domenica 24 Novembre 2024

Kemet: Blood and Sand – Gli Dei alla conquista dell’Egitto

Kemet sta a significare “la terra nera”, contrapposto a Desheret, “la terra rossa”, il deserto. Kemet è il fertile fango del Nilo, che dà vita a Tawi, le Due Terre (così gli antichi egizi chiamavano il loro paese). Kemet è il dominio di Horus il faraone, contrapposto a Set, il caos che domina il deserto. Un mondo di contrasti con più di un migliaio di divinità: questo era l’antico Egitto, e gli Dei non mancavano di lottare per il predominio sulle attività terrene, anche se le loro armi erano i mortali che marciavano sotto il sole e tra le sabbie del tempo.

Kemet: Blood and Sand è la nuova edizione dell’omonimo titolo Matagot, ideato da Jacques Bariot e Guillaume Montiage, uscito nel 2012 e seguito da un’espansione (Ta-Seti) nel 2015. Si tratta di un wargame “leggero” asimmetrico, in cui da 2 a 5 giocatori prendono il controllo degli eserciti di altrettante divinità egizie e si battono per il dominio sul paese. Stavolta la Matagot sceglie (come ormai sempre più spesso accade nel mondo ludico) la via del crowdfunding per questa nuova edizione, e così troviamo la campagna di finanziamento di Kemet su Kickstarter ancora per pochi giorni.

Il gioco è disponibile con diversi livelli di pledge, che vanno dal “semplice” aggiornamento (in pratica i pezzi per giocare la nuova edizione avendo già la vecchia più espansione), fino al gioco completo. Se per una panoramica del gioco, che non è cambiato molto rispetto alla prima versione, vi rimandiamo alla nostra recensione, qui vale la pena mettere in evidenza le differenze principali con il titolo originale. Grazie ai commenti di migliaia di giocatori, a settembre 2019, Kemet aveva già ricevuto una versione 1.5 del regolamento, che rendeva il gioco più fluido e più dinamico. Nella versione 2.0, che è quella presentata su Kickstarter, le regole sono simili ma si avvalgono di nuovi componenti che effettivamente aggiungono varietà all'esperienza.

La prima, evidente, differenza è nell’artwork, completamente riconcepito, modernizzato e decisamente più accattivante del precedente. Conseguenza diretta di questo restyling grafico sono le miniature, più grandi (i soldati passano da 26 a 32 mm di altezza, e le creature arrivano a 50mm rispetto ai 42 precedenti) e personalizzate con emblemi e simboli della divinità a cui fanno capo. Spariscono invece i grandi dadi a 4 facce che replicavano le piramidi, sostituiti da edifici tridimensionali a tre livelli più il pyramidion (la “cuspide”) intercambiabile, e viene anche aggiunto un quarto colore ai tre esistenti: oltre al rubino (attacco), zaffiro (difesa), e diamante (preghiera), c’è l’onice che è multi-funzione. Queste tonalità cromatiche sono collegate alle tessere potere, che possono essere acquisite durante il gioco e che forniscono diverse capacità speciali o il reclutamento di una creatura mitica (o di mercenari) nel nostro esercito.
Ma il restyling riguarda anche la leggibilità e l’ “interfaccia utente” dei pezzi di gioco: le plance dei giocatori sono molto più chiare e leggibili; le tessere potere hanno ora un design uniformato in cui è sempre possibile capire le varie informazioni (comunicate in simboli, mai con testo), e quindi di più chiara lettura; e così di seguito, fino ad arrivare ai singoli segnalini.

La mappa è completamente ridisegnata: non ce ne saranno più due diverse a seconda del numero dei giocatori, ma una sola, resa meglio graficamente e con aggiunte di nuove strutture, cioè i porti. Questi ultimi saranno di due tipi: militari, che permettono di lasciare un’area, e commerciali, che consentono invece ingresso e uscita. I porti rendono la mappa ancora più connessa e quindi gli scontri ancora più frequenti (e già nella prima edizione il gioco era molto basato sui combattimenti) andando a supplire al fatto che, invece, il teletrasporto viene limitato in questa nuova edizione. Anche le città sono differenti (sempre divise in aree) e ciascuna di esse è ora dedicata a una specifica divinità in gioco.

Le carte di Intervento Divino sono state riviste, chiarite, e rese più intuitive e giocabili, sebbene le meccaniche siano rimaste praticamente invariate. Stesso discorso per i combattimenti: c’è sempre da scegliere e giocare le carte di combattimento dalla propria mano, ma ora le regole dell’espansione Ta-Seti (due nuove carte battaglia e i segnalini Alba) sono integrate nel gioco base, oltre a essere state riviste anche loro. Altri cambiamenti significativi sono relativi al setup e al sistema di punteggio, entrambi semplificati, e al segnapunti, ora unico. C'è infine la possibilità di iniziare il gioco con una tessera potere “gratuita”, mentre anche la conclusione della partita ha subito una revisione: ora avviene appena un giocatore ha i 9 punti vittoria necessari, senza attendere la successiva fase dell’Alba.

Vale la pena anche menzionare che durante la campagna sono stati sbloccati diversi interessanti stretch-goal, tra cui spiccano Cthulhu (che ormai sembra imprescindibile in un gioco che contenga miniature) e Nyarlathotep che seppur non c’entrino nulla con l’antico Egitto, hanno il loro fascino. La domanda che ci si pone è quindi: vale la pena avere questa nuova edizione? Se non avete già Kemet, la risposta è “sì, subito”, perché questo titolo della Matagot resta uno dei più interessanti light wargame di genere fantasy (permetteteci questo termine, dato che non si tratta di un gioco storico), con un’interazione elevatissima e un ritmo di gioco davvero forsennato. Se invece già possedete il gioco base, la risposta è meno semplice. Per aggiornare la vostra edizione vi serve possedere anche l’espansione Ta-Seti, che non è proprio semplicissima da reperire. Se quindi vi è piaciuto (come a noi), vale probabilmente la pena andare sul pledge completo; se invece non è tra quelli più intavolati da voi, non è semplice che questa nuova edizione vi farà cambiare idea. Interessante, infine, notare la scelta del livello di sottoscrizione "Champollion", il pledge dedicato solo ai giocatori transalpini, che possono ottenere il gioco senza pagare la spedizione: un bel modo per (re)incentivare la frequentazione dei negozi fisici, soprattutto dopo la chiusura forzata dovuta alla pandemia. Come dicevamo, a noi Kemet è piaciuto davvero tanto, e aspettiamo con ansia l’uscita di questa seconda edizione: ad assicurare la localizzazione in italiano ci penserà Pendragon Game Studio, e quindi non ci resta che attendere che il sole illumini la nostra grande piramide, evocare l’occasionale scorpione gigante e partire all’assalto delle roccaforti nemiche. Come dice un antico detto egizio: tu lavora per il tuo Dio, ed Egli lavorerà per te.

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