giovedì 26 Dicembre 2024

Marco Pellini ci svela i segreti del ferroviere (ludico) perfetto

A metà giugno il popolo di giocatori si è dato appuntamento a Zola Predosa, in provincia di Bologna, per la seconda edizione degli Asterion Gaming Days 2014, di cui vi abbiamo parlato diffusamente subito dopo l’evento.
Durante la manifestazione si sono svolte le fasi finali del campionato nazionale di Ticket To Ride, il capolavoro di Alan Moon, edito dalla Days of Wonder e recentemente rilanciato in lingua nazionale proprio dalla casa editrice della Stella. I vincitori delle selezioni del gioco ferroviario più famoso del mondo (titolo che può certamente vantare, avendo venduto complessivamente oltre 3 milioni di copie, praticamente in ogni angolo del pianeta) sono arrivati da tutto lo Stivale per sfidarsi fino all’ultimo trenino, cercando di conquistare le tratte più ambite e vincere il primo premio: un viaggio a Parigi per partecipare alla finale del campionato mondiale!
A superare una vera e propria folla di agguerriti avversari è stato il milanese Marco Pellini, che ha raccontato con dovizia di particolari la storia della sua vittoria sul sito di Asterion e che abbiamo avuto il privilegio di incontrare per una intervista esclusiva al campione.

Gioconomicon: Piacere di conoscerti Marco e complimenti per il tuo trionfo. Prima di tempestarti di domande ti va di raccontarci qualcosa di te? Che tipo di giocatore sei e come ha iniziato a giocare a Ticket To Ride?

Marco Pellini.Un saluto a tutti. È un piacere per me avere il privilegio di un’intervista sul vostro sito. Grazie innanzitutto per i complimenti, sinceramente non avrei mai pensato nella mia vita di diventare il campione nazionale e di rappresentare l’Italia nei prossimi campionati mondiali a Parigi. È una sensazione magnifica che, a due mesi dall’evento mondiale, vivo con curiosità e con impazienza.
Mi chiamo Marco Pellini, ho 46 anni, sono sposato e ho tre figli, lavoro in Banca a Milano. Con altri tre amici condivido oramai da parecchi anni la passione per i giochi in scatola: iniziammo innamorandoci dei giochi della casa editrice francese Ludodelire (Footmania, Formula Dé, Manhattan) per poi conoscere e giocare negli anni a seguire i principali titoli premiati con lo Spiel des Jahres, il famoso premio tedesco per il gioco dell’anno. Premio che nel 2004 sancì la vittoria di Ticket to Ride, arrivato sul nostro tavolo diversi anni dopo nell’edizione con la mappa Europa.

GN: Anzitutto, come campione in carica di Ticket to Ride siamo curiosi di sapere con che spirito hai approcciato questa competizione?

MP: Quando Daniele, uno dei tre amici nonché mio testimone di nozze, ci ha spronati a partecipare alle selezioni non avevo certo lo spirito di quello che pensava di vincere. Devo sempre fare i conti con la mia natura, che privilegia il piacere dello stare insieme e giocare a discapito della competitività a tutti i costi. Però c’è da dire che quando si deve fare sul serio riesco sempre a dare di più e a sorprendere chi non è abituato a vedermi competitivo. L’essere arrivato primo alle severe selezioni fatte da Excalibur Games Milano (le qualificazioni hanno richiesto 2 partite sulla mappa USA più una partita con la mappa Europa in quattro giocatori. La semifinale con la mappa Europa in cinque e la finale con la mappa Olanda in quattro) mi ha convinto a pensare che a Bologna me la sarei potuta giocare. E poi, in fondo, uno dei potenziali 78 finalisti doveva pur uscire vincitore, no?

GN: Senza dubbio e direi che meglio di così non poteva andare! I nostri lettori, e anche il sottoscritto, sono però  curiosi di sapere quali sono i titoli della serie Ticket To Ride che possiedi e/o che hai giocato per prepararti al torneo?

MP: Beh direi che li possiedo tutti e almeno una volta ovviamente ci ho giocato. Ho persino la versione con la mappa Italia trovata sul web, stampata e incollata dietro il tabellone dell’Europa. I titoli più “consumati” in casa Pellini sono, nell’ordine, USA, Europa, Olanda e Nordic Countries.

GN: Se dovessi scegliere, secondo te qual è la mappa/variante che offre la sfida più avvincente e perché?

MP: È una bellissima domanda che è stata oggetto di grande discussione, poco tempo fa, nei forum del sito di Days of Wonder dedicati al “Competitive play” di Ticket to Ride. Ogni mappa ha una sua caratteristica peculiare che la rende diversa da ogni altra, variando il rapporto strategia/fortuna che, a mio avviso, è una delle armi vincenti e accattivanti di Ticket to Ride. Poiché la parola magica qui è “avvincente”, la mia scelta va sul classico: la mappa USA. Ci sono otto tratte da 15 punti; ci sono tanti obiettivi dal punteggio importante; c’è la possibilità di blocco: tanti modi diversi per vincere una partita. Mi sarebbe piaciuto rispondere la mappa Europa, che mi ha fatto vincere il campionato, ma a mio avviso la presenza solo a est delle tratte da 15 e 21 punti è un piccolo decisivo difetto che la relega al secondo posto nella mia classifica di preferenza. Ci sono tre obiettivi lunghi avvantaggiati rispetto agli altri tre. Ci fosse stata una tratta da 15 punti dalle parti di Parigi … la mappa sarebbe stata perfetta!

