Nella ricca offerta di eventi ludici che si sono concentrati nel weekend del 5-6 settembre, c’è stata anche la prima edizione di un appuntamento che, grazie alla sua location e a un’offerta pensata principalmente per il pubblico delle famiglie, ha saputo sicuramente distinguersi e ha dato vita a un evento piacevole e attraente anche per il pubblico dei giocatori.
Parliamo della Festa al Castello, una giornata organizzata dall’editore di giochi Red Glove e chiaramente dedicata al suo catalogo e al suo pubblico…
Come annunciato in più occasioni e anticipato dagli indizi che Red Glove ha lasciato cogliere negli anni presso i suoi stand alle fiere di settore, la Festa al Castello si è svolta in un vero e proprio Castello! Una fortezza per essere esatti, la Fortezza di Sarzanello, poco distante dalla città di Sarzana, dove ci siamo recati anche noi incuriositi da questa originale formula. Già avvicinandoci nei pressi della fortezza ci siamo resi conto di quanto il luogo scelto fosse veramente bello e suggestivo, una struttura storica ben mantenuta e completamente esplorabile, che Red Glove non ha mancato di allestire dal piano più alto della torre fino alle profonde segrete.
Ma, complice le piacevolissime condizioni metereologiche, le zone migliori dove passare questa giornata erano senz’altro i bastioni all’aperto, dove poche ore dopo l’apertura correvano bambini e passeggiavano le famiglie intervenute. Contrariamente a quanto avevamo immaginato, non c’è stata un’invasione di tavoli in pieno stile ludoteca, ogni spazio della fortezza è stato allestito con 3, massimo 4 tavoli, quasi a non voler alterare eccessivamente il bel paesaggio che ci circondava. Scelta che, dobbiamo dire, è stata più che azzeccata: probabilmente la Red Glove aveva un’idea già chiara di quale sarebbe stata l’affluenza totale della giornata (circa 500 persone), ma soprattutto l’evento non andava confuso con il modello della classica convention. I bastioni e i tavoli erano tematizzati su specifici titoli e linee del catalogo, ci si spostava da una parte all’altra del castello apposta per provare un tipo di gioco piuttosto che un altro, non ci si “accampava” su un tavolo alternando i giochi e, lo ribadiamo, passeggiare da una zona all’altra del castello era un’attività decisamente piacevole.
L’atmosfera insomma, come da chiari intenzioni della casa editrice, era proprio quella di una festa: una gita all’aperto con un bar (gestito anch’esso dallo staff Red Glove) pronto a saziarci e dissetarci e un panorama da sogno a incorniciare le nostre partite.
Anche gli spazi coperti comunque sono stati sfruttati, in particolare la sala più frequentata è stata quella detta “dei prototipi”, dove il team di sviluppo Red Glove ha esaminato diversi candidati apparecchiati sui tavoli e non ha mancato di elargire consigli su come proporre se stessi e le proprie creazione a un editore di giochi.
In questo stesso spazio abbiamo potuto provare in anteprima il prossimo titolo a tema felino di Marco Mingozzi, autore che conosciamo per titoli fortemente tematizzati (Ninja Shadow Forged, Everzone) ma che questa volta ha saputo ideare un gioco perfettamente in linea con la proposta family del guanto rosso. A Neko-In dedicheremo presto una dettagliata anteprima, ma siamo sicuri che basteranno l’immagine di copertina e le miniature dei gattini a portare la maggior parte degli utenti all’acquisto.
In una sala ancor più privata ai piani superiori abbiamo potuto dare un’occhiata all’attesissima espansione del gioco di corse di Erik Burigo: Rush & Bash. La sfida si sposta sui ghiacci e aumenta il numero di piloti coinvolti in questa folle corsa, presto tutti i dettagli sulle nostre pagine ma già consigliamo agli appassionati di allacciarsi le cinture perché non sono affatto poche le novità introdotte da Erik che amplieranno le possibilità di interazione con la pista e, ovviamente, con gli avversari.
