sabato 2 Novembre 2024

Gioco dell’Anno 2014 – Il parere di autori ed editore de Il Piccolo Principe

Il Piccolo Principe, proclamato lo scorso ottobre Gioco dell’Anno 2014, ha trovato riscontro della sua bontà e dell’apprezzamento da parte del pubblico anche nella recentissima Lucca Comics & Games, dove l’area dedicata al gioco, con quattro tavoli personalizzati per l’occasione, era gremita di  aspiranti costruttori di pianeti per l’intera durata della kermesse.
L’editore italiano, Asterion Press, condivide la sua soddisfazione nel suo reportage successivo alla manifestazione, dove apprendiamo che il gioco è andato esaurito già a metà del secondo giorno di fiera!
La ristampa del gioco è imminente e prestissimo lo ritroveremo nei negozi di tutta Italia. Nell’attesa abbiamo contattato Asterion Press e i due autori Antoine Bauza e Bruno Cathala per sapere come hanno accolto questo riconoscimento e che impatti avrà sulla loro produzione.

Per Asterion ha risposto alle nostre domande Massimo Bianchini

Gioconomicon: Il vostro catalogo è composto perlopiù da prodotti localizzati, come Il Piccolo Principe. Però questo titolo in particolare, lo avete selezionato un anno dopo la sua prima apparizione in terra natia. Cosa vi ha attratto di questo gioco al punto da importarlo anche se in ritardo rispetto alla celebrazione cui si riferisce? (n.d.r. i 70 anni del Piccolo Principe sono stati festeggiati nel 2013)

Massimo Bianchini: Per la verità ero già stato attirato da questo titolo fin dalla presentazione del suo prototipo, a Essen 2012: i nomi degli autori e la licenza erano un binomio molto interessante, peraltro sono anche un fan del racconto di Saint-Exupéry. All’epoca tuttavia non avevamo ancora un rapporto di collaborazione così stretto con Ludonaute (l’editore originale del gioco), legame che si è concretizzato quest’anno, da lì il ritardo “anomalo” nella pubblicazione dell’edizione italiana.

GN: Tre giochi iscritti al Gioco dell’anno 2014: due in nomination e uno vincitore. Lo scorso anno ne avete iscritti quasi tre volte tanto è il risultato è stato di 3 titoli in nomination ma senza vittoria. Cosa è cambiato nelle vostre strategie di partecipazione al premio?

MB: L’anno scorso non avendo le “misure” del premio, essendo alla sua prima edizione, non avevamo idea di cosa aspettarci, pur essendo il bando molto chiaro. Ma i giurati erano (sono) tanti, quindi nel dubbio abbiamo sparato tutte le cartucce, anche proponendo titoli che non avevano le caratteristiche richieste. Visto poi cos’è successo al momento delle 5 nomination, tutti titoli che rispecchiavano i requisiti, abbiamo pensato quest’anno di tarare le candidature proponendo solamente titoli potenzialmente in grado di vincere, lasciando fuori altri giochi interessanti, ma non adatti (tipo Zombicide, dal prezzo troppo elevato per essere un titolo “gateway”).

GN: Quanto era importante per voi vincere e, più in generale, che percezione avete di questo premio e della sua riconoscibilità nel settore?

MB: Vincere fa sempre piacere, è innegabile. Con la versione precedente del premio (il “vecchio” Best of Show), pur avendo vinto in qualche occasione, non si otteneva una grandissima eco, al di là dei giorni della manifestazione. Siamo convinti che la nuova formula sia vincente: Augustus, che ha vinto la prima edizione, è stato pubblicizzato in lungo e in largo, e proposto nel corso di manifestazioni per un anno intero. Tutto è migliorabile, ma la direzione presa dal Premio è molto buona!

GN: Che effetto avrà sulle vostre strategie di marketing la presenza del Gioco dell’Anno 2014 nel catalogo Asterion? Avete in mente un programma di promozione speciale?

MB: Nulla in particolare, se non pieno supporto allo staff del GDA per l’organizzazione degli eventi, e naturalmente un posto di rilievo negli eventi in cui presenzierà direttamente Asterion.

GN: Come ha reagito Ludonaute alla notizia della vittoria ?

MB: Naturalmente sono stati tanto felici quanto sorpresi. Fa piacere perché è un editore con il quale abbiamo un ottimo rapporto.

Scopriamo ora cosa ne pensano i due game designer de Il Piccolo Principe, Antoine Bauza e Bruno Cathala.

Bruno CathalaGN: Seconda edizione di questo premio italiano e prima vittoria di designer stranieri. Vi aspettavate di vincere il premo Gioco dell’Anno in Italia?