GN: Interessante analisi, Marco. E sono sicuro che sarai stato particolarmente contento che a 10 anni trascorsi dall'uscita del primo Ticket To Ride,  per la prestigiosa edizione dell’anniversario sia stata scelta proprio la mappa degli Stati Uniti! Ma qual è, secondo il campione, il segreto del successo di questo titolo?

MP: Direi che ci sono più segreti. Primo, è un gioco dalla dinamica semplice e veloce da apprendere. Cinque minuti di spiegazione e si inizia a giocare.
Secondo, una partita dura al massimo tre quarti d’ora, fondamentale per non annoiare e/o scoraggiare il giocatore occasionale. Terzo, pur in una dinamica semplice ci sono svariate strategie di gioco.

GN.Tra la selva di titoli ferroviari in circolazione, il campione italiano di Ticket To Ride gioca a qualche altro gioco sul tema?

MP: Mi piacerebbe fare bella figura ma …  no, non gioco e non conosco gli altri titoli ferroviari. Uscendo dal contesto ferroviario posso dirti che mi piacciono molto Coloni di Catan, Puerto Rico, Footmania e il recente Seven Wonders.

GN.Nessuna figuraccia Marco, ci mancherebbe! Ma torniamo al nostro amato Ticket To Ride: dal tuo reportage sul sito Asterion abbiamo saputo che quest’avventura non l’hai affrontata da solo ma con due amici appassionati come te del gioco. Ci spieghi meglio qual è stata la genesi di questa decisione?

MP: Ho conosciuto Daniele e Lorenzo un giorno di settembre 1994 quando mi sono presentato a Monza per giocare a pallone nella squadra di un oratorio che è tuttora la base operativa di moltissime nostre attività. Siamo uniti dalla passione che ci mettiamo in ogni cosa che facciamo insieme: dai fantagiochi di ogni tipo ai tornei di calcio o pallavolo. Dalle grigliate insieme alle famiglie alla nostra annuale Gara di Biglie su spiaggia che da 18 anni organizziamo a Cattolica in giugno. E la “missione” di qualificarci tutti e tre per le finali di Bologna è stata solo una delle tante manifestazioni di questa passione. L’essere partiti tutti e tre per Bologna sulla stessa macchina è stata la ciliegina sulla torta.

GN.Due amici ma anche due avversari, che hai salutato a inizio torneo e che (come nelle migliori storie sportive) hai dovuto incontrare sul tavolo della finale: il vostro rapporto ha inciso sullo spirito con cui avete affrontato la partita più importante?

MP: Tutti e tre frequentiamo il mondo di Ticket to Ride online e abbiamo giocato moltissime partite anche da avversari, per cui conosciamo molto bene le nostre qualità di gioco. Dei tre, Daniele è il più completo e competitivo, Lorenzo è campione del mondo online in carica della mappa Europa. Posso tranquillamente affermare che se giocassimo 15 partite come la finalissima di Bologna ne vinceremmo probabilmente 5 a testa. Semplicemente sabato 14 giugno 2014 era il mio giorno, non arrivi primo in  cinque partite su cinque, se non è il tuo giorno.
I responsabili di Asterion presenti al tavolo della finale sono rimasti sorpresi da due aspetti: il clima comunque abbastanza disteso per essere una finalissima e l’assenza di blocchi per ostacolarci a vicenda. Ma queste due cose non sono da mettere in relazione al nostro rapporto: ci si giocava Parigi per cui ognuno ci teneva tremendamente a vincere. Clima disteso da mettere in relazione alla soddisfazione di essere arrivati tutti insieme in fondo. Invece l’assenza di blocchi è capitata per tre fattori: non c’è mai stato uno palesemente in vantaggio da ostacolare per cui ognuno ha fatto il suo gioco pensando di poter vincere; non ci sono state le coppie di obiettivi lunghi “litigiosi” in gioco. Per finire un bravo giocatore sa che sprecare treni per fare il blocco diminuisce le probabilità di aggiudicarsi il fondamentale Bonus da 10 punti del treno più lungo (alla fine il mio era da 43 treni su 45, quello di Daniele da 42) .

GN:Sempre dal reportage emerge che in qualche occasione sei stato fortunato. La domanda è d’obbligo: quanto influisce realmente il fattore fortuna in una partita di Ticket To Ride ?

