Negli ultimi anni il periodo di giugno e luglio è sempre stato sinonimo di grandi uscite da parte di Games Workshop. Nel 2017 è stata la volta della nuova edizione di Warhammer 40.000, una scommessa vinta dal colosso inglese che ha visto i suoi titoli volare in borsa. Il 2018 è invece arrivato il rinnovo dell’ambientazione fantasy, Age of Sigmar, che ha segnato un nuovo record nelle vendite della casa di Nottingham.
Per replicare il successo, anche nel 2019 sono state ben due le novità arrivate in questi mesi: Apocalisse, che introduce gli scontri su larga scala nel 41° millennio, e Warcry, il primo vero skirmish nel mondo di Age of Sigmar.
A 5 mesi dall’annuncio avvenuto durante il Las Vegas Open, eccoci quindi a svelarvi qualche dettaglio in più sul gioco che da un lato raccoglie eredità importanti, come Mordheim, e dall’altro colma la lacuna delle schermaglie nel fantasy che era stata riempita solo in parte dal supplemento skirmish del wargame.
In Warcry gli autori, reduci dai successi di Warhammer Underworld e Kill Team (lo scontro di squadriglie nel tetro futuro), scatenano le più disparate bande del Chaos in duelli all’ultimo sangue per dimostrare la propria fedeltà agli dei demoniaci e ad Archaon, il prescelto che ha segnato la fine del Vecchio Mondo.
Nella lunga campagna di avvicinamento al lancio abbiamo potuto scoprire ben 6 delle 8 bande che saranno disponibili per il gioco, ognuna delle quali composta da inedite miniature di clan del chaos. Si va dagli Iron Golem, dalle pesanti corazze con l’abitudine di fondere carne e metallo, agli animaleschi cannibali degli Untamed Beasts, passando per i Corvus Cabal, ricoperti di piume e dai becchi adunchi, o ancora gli orientaleggianti Cypher Lords, maestri delle loro lame letali. Oltre alle unità specifiche, GW ha annunciato che saranno disponibili anche set di carte che permetteranno di scendere in campo con squadriglie fatte con personaggi degli eserciti tradizionali, tra cui gli iconici Stormcast, i vari clan di orchi e goblin, i non-morti della Legione di Nagash e tanti altri malcapitati che si troveranno per un motivo o per un altro a vagare nelle lande del Chaos.
La scatola base rivelata prevede al suo interno una componentistica ricchissima che, oltre a tutto il materiale di supporto quale dadi, misuratori e carte, include anche una plancia per delimitare il campo di gioco, elementi di scenario dall’ottima qualità grafica che riprendono le rovine di una città, 17 modelli divisi tra le bande degli Iron Golem e gli Untamed Beast, ed altre 12 sculture che rappresentano bestie del chaos pronte a infestare i nostri scontri.
Il Set up del gioco è molto semplice e, a differenza di altri titoli del genere, lo scenario ne costituisce una parte importante. Prima di iniziare i giocatori riveleranno 4 carte. La prima determinerà la mappa con la collocazione degli elementi di scenario disponibili (componenti scenici aggiuntivi sono già stati annunciati e avranno ciascuno un proprio mazzo dedicato). La seconda svelerà le regole di posizionamento delle bande, ognuna divisa in 3 gruppi, che entreranno in altrettanti momenti diversi dello scontro. La terza invece conterrà l’obiettivo per cui i due giocatori si scontreranno. Infine, la quarta carta, aggiungerà elementi di “difficoltà” allo scontro, come l’influenza degli dei caotici o le già citate bestie del chaos, un elemento terzo che arricchirà i nostri scontri.
Ogni turno a Warcry è composto da mosse alternate tra una banda e quella avversaria. Nella propria fase il giocatore potrà attivare uno dei propri modelli, facendogli eseguire due delle quattro azioni a disposizione: muovere, attaccare, ritirarsi da uno scontro o attendere, passando il turno all’avversario per poter poi riattivare la miniatura in un secondo momento. Ciascuna unità ha una sua carta specifica che ne determina le caratteristiche e la potenza degli attacchi. Inoltre, a dettagliare ulteriormente ogni fazione, le bande hanno un elenco di abilità speciale che possono essere attivate per svolgere azioni eroiche durante il turno.
Come per Age of Sigmar, anche Warcry presenta tre diverse modalità di gioco disponibili: l’Open Play, che permette di giocare in quanti si vuole su ampi scenari basati sul massacro e tradimento, il Matched Play, dedicato ai duelli competitivi e che comprende anche un regolamento per i tornei, e il Narrative Play, che occupa una buona porzione del manuale rendendo il gioco particolarmente avvincente per gruppi stabili di appassionati. Quest’ultima modalità infatti prevede che ogni banda scelga tra le diverse campagne a sé dedicate all’interno del manuale. Di partita in partita i guerrieri si faranno strada nel percorso scelto acquistando abilità speciali e oggetti unici e, quando il momento lo specificherà, combatteranno contro l’avversario in scenari dedicati che costruiranno la storia dei propri barbari dalle origini fino alla gloria eterna.
Pur condividendone l’ambientazione, Warcry non è semplicemente uno skirmish di Age of Sigmar, come succedeva nelle passate espansioni “schermaglie”, ma è un vero e proprio gioco a sé stante con regole, meccaniche e modelli dedicati. Risulta difficile definire il titolo come un adattamento Fantasy della nuova versione di Necromunda o di Kill Team e sicuramente siamo ben lontani dagli schemi ultra competitivi di Underworld. Warcry rappresenta dunque un gioco nuovo che arricchisce la sempre più completa offensiva prodotto dell’editore di Notthingam con uno sguardo del tutto nuovo ai reami del chaos e alle lotte tra le bande che venerano gli dei oscuri.