Nelle prossime ore sarà reso disponibile su RAI Play il documentario “Storie di giochi di ruolo” che Andrea Angiolino ha scritto e condotto durante i giorni che hanno preceduto l’inizio dell’appena trascorsa edizione di Lucca Comics&Games, con la regia di Luca Bitonte.
Dopo il precedente “Storie di giochi da tavolo”, in cui si trattava il gioco e la sua pratica nel corso dei millenni della storia, questo nuovo servizio di una quarantina di minuti rappresenta un ulteriore tassello allo sforzo di divulgazione che il nostro Andrea nazionale fa da anni a favore del nostro settore.
Per introdurre questa sua nuova opera, lo abbiamo intervistato tra un impegno e l’altro.
Gioconomicon: Il documentario parla della storia del gioco di ruolo in Italia, di cui tu sei sicuramente esperto. Nel relazionarti con i tanti ospiti di lustro coinvolti, è emerso qualche nuovo elemento che ha sorpreso anche te ?
Andrea Angiolino: La storia del gioco di ruolo e dei libri-gioco l’ho percorsa più volte, a Wikiradio come nei miei libri. Ma questa volta ho preferito lasciar parlare gli altri. Ho cercato quindi di selezionare i testimoni oggettivamente più significativi. Non solo di chi ha inventato il libro-game come lo conosciamo o i giochi di carte collezionabili, ma anche di chi più di altri ha studiato il fenomeno. O è stato parte di riviste, eventi, iniziative, case editrici che hanno avuto un ruolo chiave nella diffusione del gioco di ruolo e nella creazione della comunità italiana. Io ho solo “dato il la”, poi hanno parlato loro. Alcuni hanno riservato poche sorprese: così ad esempio Ian Livingstone, avendolo io già intervistato a lungo nel 2018 durante un incontro a Lucca Games. Ma ad esempio non conoscevo tutto il contributo che ha dato Massimo Bianchini alla storia di Dungeons & Dragons, né quanto Richard Garfield ritenga quel gioco la vera molla che lo ha spinto a diventare autore, o il motivo esatto per cui le Edizioni E.Elle hanno deciso di far seguire al successo dei librogame una collana di giochi di ruolo.
Altre storie già le conoscevo e anzi ne ho chiamato apposta i protagonisti per farmele raccontare: come Francesco Mattioli che diventa il cartografo ufficiale di Lupo Solitario perché la moglie non vuole una mappa ufficiosa della Terra di Mezzo in camera. Allora lui ne crea una del Magnamund e poi la manda a Joe Dever perché gliela “benedica” rendendola canonica…
L’altra cosa che mi ha sorpreso è la serie di rimandi che si è creata tra i vari interventi. Gli ospiti hanno parlato di ciò che preferivano, ma spesso citavano elementi che erano nei racconti precedenti, o le conseguenze di cose fatte da altri intervenuti. Il filo conduttore resta comunque la passione, con i responsabili di aziende importanti che raccontano le loro notti insonni passate a scrivere libri-gioco o a curare traduzioni che avrebbero tutto sommato potuto anche affidare ad altri.
Gioconomicon: Visto lo sdoganamento del gdr nella cultura di massa (complici le continue citazioni in serie tv, film e romanzi) oggi è sicuramente più facile parlarne. Anche tu sei partito da questo presupposto o hai comunque trattato l’argomento spiegando da principio in cosa consiste questo hobby?
Andrea Angiolino: Ho dato brevissime definizioni di gioco di ruolo e libro-gioco, pensando a chi non li conosce, ma meno didascaliche e complete che nelle altre occasioni. Spero che siano sufficienti a chi li sente nominare per la prima volta. Ho preferito lasciare spazio agli intervenuti: chi non sa cosa sia un gioco di ruolo può comunque farsene un’idea ascoltando Sergio Masini che racconta quella che forse è stata la prima partita giocata in Italia, nonché osservando le immagini di molti ragazzi che giocano.
Gioconomicon: Nel documentario il tuo ruolo è stato di curatore e di intervistatore e quindi, ovviamente, hai evitato di parlare dei tuoi contributi al settore del GDR in Italia. Vorremmo approfittare di questa mini intervista per chiederti di raccontarceli qui, brevemente.
Andrea Angiolino: In effetti alcuni degli intervistati citano cose che in qualche forma mi hanno coinvolto, ma la quasi totalità di ciò che ho combinato negli anni rimane ovviamente fuori dallo schermo. Come purtroppo anche tante altre cose altrui, meritevolissime, che nella necessaria selezione non hanno trovato spazio.
