lunedì 23 Dicembre 2024

Chronicles of Crime – La realtà virtuale applicata al boardgame investigativo

I ragazzi della Lucky Duck Games hanno tutta l’intenzione di fare un po’ di rumore nel mondo dei giochi da tavolo narrativi. Chronicles of Crime ha da poco esordito nella sua campagna di finanziamento su Kickstarter, e sta già  facendo parlare parecchio di sé. D’altronde, se il tuo gioco viene presentato come una “esperienza VR collaborativa”, c’è poco da fare, un certo interesse è innegabile che vi sia.

Un piccolo passo indietro: cosa è effettivamente questo Chronicles of Crime? Si tratta di un investigativo di stampo classico: in qualità di detective impiegati nella polizia londinese, avrete a che fare con alcuni casi di omicidio. Preparatevi quindi ad interrogatori, ipotesi e indizi, perché avremo di fronte a noi le più classiche domande del giallo: chi è stato l’assassino? In che modo ha ucciso? Perché? Non che le risposte potranno tardare a lungo: trascorrere troppo tempo nelle indagini potrebbe farci sfuggire il colpevole, o comunque minare la fiducia del capo nei nostri confronti.

Beh, se la base è quella di un giallo assolutamente nei canoni, la novità risiede invece nella modalità di investigazione approntata per noi dalla Lucky Duck Games. Innanzitutto, sarà necessario installare un’app sul proprio telefono per giocare. Si consiglia fortemente un telefono, piuttosto che un tablet, perché ci sarà parecchio da maneggiarlo: tutte le azioni, infatti, tra gli spostamenti da una zona all’altra e gli interrogatori, sono gestiti tramite app. Ogni luogo, testimone o indizio ha stampato sulla propria carta un QR code. Volete andare a casa della vittima? Basta scansire il codice dell’apposita location. Volete chiedere al giardiniere che ne pensa di un dato indizio? Allora occorrerà prima scansire il codice della persona a cui rivolgere la domanda e poi dell’oggetto di cui si vorrà parlare con lui. Ovviamente, tutto questo ci farà impiegare del tempo: l’app si preoccuperà anche di tenerne traccia, facendo passare 5 minuti ad ogni scansione o 10 minuti ogni volta che ci sposteremo da un luogo all’altro. Quantomeno, il tempo speso a riflettere non viene considerato in questa tempistica, concedendoci di mettere in moto le meningi senza eccessivo stress!

Ma ancora non siamo arrivati alla peculiarità principale del gioco, che è l’esperienza VR. Vi saranno infatti particolari luoghi (come quello dell’omicidio, ma non solo) in cui l’app vi darà la possibilità di effettuare un sopralluogo in prima persona. Come? Beh, tramite gli occhialini inclusi nel gioco. Si tratta di una semplice montatura in cui va infilato il telefono su cui abbiamo installato l’app. Ora non resta che avvicinare questa specie di occhialoni 3d così ottenuti al proprio naso e guardarsi intorno per avere l’effetto della Realtà Virtuale.

Vi sono ovviamente delle limitazioni: innanzitutto il telefono deve poter percepire i nostri movimenti (inutile provarci con un 3310, insomma, ma la stragrande maggioranza degli smartphone dovrebbe andare più che bene), e la qualità visiva può necessitare di un tempo minimo di aggiustamento del focus della propria vista. Anche se non si tratta di un visore vero e proprio, in ogni caso, l’effetto di VR è assolutamente percepibile e ci rende in grado di svolgere il nostro lavoro. Già, perché tornando a noi, nei luoghi in cui saremo chiamati a questa indagine visiva sono disseminati diversi indizi; l’idea di base è che mentre un giocatore controlla il luogo, egli avverta i suoi compagni degli oggetti che a lui sembrano poter nascondere degli indizi. Esiste a tal riguardo un mazzetto di carte in cui cercare la categoria dell’oggetto su cui indagare (ad esempio, vi sono le carte “tracce di sangue”, “libri”, “armi bianche”); una volta completata l’indagine visiva, potremo procedere a cercare indizi in questi oggetti. Se l’app conferma che si tratta di un indizio rilevante, avremo ora a disposizione la carta per interrogare a riguardo i vari testimoni oppure per procedere con indagini approfondite grazie ai nostri contatti all’interno della polizia (l’esperto della scientifica, il medico forense, lo psicologo criminale, l’esperto informatico).

Da notare due ultime cose: nonostante vi sia un tempo limite per guardarsi intorno, è comunque possibile passare gli occhiali successivamente ai nostri compagni di gioco, senza per questo perdere ulteriore tempo. Infine, se preferiamo una esperienza più tradizionale, è comunque possibile indagare in questi luoghi preposti scorrendo le immagini sullo schermo in modalità “panoramica”.

Vista la curiosità che circola intorno a questo titolo, siamo stati molto felici di averlo potuto provare in anteprima. La prova, limitata al tutorial ed al primo di (almeno) sei casi previsti, ha confermato le nostre aspettative. Il gioco è divertente, l’indagine ben scritta, e l’app svolge egregiamente il suo lavoro, tenendo traccia di tempistiche ed evoluzioni. L’ora attuale in-game, ad esempio, è collegata con la presenza di alcune persone in determinati luoghi: se un bar è aperto solo la sera, ad esempio, sarà inutile recarcisi prima delle 18. Inoltre, le risposte che gli indiziati daranno alle nostre domande potranno cambiare in seguito alle nostre scoperte: magari il rude John negherà inizialmente di essere innamorato della dolce Mary, ma dopo aver trovato le poesie d’amore a lei indirizzate scritte di suo pugno egli non potrà far altro che cambiare la propria deposizione ammettendo l’interesse passionale.

Per quanto la scansione del qr code non sia sempre comodissima (basti pensare alle condizioni di luce necessarie, per cui è necessario che vi sia abbastanza luce e che non vi siano riflessi sulle carte), comunque la sensazione è che l’app sia effettivamente un aiuto alle proprie indagini. Anzi, è evidente come l’app sia assolutamente centrale al gioco, motivo per cui tutti coloro che l’hanno provato insieme a noi sono infine giunti a porsi la seguente domanda: ma la parte “fisica” di Chronicles of Crime serve davvero? In maggior dettaglio, il gioco non poteva essere esclusivamente in versione app, con degli indizi e dei personaggi da cliccare invece che da scansire? La componentistica, formata da un mazzo di carte e da alcune plancette luogo, è insomma rilevante alla partita?

La risposta non è così facile o immediata. La fisicità può sicuramente aiutare il nostro sguardo d’insieme: per controllare i luoghi scoperti, o i personaggi interrogabili, o gli indizi trovati, non dobbiamo navigare menu o cliccare su alcunché, basta muovere il nostro sguardo verso il tavolo. Di contro, il sistema a scansione del qr code collegato alle carte fisiche può essere vista come una complicazione non necessaria.

Ci riserviamo, prima di formulare il nostro giudizio, di provare ulteriori casi. L’unico caso a nostra disposizione (tutorial escluso) non era eccessivamente complesso. Ci attendiamo che i casi successivi possano essere più corposi e coinvolgere più elementi, per cui la fisicità delle componenti potrebbe aiutare in maniera più rilevante il nostro sguardo d’insieme.

Che dire, non ci resta che attendere che questa stagione di omicidi abbia inizio! (La qual cosa suona un po’ morbosa, c’è da dire, ma fortunatamente nella realtà ci potremo limitare a valutare un pledge al Kickstarter)

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