MP: Come scritto nel reportage, quando il livello è alto e l’abilità/esperienza dei giocatori si equivale, allora la fortuna assume un ruolo decisivo. La finale dal mio punto di vista è stata un alternarsi di cattiva e di buona sorte. Sfortuna all’inizio: sorteggiato quarto e ultimo a giocare (e alla fine ho giocato un turno in meno rispetto ai primi due) e in più avevo un obiettivo lungo meno forte rispetto ai primi due. Poi buona sorte: durante la partita sia Lorenzo che Martino potevano fare meglio e avrebbero vinto ma stanchezza ed emozione a volte possono giocare brutti scherzi. Io al contrario ero molto tranquillo e non ho sbagliato una mossa. Poi di nuovo cattiva sorte: non trovavo carte colore bianco o nero per l’ultima galleria perché casualmente il giocatore prima di me continuava ad accumularle portandole via dal tavolo (doveva fare una galleria di colore neutro per cui la scelta del colore nero per lui è stata casuale) e non pescavo Locomotive/Jolly dal mazzo. Per finire, di nuovo buona sorte alla fine visto che con l’ultima mossa mi sono giocato la partita: non è evento raro che quando si tenta la galleria bisogna aggiungere due carte dal proprio mazzo. Ne ho dovuta aggiungere una sola, l’unica che avevo, che è l’evento che si verifica più spesso ma, come dicevo, non è raro che a volte ce ne vogliano due.

GN:E per concludere, parliamo dell’argomento più atteso: i consigli del campione! Ci confidi, se esistono, le tattiche per vincere o comunque per avere qualche chance in più di primeggiare?
Ci sono strategie differenti a seconda della mappa? Come si valutano le mosse degli avversari?
Insomma: ci racconti come si vince a Ticket To Ride?

MP: Andiamo con ordine.

1. Tattiche.ci sono tante piccole cose da fare o da evitare giocando e la somma di queste fanno insieme la tattica vincente. La regola base è che a Ticket to Ride bisogna fare più punti degli avversari: tradotto, significa che bisogna in primo luogo completare i propri obiettivi utilizzando le tratte più lunghe sulla mappa. Così facendo si gioca la partita ideale: più punti dalle tratte prese, punti positivi dagli obiettivi, minor numero di giocate per mettere giù almeno 43 vagoni e dichiarare l’ultimo turno.
Al contrario è difficilissimo vincere quando bisogna prendere tante tratte corte da due punti per raggiungere gli obiettivi. Nella mappa europea obiettivi corti con Zurigo, Venezia e Zagabria sono da evitare assolutamente. Pochi punti, tanto tempo sprecato. Sono le tratte da sette punti (quattro vagoni) che fanno la differenza. E sette punti è il valore medio di un obiettivo corto, a volte meglio mettere vagoni sulla mappa invece che azzardare la pescata di tre nuovi obiettivi che per mancanza di tempo posso diventare punti negativi.
Poi non bisogna intestardirsi su un progetto iniziale di percorso: sono i colori che peschi e che accumuli in mano che fanno il percorso che farai sulla mappa, non il contrario. Molti non seguono questa logica e si ritrovano alla fine a pescare come pazzi cercando il colore mancante. Che di solito non arriva.
E poi, per finire, il bonus del treno più lungo: dieci punti che fai tu significa che non li fa un altro. Per capire quanto può essere decisivo, pensate che nella finalissima chi è arrivato ultimo se avesse preso il bonus sarebbe arrivato primo.

2. Strategie differenti a seconda della mappa: infinite. Cambia tutto se si cambia mappa, se si cambia numero di giocatori. È la bellezza di questo gioco. Mappa USA, Europa ed Asia si giocano spesso con pochi obiettivi. Olanda e Svizzera con tanti, più che si può.

3. Valutazione delle mosse degli avversari: fondamentale per capire dove vogliono andare e quando e se arriveranno a dare fastidio. Ti faccio un esempio dalle qualificazioni di Milano: un errore tipico dei neofiti è partire da un estremo del proprio obiettivo lungo. In una partita la prima mossa del giocatore A fu tre viola per Lisboa-Madrid, seguito subito dalla prima mossa del giocatore B tre carte arancio da Cadiz a Madrid e poi dalla prima mossa del giocatore C quattro neutri da Petrograd a Riga. Così a partita appena iniziata sapevo già i tre obiettivi lunghi dei miei avversari, giocatore A: Lisboa-Danzic; giocatore B: Cadiz-Stockholm e Brest–Petrograd del giocatore C . Osservando la cartina era facile prevedere un punto di incontro/scontro per tutti e quattro me compreso nei tre bianchi/arancio di Paris-Frankfurt e nei tre rossi/neri di Frankfurt-Berlin . Le mie prime due mosse? Tre bianchi e tre rossi anticipando tutti e collegando Paris a Berlin visto che anche io dovevo passarci. Vi lascio immaginare poco più tardi il caos da quelle parti. Deviazioni, tratte corte, stazioni da giocare. In generale è meglio nascondere i propri target finali e non scoprirsi subito.

Ringraziamo Marco per i preziosi consigli e per la bella intervista che ci ha concesso … e adesso, tutti a provare le dritte sulle mappe di Ticket To Ride!

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