wonders e 7 Wonders: Duel di cui ancora non è stato diffuso il regolamento in rete, ma per cui è stato da poco lanciato un sito ufficiale dalla Repos (editore originale del gioco) che ne sintetizza le meccaniche principali. In questo nuovo titolo i giocatori acquistano carte, scegliendole da un set, alcune coperte alcune scoperte, poste sul tavolo a inizio partita secondo uno schema nel quale alcune carte sono parzialmente coperte da altre. Non è possibile prendere una carta (coperta o scoperta che sia) se questa è sormontata da un'altra, così il tempismo diventa fondamentale, poiché nel gioco esiste la possibilità di sfruttare una “pesca bonus” per prendere una seconda carta aggiuntiva immediatamente, sempre che, ovviamente, non sia “protetta” da una carta posta sopra di essa.
Come in 7 Wonders, anche in questo Duel le carte servono per ottenere risorse che, a loro volta, saranno impiegate per ottenere denaro aggiuntivo, o per costruire edifici o meraviglie per la propria civiltà. In 7 Wonders: Duel non si parte con una sola meraviglia, ma con quattro! Ognuna però può essere costruita e terminata con la spesa di una sola carta. In pratica, ogni meraviglia ha un solo “piano” a differenza dei tre livelli del gioco originale. Tra l’altro possono essere costruite complessivamente solo sette meraviglie, per cui solo un giocatore, in potenza, potrà concludere il suo programma di costruzione delle meraviglie a propria disposizione.
Altra differenza fondamentale tra 7 Wonders e 7 Wonders: Duel è il costo per acquisire risorse che non si hanno direttamente a disposizione. Anzitutto il denaro viene versato alla banca e non al giocatore che possiede la risorsa desiderata. Dall’altro lato, però, il costo di acquisizione cresce all’aumentare della disponibilità della risorsa ricercata. In altre parole, al costo fisso di 2 monete, chi vuole una risorsa posseduta dall’avversario deve pagare un extra pari a una moneta per ogni risorsa di quel tipo nelle disponibilità dell’altro giocatore (per esempio, per acquistare una risorsa “legno” da un avversario che ne possiede tre, si devono versare alla banca le 2 monete di “diritto fisso” più altre 3 per un totale di 5 monete!).
Infine una parola sulle modalità di fine partita. Accanto a quella classica con il conteggio dei punti vittoria alla fine della terza era, il gioco può terminare immediatamente quando un giocatore riesce a collezionare i sei differenti simboli scientifici disponibili sulle carte verdi (in 7 Wonders i simboli scientifici erano solo tre).
Anche l’uso delle carte rosse è differente rispetto al gioco originale. Per ogni simbolo “scudo” che si ottiene mettendo in gioco le proprie strutture militari (le carte rosse, appunto), si fa muovere su un percorso rettilineo verso la capitale dell’avversario un apposito segnalino. Per ogni movimento verso il territorio dell’altro giocatore si guadagnano delle monete e, se si arriva a portare il segnalino sopra la casella della capitale avversaria, si vince automaticamente la partita.
È troppo presto per fornire un giudizio su questo 7 Wonders: Duel, il nuovo titolo che Bauza firma con un altro game designer (e non uno qualunque, ma il prolifico Bruno Cathala), ma le aspettative sono chiaramente elevate vista la fama del gioco originale e della coppia di autori coinvolti. La nostra prima impressione è quello di un gioco piuttosto rapido, non più lungo di 20-30 minuti per partita ma con la capacità ci mantenere il gusto dell’originale. Dobbiamo solo aspettare qualche settimana per poter vedere da vicino e di persona questo nuovo 7 Wonders: Duel.
Nel frattempo, mi raccomando, Stay Gioconomicon.