Come dicevamo, la stanza dei prototipi era popolata di giochi in pieno sviluppo e soprattutto di persone incuriosite, non li abbiamo potuti provare tutti (anche perché i giochi erano li principalmente per essere valutati dagli addetti ai lavori), ma abbiamo notato una certa varietà nelle proposte, dai veloci giochi di carte a titoli ben più profondi, alcuni dei quali accompagnati da una componentistica di tutto rispetto pur essendo dei prototipi. Onestamente alcuni giochi ci sono sembrati fin troppo complessi per il catalogo Red Glove, ma come vedremo più avanti, l’editore lascia comunque una porta aperta al mondo dei gamer.
Occasione questa anche per i lanci delle novità del catalogo, cosi è stato per Gigamon, localizzazione di una variante del memory destinata ai più piccoli, che grazie alle sue bellissime illustrazione e al sistema delle abilità speciali si è già conquistato il premio francese As d’Or 2015 per la categoria bambini. Per Ristorante Italia invece, nonostante fosse allestito su più tavoli, la nuova versione non era disponibile se non per l’illustrazione della nuova copertina, l’editore ci fa comunque sapere che grazie a una revisione dei componenti il gioco costerà meno della prima edizione (35 euro).
Anfitrione di questa bella giornata, impegnato a coordinare le operazioni su tutti i fronti, il boss di Red Glove, Federico Dumas, che ci ha dedicato un po’ del suo tempo nella cornice del “bastione famiglie” per parlare dell’evento e dei programmi futuri di Red Glove.
Gioconomicon: Ciao Federico, guardandoci intorno direi che non è andata affatto male per essere una prima edizione
Federico Dumas: Al momento stiamo sui 400 ingressi (ndr:l’intervista si è svolta a metà giornata), c’è parecchia gente di queste zone che, da quello che vedo, passa, si ferma a giocare, esplora il castello e poi se ne va. Quindi funziona!
L’idea di base era proprio quella di godere del gioco ma anche dell’ambiente dove stai, per questo non abbiamo riempito di tavoli tutti i bastioni. In questo modo sei invogliato a girarti il castello dopo che ti sei fatto la partita.
GN: Vedo che anche in questa sede avete puntato sul coinvolgimento degli autori.
FD: Si, perché il sistema funziona. In questo modo si crea un bel team, e delle belle opportunità.
Avere un team di persone che lavora assieme e che diventa sinergico, fa si che vengano fuori prodotti sempre migliori. Allo stesso tempo, portarli alle fiere, oltre che per una questione personale (fa sempre piacere elevare l’autore e metterlo a contatto con il pubblico), fa in modo che altri nuovi potenziali autori vedano come lavora il team, e magari ne entrino a far parte. Quindi insistiamo su questa strada.
Avere un team ci permette anche di realizzare certi progetti, come avrai capito leggendo le dichiarazioni di Erik Burigo alla nomination del Gioco dell’Anno, i nostri giochi nascono anche su commissione. Rush & Bash, ad esempio, è nato su commissione.
GN: Parlando di designer mi riallaccio alla domanda fatta da uno degli aspiranti autori durante la presentazione: perché Red Glove non produce più giochi per gamer ?
FD: Il mercato dei gamer è un mercato un po’ difficile da trattare, bisogna essere lanciati principalmente su di loro, almeno sul fronte della comunicazione. E’ difficile far coincidere questa esigenza per una società come la nostra, cosi impegnata sul fronte famiglie e bambini .Però non è detto, mi piacerebbe tenere a catalogo almeno un prodotto all’anno che faccia l’occhiolino al mondo dei giocatori. Magari anche passando per i partner esteri, ma è troppo presto per fare programmi del genere.
GN: Quindi sarebbe preferibile che gli autori che vi presentano i giochi facessero lo sforzo di proporre titoli idonei al vostro catalogo ?
FD: Quello sicuramente, se vuoi avere più possibilità di esserci devi offrirci un gioco destinato a bambini o famiglie. Poi non è detto, come ti ho detto un “gioco per giocatori” all’anno mi piacerebbe comunque farlo, chissà che non sia proprio quello che ci viene proposto.
