In maniera del tutto inaspettata, alla PLAY di Modena scopriamo di poter provare in anteprima, nello spazio di Casa Europa, uno dei più recenti giochi presentati dal nuovo gruppo finlandese Arctic Union: Perdition’s Mouth, il primo dungeon crawler senza master e soprattutto senza dadi.
L’idea che un gioco di esplorazione dungeon venga sviluppato senza l’uso del dado può sembrare alquanto singolare, eppure le meccaniche di Perdition’s Mouth, ideate da Thomas Klausner, Timo Multamäki, e Kevin Wilson sembrano decisamente ben integrate tra loro e capaci di costruire un’interessante esperienza da dungeon crawler.
Le meccaniche di gioco sono basate sulla gestione della mano di carte del proprio personaggio, sulla assoluta cooperazione tra i personaggi (senza la quale, semplicemente, in questo gioco si muore, e su due “ruote” divise in spicchi (alla Mac Gerdts, per intenderci). La prima gestisce le azioni dei personaggi, la seconda l’Intelligenza Artificiale dei mostri.
La trama di Perdition’s Mouth, il cui primo episodio (quello che abbiamo provato a PLAY, appunto) si intitola The Abyssal Rift, è presto detta: un profeta halfling si rivela al mondo per cercare di fermare l’ascesa di un orribile culto devoto ad una divinità insettoide che naturalmente ha intenzione di incarnarsi nel nostro piano di esistenza e divorare e/o parassitizzare il mondo; siccome occorre un’azione forte e decisa, un gruppo di eroi si stringe a coorte (cit.) attorno al nuovo profeta ed affronta i terribili mostri dell’abisso per impedire al malvagio culto di ottenere un’assoluta e devastante vittoria. Il tutto senza dadi.
I componenti di Perdition’s Mouth sono notevoli. Le miniature mostrate qui a PLAY sono piuttosto evocative – laddove quelle degli eroi sono più o meno nello standard fantasy, i mostri sono decisamente molto dettagliati e persino un tantino inquietanti. Il gioco include 64 miniature in plastica, e 6 mappe a doppia faccia, ciascuna con più di uno scenario. Le mappe sono molto ben illustrate e tutte completamente differenti l’una dall’altra. Oltre a ciò, la scatola base contiene due ruote delle azioni (per mostri e personaggi), ed oltre un centinaio di carte varie, i manuali e diversi segnalini.
Le mappe e le miniature del gioco sono decisamente belle, ben realizzate ed in perfetto tema con l’ambientazione. Ogni mappa propone uno scenario con una sfida differente per i giocatori, ed ha almeno tre modi diversi per essere completata con successo. Ciascun giocatore controlla un eroe, ed ogni eroe ha la propria scheda riepilogativa in cui sono indicati i diversi dati, come il valore di attacco o il raggio d’azione del personaggio, i punti ferita ed il numero di carte nella mano, oltre ad un’abilità speciale propria dell’eroe. Ogni personaggio ha anche un proprio mazzo di carte che conferisce determinate capacità, le quali però in genere funzionano molto meglio se coordinate con gli altri personaggi che da sole. In più, la cooperazione tra gli eroi è, come detto, assolutamente fondamentale.
Tuttavia, le azioni dei personaggi non vengono semplicemente scelte, ma sono regolate da una ruota; ogni spicchio di questa ruota corrisponde ad un’azione (muoversi, attaccare, caricare, etc.), ma ogni azione può essere effettuata da un solo personaggio alla volta (o due in alcuni casi), quindi è importantissimo pianificare chi farà cosa turno per turno, perché magari può capitare la necessità di compiere una determinata azione ma non c’è spazio sulla sezione apposita della ruota. Questo sistema è, sotto certi aspetti, un gioco nel gioco (si, proprio come nei giochi di Mac Gerdts), ma per quanto intrigante può rivelarsi l’elemento più pericoloso per gli eroi, ancor più di qualsiasi altro nemico – da qui la necessità di una cooperazione completa del gruppo. Anche le azioni dei mostri sono controllate da una simile ruota, la quale determinerà di volta in volta in base al tipo di avversario quale sarà l’azione che il mostro andrà a compiere.
Non c’è, quindi, elemento casuale in Perdition’s Mouth? In realtà c’è, e non è nemmeno nascosto: c’è infatti un mazzo di carte numerate da -1 a +5, in cui le carte più frequenti sono quelle che valgono +2. Bene, in quasi qualsiasi azione degli eroi o dei mostri ci sarà la necessità di pescare almeno una di queste carte ed addizionarla al valore dell’abilità o dell’attributo in uso. Per esempio, il mio personaggio vuole attaccare, ed il suo attacco di base vale 3. Io pesco una carta e scopro quella che vale +3, quindi il mio valore totale di attacco sarà pari a 6. Alcune abilità ed effetti permettono di pescare più di una carta, ed inoltre c’è anche una componente di parziale deckbuilding, perché sarà possibile “modificare” fino ad un certo punto questo mazzo casuale. Allo stesso modo, sarà possibile costruire il proprio mazzo di abilità.
I mostri di Perdition’s Mouth tendono ad essere piuttosto forti per la media dei Dungeon Crawler, e questo aumenta un po’ la difficoltà del gioco – che già di base non è bassa per via delle meccaniche sin qui descritte e per l’assoluta necessità di coordinazione del gruppo. Basta un errore, e la partita è compromessa: per esempio, il profeta Halfling ha pochissimi punti ferita, e lasciarlo solo anche per un turno può decretare la sconfitta del gruppo. Anche le mappe sono studiate per rendere la vita difficile ai giocatori: come dicevamo prima, esiste in genere più di un modo per portare a termine con successo lo scenario di ogni mappa (in genere almeno tre, a detta dell’autore finnico con cui abbiamo parlato a Modena), il che rende Perdition’s Mouth un tantino anche “puzzle game”.
Perdition’s Mouth è uscito da poco dalla sua campagna di crowdfunding coronata da successo (anche se per poco, avendo raccolto poco più di 80K dollari rispetto ai 75K richiesti per il funding), ma ci è sembrato davvero un sistema di gioco innovativo nel panorama sempre più in espansione dei Dungeon Crawler. È indubbio, tuttavia, che senza una massiccia prova su strada sarà difficile esprimere un parere approfondito su questa nuova invenzione dei finlandesi, che si stanno dimostrando anno dopo anno sempre più inclini a produrre boardgame divertenti ed al contempo innovativi.