Bruno Cathala: No, non me l’aspettavo per niente. Avevo saputo che il gioco era stato nominato, ma vincere è stata una grande sorpresa e un bel riconoscimento per il gioco.
Antoine Bauza: Assolutamente no! La concorrenza è spietata nei premi, e il livello dei giochi selezionati è alto. Per di più, Il Piccolo Principe è un gioco basato su una “licenza”, che lo rende un po’ atipico e (probabilmente) più difficile da premiare. Una gran bella sorpresa dunque!

GN: Che percezione avete di questo tipo di riconoscimenti, siano essi nazionali o internazionali? Che impatto pensate possano avere sulla carriera di un autore?

BC: In quanto autore, io non faccio giochi nella speranza di vincere premi. Lavoro solamente a giochi a cui io stesso vorrei giocare… sperando di riuscire a trasmettere questo piacere a più gente possibile, una volta che il gioco viene pubblicato. Fatta una notevole eccezione per lo Spiel des Jahres, non si può dire che i premi abbiano un forte impatto sulla vendita di un gioco o sulla carriera di un autore. Ciò nonostante accolgo ogni candidatura e ogni premio con grande gioia, ne sono onorato, e queste testimonianze di apprezzamento nei confronti del mio lavoro mi incoraggiano a proseguire il mio cammino.
AB: Non saprei dire se la vincita di un premio abbia davvero un impatto sulla “carriera” di un autore, ma ne ha sicuramente sulla sua motivazione a fare giochi, cosa che ritengo ancora più importante! Creare giochi porta a essere regolarmente preda dei dubbi e vedere una delle proprie creazioni ricompensata, e quindi apprezzata, rassicura del fatto che si faccia un lavoro che piace, un buon lavoro.

GN: Il Piccolo Principe è un romanzo “di formazione” tra la letteratura dei ragazzi, estremamente apprezzato anche in Italia. Come avete approcciato il lavoro quando vi hanno proposto di realizzare un gioco tratto da una licenza così importante?

BC: In effetti, non ci è stato proposto di fare un gioco tratto da quella licenza. Con Antoine abbiamo lavorato al gioco che volevamo in quel momento, basato su dei mini-pianeti, e partendo da quello ci è sembrato naturale e coerente lavorare nell’universo del Piccolo Principe. Un editore ne è stato sedotto e ha speso tutte le sue energie nella speranza un po’ folle di ottenere i diritti. A volte, anche i sogni più folli si avverano! In ogni caso, una bella avventura.
AB: Nulla da aggiungere!

GN: Tra le osservazioni che vengono mosse dai critici del gioco, spesso è contrapposta l’ingenuità fanciullesca con cui viene narrata nel libro l’avventura del protagonista rispetto alla “cattiveria” insita nel gioco, soprattutto quando si tratta di scegliere la tessera che massimizza i danni degli avversari. È un errore di interpretazione o pensate anche voi che questa meccanica contrasti con l’ambientazione originale?

BC: Il libro è molto filosofico, ma lungi dall’essere ingenuo, in verità. E tratta anche il tema della crudeltà degli uomini… crudeltà che di fatto è possibile sperimentare attraverso la scelta della tessera. Alcuni si offenderanno. Ma noi appoggiamo totalmente questa scelta, soprattutto per il fatto che è appunto questo aspetto che i bambini adorano, quando in questo modo “attaccano” i loro genitori.
AB: La dualità buono/cattivo è l’aspetto che preferisco in questo gioco. Trovo che sia un’eco della filosofia del libro, che viene spesso considerato un libro per bambini, ma che non lo è veramente. E probabilmente questa dualità fa eco ai lavori miei e di Bruno, molto diversi quando fatti da soli.

GN: La vittoria del Gioco dell’Anno potrebbe convincervi a venire in Italia in uno dei prossimi appuntamenti ludici?

BC: Ho già partecipato a qualche evento ludico in Italia, una volta ad Aosta (abito dall’altro lato del Monte Bianco), e due volte a IDEAG Torino. Ci sono molte altre iniziative ludiche interessanti in Italia, e dato che per di più amo molto il lavoro degli autori italiani, è certo che tornerò presto nel vostro bel paese.
AB: A prescindere dal premio, vorrei venire a un evento ludico in Italia! Ho partecipato a IDEAG Torino qualche anno fa e spero di avere la possibilità di tornarci presto.

Salutiamo e ci complimentiamo ancora una volta con autori ed editori del vincitore del Gioco dell’Anno 2014. Su segnalazione dei due autori, invitiamo a leggere questo loro diario di sviluppo, in cui ci raccontano la genesi de Il Piccolo Principe.

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