GN: E allora parliamo del mercato family. Oltre che per la comunicazione, è un settore più “facile” di quello delle specializzato o ha tutto un altro tipo di difficoltà con cui vedersela ?
FD: Fa ridere perché effettivamente da fuori sembra che si campa meglio in questo settore, in realtà ci sono diverse ditte che hanno approcciato questo mercato e hanno provato a espandersi, fallendo. La più grande difficoltà è che vendi a un pubblico che non conosce il settore.
Mentre il gamer lo conosce e quindi la sfida sta nel sorprenderlo, nell’attirarlo con la comunicazione giusta, qui invece hai un pubblico che il prodotto non lo conosce proprio, quindi anche se “tenerlo dentro” è più facile, attirarlo è difficile, perché lui pensa spesso che questi prodotti siano tutti uguali, non coglie le differenze tra un marchio e un altro.
GN: Quindi tu come ci arrivi a questo pubblico?
FD: Ci arrivi con varie strategie. Nella comunicazione organizzando eventi a 360° aperti al pubblico, come la “Festa al Castello”. Un altro grande punto di forza sta nella grafica e nella riconoscibilità delle scatole: il cliente non si chiederà perché ogni scatola ha un formato diverso da un’altra, le riconosce e sa quanto costano. E questo aiuta a superare le barriere psicologiche che ci sono nei confronti dell’acquisto del prodotto. E a quel punto secondo me entra il terzo fattore che è il “passaparola”, se un gioco ha la giusta tematica, il giusto prezzo e il giusto grado di difficoltà in relazione al pubblico a cui è indirizzato riuscirà facilmente a diffondersi e a creare richiesta.
GN: A proposito di questo, ricordo che l’anno scorso avete lanciato una espositore con 8 minigiochi dentro dal prezzo decisamente contenuto, una bella iniziativa editoriale che di solito vediamo fare a giganti come Schmidt o Amigo. La rifarete anche quest’anno ?
FD: Noi in realtà siamo andati ben oltre. Con i negozi con cui abbiamo una partnership più stretta abbiamo realizzato degli espositori customizzati di svariate forme e dimensioni, a seconda dell’esigenza del negoziante, ma che hanno come costante l’inconfondibile torre rossa, questo permette di “incorniciare” il prodotto e contestualizzarlo alla comunicazione che l'azienda porta avanti nelle fiere e negli eventi a contatto diretto con il pubblico, in oltre orienta il cliente facilitandolo nella scelta del titolo giusto.
GN: Visto che tocchi l’argomento, mi ricordo che molti negozianti (almeno fino a qualche anno fa) non conoscevano realmente i prodotti per famiglie che vendevano
FD: E’ per questo che noi facciamo prodotti che parlano da soli. Comunque, dedichiamo anche parecchio supporto ai negozi fidelizzati, gli forniamo una serie di strumenti di supporto alla vendita, insomma, dove non arriva la scatola (che comunque viene pensata per parlare da sola), arriviamo noi.
GN: Dato che questa è una festa per celebrare la crescita e lo stato di salute di Red Glove, diamo qualche numero per spiegare meglio questo successo?
FD: 7 miliardi e novecento milioni di euro! Scherzo dai, fatturato a parte si vede l’aumento costante di persone coinvolte, questo rende l’idea di come è cresciuta l’azienda: attualmente compreso me siamo arrivati a 6 dipendenti e abbiamo 2 collaboratori esterni ormai fissi (uno si occupa delle traduzioni e l’altro della comunicazione).
C'è stata poi una grossa crescita nel settore commerciale e in quello del magazzino, l'assemblaggio dei prodotti viene fatto a Carrara, dove ho il controllo del lavoro, se manca un componente nella scatola so di chi è la colpa.. scherzo.
GN: Quando si dice che una società ha un gruppo di sviluppo interno, ci immaginiamo un ambiente dedicato nella sede dell’azienda, tipo uno studio, dove i creativi inventano e si confrontano con bozze e prototipi. E’ cosi anche da voi ?
