Già presentare alla principale fiera del settore un titolo con ambientazione arturiana può consistere in un trampolino non da poco – ma anche un rischio. Se poi il nome di questo gioco è “Merlin” e l’autore un vero mago del game design quale Stefan Feld, allora, forse davvero abbiamo trovato il Sacro Graal.
Il prodotto sarà il portabandiera – insieme a “Immortals” – del roster di Queen Games negli ormai imminenti saloni di Essen, dove, c’è da giurarci, il solito hype che accompagna il papà di “Burgundy” proietterà questa nuova creatura al top delle vendite nella kermesse teutonica. Del resto, la combinazione tra uno degli autori più amati dai giocatori di german e un setting di sicuro impatto, a cui anche i più ostili ai gestionali non riusciranno a restare indifferenti, promette di fare scintille, come già avvenuto alla recente Gen Con di Indianapolis dove “Merlin” ha debuttato.
Già in terra statunitense lo stregone più famoso di tutti i tempi si è difeso piuttosto bene, seppure, possiamo ammetterlo candidamente, giocasse “fuori casa”. La premessa è molto semplice: il regno di Artù ha bisogno di un successore e i giocatori impersonano i cavalieri “candidati” ad ereditare il trono. Il marchio di fabbrica di questo titolo, come da tradizione feldiana, è la gestione dei dadi, anche se al centro del tabellone si staglia ciò che ha le identiche e inconfondibili fattezze di una rondella. Ebbene, dunque, pare che Feld abbia preso in prestito l’ingranaggio preferito dal compatriota Mac Gerdts per trasportare su boardgame le atmosfere del ciclo di re Artù. E cosa c’è di meglio di un’area circolare da cui selezionare le azioni e bonus, per ricreare il setting di una tavola rotonda, non plus ultra dell’ambientazione adottata? Così, i giocatori dovranno modificare a proprio vantaggio i risultati dei dadi per muoversi negli spazi attorno alla circonferenza e svolgere le azioni più convenienti, come ottenere risorse, costruire edifici o guadagnare il supporto dei feudatari limitrofi.
La figura di Merlino emerge come facilitatore per arrivare ad alcuni traguardi più complessi (in pratica compiere azioni lontane dal proprio segnalino): ma attenzione, poiché il druido sarà appannaggio di tutti i giocatori, rendendo così il ricorso alla chiamata difficile e, soprattutto, limitato nel tempo, promettendo di aumentare la tensione al tavolo. Una partita si svolge in sei turni, durante i quali i giocatori selezionano uno dei loro dadi a disposizione – precedentemente tirati – e muovono la pedina raffigurante il proprio cavaliere o quella di Merlino lungo la rondella. I dadi del colore del giocatore possono essere usati per spostare il meeple personale, mentre quello bianco invece è riservato esclusivamente allo stregone. Le azioni sono suddivise in primis tra spazi principato, dove il giocatore chiama uno dei propri servitori (il costruttore, lo scudiero, il portabandiera o la lady) per ottenere punti e benefici. A questi, si aggiungono spazi dedicati al guadagno di punti vittoria e all’influenza, oltre alle immancabili caselle Excalibur e Graal. E non è tutto: come ulteriori opzioni, è possibile scegliere l’azione di riposizionamento del proprio meeple, lo scambio di risorse tra il tabellone e la propria plancia, una missione e anche la costruzione di un castello nei sobborghi. Fuori dall’area principale di gioco, infatti, i giocatori piazzeranno nel corso della partita dei segnalini esagonali che andranno a rappresentare le loro aree di potere nei dintorni del regno. Al secondo, quarto e sesto turno si svolgerà il conteggio dei punti, tenendo conto dei traditori che, se non scovati e sconfitti (con Excalibur o con gli scudi guadagnati dallo spazio scudiero), conferiranno pesanti malus. Dunque si andranno a soppesare le aree di influenza sia sul territorio che all’interno dei singoli principati (gli spicchi della rondella). Servitori piazzati, il Graal e persino le staffe di Merlino saranno tutti veicoli per ottenere ulteriori punti. Il vincitore sarà colui che avrà totalizzato più punti vittoria e verrà così proclamato successore del Re.
Come si evince, insomma, a una prima, fugace impressione “Merlin” pare mostrare tutti i classici tratti dello stile dell'autore, soprattutto nella meccanica di selezione azioni e nella modalità di totalizzare i punti vittoria. Proprio la figura di Merlino, però, potrebbe avere la funzione di mitigare questa sensazione di generale astrattezza, per dare un tocco di flavour in più e intensificare l'interazione, avviando una vera e propria competizione tra gli avversari al tavolo e aggiudicarsi il suo favore. Dopo Essen potremo dire certamente di più riguardo queste impressioni, ma sicuramente è lecito pensare che questo titolo potrà agevolmente trovare spazio nella collezione di un amante dei titoli del Feld più tradizionale.
Per adesso, certo è che il gioco si è accompagnato a una campagna singolare su Kickstarter – naturalmente andata a buon fine – legata ad alcune esigenze manifestate dall’editore (tutt'altro che nuovo a questo tipo di iniziative) per facilitare la distribuzione in quei Paesi logisticamente più ostici da raggiungere. Il successo del progetto sulla piattaforma di crowdfunding è dovuto, con ogni probabilità, anche ai particolari bundle presentati: il gioco, infatti, è apparso in compagnia del fratello “Pioneers” – un piazzamento lavoratori ad ambientazione western – con la possibilità per i sostenitori di portarsi a casa entrambi i titoli e tutte le migliorie sbloccate per i pledge superiori a 90 dollari. Ma c’è di più: le versioni presentate su Kickstarter resteranno a tiratura limitatissima, non essendo in previsione una loro distribuzione in gran parte dei mercati europei e americani. Saranno quindi disponibili solo alle convention o tramite specifici ordini. Insomma, anche un editore tutt’altro che emergente come Queen Games dimostra di non farsi eccessivi scrupoli a sfruttare abilmente le potenzialità di Kickstarter, potendo muoversi senza il peso del cappio sui propri progetti, ma ugualmente a caccia del più ampio riscontro dai giocatori. Una strategia che ha previsto l’inserimento di qualche “chicca” esclusiva per aiutare la distribuzione, favorire il passaparola e tastare il polso al mercato in vista dei maggiori appuntamenti ludici autunnali. E non è tutto: ciò ha inoltre consentito di far circolare un titolo magari meno appetibile insieme a un altro con garanzie di vendite più elevate. Insomma, industria e crowdfunding si fondono sempre più, attraverso metodi innovativi in cui il sito di finanziamento dal basso può trasformarsi nel “Merlino” del caso, capace di mutare idee e progetti in successi annunciati. E senza particolari incantesimi.