Quando la cometa rosso sangue solca i cieli, i più grandi combattenti si radunano da ogni parte del mondo per affrontarsi in un olimpiade di violenza. Non importa da dove vieni, chi o cosa sei, qualunque banda di guerra è benvenuta nello scontro per la gloria, il favore degli Dei, o per il potere degli antichi e misteriosi Monoliti.
Queste le premesse di Monolith Arena, della Portal Games, il nuovo titolo di Michal Oracz, autore del famoso Neuroshima Hex, da cui Monolith Arena attinge a piene mani, tanto da condividere praticamente lo stesso regolamento. Se già siete esperti di Neuroshima vi consigliamo quindi di saltare direttamente all’ultimo paragrafo, dove sintetizzeremo le differenze con il titolo base, altrimenti rimanete con noi per una veloce panoramica!
Come Neuroshima Hex, Monolith Arena è un titolo per 2-4 giocatori, di posizionamento e scontri tattici, con lo scopo per i giocatori di distruggere un particolare tassello nemico, lo Stendardo, cercando di evitare, nel contempo, che gli avversari facciano lo stesso.
Le bande di guerra di Monolith Arena sono rappresentate da tasselli esagonali, divisi in tre tipi.
In primis, ci sono i Campioni, ovvero i combattenti che riportano i lati da cui attaccano, il tipo di attacco che infliggono, a distanza o in corpo a corpo, l’iniziativa con cui agiscono ed eventuali abilità speciali.
Le Rune sono invece potenziamenti per i vostri Campioni, ognuna concede infatti dei bonus alle unità adiacenti ad essa, ma solo su determinati lati indicati sulla stessa.
Infine gli Ordini, permettono ai vostri Campioni di agire spostandosi sulla plancia, attaccando, o attivando abilità speciali.
Ogni banda, o fazione, è composta da 35 tasselli, che vengono consegnati a inizio partita al giocatore. Questi li mescola e li pone, coperti, davanti a se.
La sfida inizia ponendo la plancia di gioco, una griglia esagonata, al centro del tavolo. I giocatori si alternano quindi nel piazzare il proprio Stendardo su di essa. Lo Stendardo è un tassello speciale, in grado di attaccare su tutti i lati, e che dev’essere distrutto per assicurarsi la vittoria. Ogni Stendardo ha 20 punti ferita, riportati sulla plancia di gioco.
Nel proprio turno il giocatore pesca fino ad avere tre tasselli, ne scarta uno e decide se giocare gli altri due, tenerli da parte per i prossimi turni, o scartare anche questi.
I Campioni e le Rune si giocano ponendoli sulla plancia, cercando di orientarli nel modo migliore per colpire lo Stendardo nemico o difendere il proprio. Gli Ordini, invece, vengono eseguiti e quindi scartati.
Come in Neuroshima Hex, i Campioni non combattono finché non viene giocato un ordine Battaglia, oppure si arriva ad avere la Plancia completamente piena, con un tassello su ogni esagono.
In entrambi i casi la battaglia si svolge nello stesso modo: le unità attaccano in ordine decrescente d’iniziativa, infliggendo danni sui lati indicati sul proprio tassello. Ovviamente i Campioni non sono tutti uguali, alcuni aggrediscono solo gli esagoni adiacenti, altri possono colpire a distanza, altri ancora bloccano gli avversari impedendogli di agire, altri hanno effetti ancora più strani ed esotici. In ogni caso, i danni inferti in una fase d’iniziativa si risolvono tutti assieme, per cui è possibile, anzi probabile, che le unità più veloci colpiscano e uccidano quelle più lente prima che queste ultime possano attaccare. Il piazzamento delle unità è quindi fondamentale, così come la scelta di quando scatenare la battaglia.
I danni inferti agli Stendardi dei giocatori vengono segnati invece sulla plancia di gioco, quando uno di questi raggiunge lo zero si rimuove dalla mappa assieme a tutti i tasselli di quella fazione, ponendo il giocatore definitivamente fuori dalla partita. Va notato che però, di base, non ci sono premi per chi infligge più danni, e dunque è normale sfruttare le unità avversarie per infliggere danni agli Stendardi nemici, qualora ce ne sia l’occasione.
Finita la battaglia, la partita prosegue normalmente finché non rimane sulla plancia un solo giocatore, oppure sino a quando non si attiva la battaglia finale, che avviene alla fine del turno in cui uno dei giocatori non può più pescare tasselli. Concluso l’ultimo scontro, il giocatore con lo Stendardo che ha conservato il maggior numero di punti ferita è il vincitore!
Le regole base, come potete vedere, sono quindi esattamente le stesse di Neuroshima Hex, ma ora andiamo a vedere come il Monolito del titolo cambia le carte in tavola!
Il Monolito è un oggetto descritto nelle regole avanzate, che consiste in tre segnalini di plastica che possono contenere al loro interno i tasselli e che si possono impilare tra loro. A inizio partita, il giocatore mette il suo Stendardo e due tasselli a sua scelta all’interno del Monolito, ponendoli sulla plancia impilati, in modo che sia visibile solo lo Stendardo. Nel corso della partita è possibile, nel proprio turno, dispiegare il Monolito, piazzando i segnalini con i tasselli al suo interno adiacenti allo Stendardo.
Il Monolito permette quindi di scegliere due unità, Campioni o Rune, che saranno a disposizione del giocatore quando questi ritiene che gli siano più utili. Tuttavia, una volta che un Monolito è dispiegato, rimane tale fino al termine della successiva battaglia, quando torna nella sua conformazione originaria ripiegandosi su sé stesso. I Tasselli all’interno del Monolito non sono “in gioco” fino a che questo non si dispiega, dopodiché possono interagire con gli altri, danneggiare ed essere distrutti normalmente. Un esagono del monolito che rimane vuoto può poi essere occupato da un’altra unità. Va specificato che il Monolito in sé non è un’unità, ma solo un comodo artificio per raccogliere i tasselli dello Stendardo e i due prescelti, per cui non interagisce in nessun modo con gli altri tasselli, non può essere ferito, bloccato o altro.
Essendo appassionati di vecchia data di Neuroshima Hex, la notizia dell’uscita di Monolith Arena ci ha messo decisamente in allerta. Nonostante infatti si tratti praticamente di una ritematizzazione, l’estrema asimmetria delle fazioni potrebbe far emergere nuove strategie e approcci inediti alle partite, senza contare che il setting fantasy potrebbe far breccia nei cuori di chi gradisce questo tipo di meccaniche, ma stenta a “digerire” la particolare ambientazione post-apocalittica. In ogni caso, in particolare le ipotesi strategiche, cercheremo di verificarle sul campo: siamo infatti già ansiosi di poterlo provare per stabilire se la meccanica del Monolito sancirà un vero passo avanti rispetto al suo illustre predecessore oppure sarà solo un modo per riproporre un grande successo in chiave leggermente diversa.