FD: In realtà noi abbiamo una sezione ufficio, ma è di pochi metri quadri (sembra una delle case disegnate sulle carte di Neko-In). E in realtà li c’è un casino dilagante. Fortunatamente Guido Favaro (l’art director) lavora fuori sede, quindi tutta la parte che serve per l’illustrazione (i computer, le tavolette grafiche, le tavole per disegnare, etc) non sono nell’ufficio altrimenti ci sarebbe servito molto più spazio.
Quindi in realtà l’ufficio è dedicato principalmente alle mansioni commerciali e amministrative, mentre quando ci incontriamo per sessioni di brainstorming, ci diamo appuntamento in altri posti, sempre muniti di un ottimo ristorante e magari delle strutture per rilassarsi. Insomma, quando ci vediamo per “ragionare” assieme cerchiamo di metterci a nostro agio.
GN: La rete di negozi a cui mi accennavi prima come si compone ?
FD: Per i numeri esatti dovremmo chiedere a Simona, che si occupa della parte commerciale. Comunque, la rete è composta da più di 200 negozi, di cui 46 fra fidelizzati e Red Glove Point : negozi che hanno sviluppato un'ottima sinergia rispecchiando a pieno la filosofia Red Glove: un contatto diretto con il cliente, interesse per il prodotto e impegno nella divulgazione e ovviamente la priorità a Red Glove come prima linea di prodotti da esporre.
GN: Quindi i prodotti Red Glove li trovo in tutta la penisola ?
FD: Bhe, ci sono delle regioni più problematiche, ad esempio il sud Italia è un po’ vuoto, ma quello è un problema abbastanza comune a tutti produttori. Attualmente in sud Italia va molto il pubblicizzato, quindi tutto quello che non è passa per la pubblicità fa fatica. Al centro Italia e nord Italia invece siamo abbastanza ben piazzati, anche grazie a Città del Sole che è parecchio capillare nel territorio (72 punti vendita).
Abbiamo rafforzato anche il rapporto con i principali negozi online, che prendono i prodotti direttamente da noi.
GN: Si respira un’aria di crescita nel mercato del gioco in scatola, qualcuno definisce questa l’”epoca d’oro del gioco da tavolo” e a testimonianza di questo prevede l’arrivo in grande distribuzione nel giro di circa 2 o 3 anni. Tu condividi il trend positivo e questa visione ?
FD: In generale io credo che la crescita di un mercato non sia mai esponenziale, ma sia passo passo. Quando la crescita diventa esponenziale è perché qualcuno ci ha messo il capitale per renderla tale. Quindi sarebbe una crescita un po’ fittizia. Guardando a Red Glove vedo una crescita passo passo, quindi è vero che siamo arrivati a risultati interessanti ma non posso dire che ci sia stato il grande botto. Più semplicemente il mercato si è ripulito da alcuni elementi, tra cui alcuni distributori, che non facevano un lavoro valido.
Sicuramente l’entrata di competitor forti come quelli esteri ha contribuito a far si che anche noi editori italiano alzassimo un po’ più l’asticella. E quindi alla fine il mercato risente di tutti i movimenti che ci sono stati, non la chiamerei età dell’oro perché non mi pare che ci sono giochi che escono e fanno 20000 copie in Italia alla prima tiratura, però mi sembra comunque un periodo positivo.
Sulla questione “grande distribuzione” noi come Red Glove non siamo interessanti ad andare in quel canale, è un canale che va supportato in modo troppo impegnativo e si rischia di accostare il prodotto a realtà troppo diverse, senza il supporto televisivo e senza un supporto di comunicazione forte, la grande distribuzione tende a restituirti tutto nei magazzini. Non tutti scelgono questa strada, per fare un esempio, anche in Germania, Haba non entra nei supermercati, ma anche in quel paese nella GDO lavorano altri produttori che sono gli stessi che stanno da noi (Ravensburger, Hasbro, etc). Quindi come vedi anche li sono i produttori che scelgono se andare meno in grande distribuzione.
GN: A proposito di Haba, che è una società a cui più o meno ti rifai come modello, hai notato la nuova linea di scatole che non sono gialle e sono rivolte a un’altra fascia di età ?
FD: Si, pradossalmente noi cerchiamo di rendere identificabili i prodotti e loro stanno cambiando. E’ un processo che in realtà era già iniziato, non so se hai visto le scatole rosa per le bambine. Secondo me l’identificabilità di un marchio rimane importante, ma forse la scatola gialla è divenuta troppo rigida come scelta comunicativa per Haba. Questo probabilmente sarà un test per raggiungere un pubblico che normalmente non raggiungono.
GN: Ipotizzando che il trend di crescita continui in maniera costante e proporzionale a come è andata fino ad oggi, dove ti vedi tra 5 anni.
FD: Mi vedo… non nel mondo dei giochi! No scherzo,non lo so, in realtà ci sono anni di crescita e anni di stanca. Noi siamo cresciuti tanto nel numero di prodotti venduti, ma non tantissimo di fatturato. Perché quest’anno in realtà il costo medio di singolo prodotto (parlo proprio di prezzo al pubblico) è sceso drasticamente. Quindi in realtà il fatturato vuol dire poco e tutto, però continuando cosi nel futuro io spero di avere una società che lavori bene anche all’estero.
Siccome in Italia abbiamo ormai delle buone basi, ora stiamo guardando all’estero per riuscire a fare quello che io ho sempre sognato, ovvero la distribuzione diretta anche negli altri paesi. Quindi senza passare per un editore, ma attaccando un paese alla volta con le edizioni in lingua, per andarsi ad aprire autonomamente i mercati esteri. Quindi per rispondere alla tua domanda, tra 5 anni mi auguro di essere riuscito a raggiungere almeno un mercato di un paese estero. L’idea è di fare come fanno altre società che producono giochi (e non solo) distribuendoli in autonomia tramite le loro filiali, come ha fatto la stessa Haba.
Mi piacerebbe molto andare a dar fastidio in Francia, e poi mi piace la Spagna perché ha un mercato molto simile al nostro (nel bene e nel male). E poi ovviamente mi auguro di avere un altro po’ di staff regolare in azienda, che c’è n’è sicuramente bisogno.
GN: Come sempre concludiamo le nostre chiacchierate parlando delle prossime novità. Qui al castello abbiamo provato Neko-In e l’espansione di Rush & Bash. Per quando è previsto l’arrivo nei negozi ?
FD: Il programma di produzione di Neko-In prevede l’uscita a Essen, ma ci stiamo confrontando con qualche problemino legato ai componenti che rappresentano i gatti. Nella peggiore delle ipotesi sarà pronto per Lucca Comics & Games.
L’espasione per Rush & Bash vorrei averla pronta per Natale, se non ce la dovessimo fare arriverà comunque a Gennaio. Il formato sarà quello da 15 euro.
Per Lucca è prevista anche una nuova espansione di Vudu, che costerà come la precedente e introdurrà il concetto di “gioco in coppia” (e quindi preparatevi alle maledizioni che colpiscono una coppia di persone alla volta). Chiaramente porta il numero di giocatori da 6 a 12.
GN: A Norimberga ci avete parlato anche di un gioco che avrebbe previsto un sacco di draghi, e un gioco a tema robotico dall’evocativo titolo “Nemici della terra”. Quei progetti sono ancora in corso ?
FD: “Draghi” viene spostato a febbraio. Paradossalmente è meglio che questi prodotti, pensati per la famiglia e per i bambini, vengano presentati ufficialmente in un periodo dopo Natale in modo che i giocattolai e gli operatori delle grandi metrature abbiano più tempo per conoscere il prodotto e programmarlo per il Natale successivo.
“Nemici della terra” è ancora in fase di revisione per quanto riguarda il sistema di gioco. Pensavamo onestamente di risolvere prima e invece ci stiamo ancora lavorando. Io spero che sia pronto per PLAY.
Su questi ultimi annunci salutiamo Federico e tutta la squadra schierata da Red Glove in questa piacevole giornata, già ansiosi di sapere quando sarà replicata l’anno prossimo, speriamo nella stessa location o magari in un altro bel castello da esplorare tra una partita e l’altra.
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