Ho iniziato da fanzinaro con Little Wars, voce della nostra associazione romana di wargame e affini con cui abbiamo anche organizzato il primo torneo in Italia di D&D, a Morino nel 1984. Ho scritto di giochi di ruolo e fatto da redattore per varie altre fanzine ma anche riviste specialistiche come Pergioco, E Giochi, Kaos, Excalibur, The Unicorn. Ne ho trattato pure su testate non del settore come Epoca, Nuova Ecologia, L’Eternauta, il domenicale de Il Manifesto, Origami de La Stampa, cercando di far arrivare questo hobby a un pubblico sempre più vasto come ora faccio attraverso le collaborazioni con la RAI. Da autore ho realizzato vari giochi di ruolo, spesso a più mani con altri, tra cui Il gioco di ruolo di Dragonball/Dragonball Z e i tascabilissimi CYB e Mediterraneo, mirati a un nuovo pubblico. Ho scritto supplementi per Basic, Lex Arcana, On Stage! Ho pubblicato vari libri-gioco tra cui In cerca di fortuna, primo tra gli italiani assieme a Il presidente del consiglio sei tu, e Il Mischiastorie, il primo per bambini che non sanno leggere. Ho realizzato racconti-gioco per settimanali di cultura, per manuali della Protezione Civile, per il videotel, per totem informativi della Regione Lazio, per la trasmissione Ultimo Minuto di Rai Tre, nonché un cartone animato a bivi per Stream TV (oggi Sky). Ho curato la rivista di avventure Sanguinaria e la collana I Giochi del Duemila, che ha dato spazio ad autori affermati ma anche a esordienti che non conoscevo come Domenico Di Giorgio, Eugenio M. Lauro, Luigi Ferrini. Ho tradotto e curato regolamenti e supplementi per Toon, Basic, Mutant Chronicles e la Campagna Imperiale di Martelli da Guerra. Sul mondo di Warhammer ho anche scritto un’enciclopedia a fascicoli in edicola che lo descrive attraverso gli occhi dei suoi abitanti. Ho portato il gioco di ruolo e il libro-gioco in biblioteche, scuole e manifestazioni, scrivendo due libri sull’uso didattico del gioco di ruolo e del libro-gioco, ma anche un manualetto di scrittura di libri a bivi per De Agostini e Scuola Holden… In sintesi, direi questo. Spesso non da solo ma aiutato da ottimi coautori.
Gioconomicon: Nel realizzare “Storie di giochi di ruolo” hai coinvolto ben 19 ospiti. Tra questi, quali sono stati i più rocamboleschi da coinvolgere… e chi avresti voluto e non hai potuto farlo?
Andrea Angiolino: Avrei voluto averne altrettanti in più, e due ore per parlare bene con tutti loro… Ma sarebbe venuta una corazzata Potemkin! La selezione è stata dura ma necessaria.
Fino all’ultimo non abbiamo avuto risposte da Richard Garfield, l’autore di Magic, che poi invece è intervenuto ed è stato disponibilissimo. Bizzarro inoltre organizzare un collegamento a distanza con Ian Livingstone e scoprire che il giorno dopo era a Roma per un fine settimana con la moglie, dove avremmo potuto intervistarlo in presenza… Ma tutto sommato meglio così, almeno non gli abbiamo sottratto tempo alla vacanza e alla degustazione delle prelibatezze che l’Italia offre in autunno.
Diversi altri sono stati contattati e non hanno potuto esserci per vari motivi. Cito solo Loredana Lipperini, a cui ero curioso di chiedere un punto di vista da giocatrice e scrittrice, ma che era impegnatissima con il Salone di Torino. In ogni caso, dai ricordi degli intervistati una testimonianza di letteratura derivata direttamente dal gioco di ruolo è uscita comunque, e questo mi fa piacere.
Gioconomicon: Il tuo racconto, anche se ha un approccio storico, nel finale si sofferma anche all’attuale (ottimo) stato di salute dei giochi di ruolo, che non sono mai stati cosi diffusi e giocati come nell’ultimo decennio. Secondo te l’opera sarà maggiormente gradita dai nostalgici del gdr o anche l’esercito di nuovi ruolisti saprà apprezzare la storia di chi, già quarant’anni fa, si batteva per diffondere questa bellissima passione ?
Andrea Angiolino: Credo che ci sia un bell’effetto nostalgia per chi gioca da tempo. Ma spero anche che i nuovi giocatori abbiano la curiosità di conoscere le radici del nostro hobby. Ritengo di sì, vista la quantità di persone che cercano e magari collezionano vecchi titoli, nonché la longevità di giochi ormai fuori stampa da tempo di cui trovo ancora affezionati giocatori. Del resto, la storia è maestra di vita e quindi anche di gioco. Il documentario si chiude con Massimo Bianchini e Francesco Nepitello, scelti perché li ritengo rispettivamente il più importante operatore commerciale e il maggior autore che abbiamo in Italia oggi: non a caso, comunque, entrambi sono nel settore da decenni… Perché avere radici profonde aiuta molto. E l’esperienza nel creare giochi, diffonderli, utilizzarli nella didattica, basarvi eventi e manifestazioni è preziosa e può essere condivisa con chi opera oggi, affinché non debba ogni volta ricominciare da zero. Il senso della storia e della cultura è questo.
Gioconomicon: Un’ultima domanda: la triade di GDR che è nel cuore di Andrea Angiolino, qual è?
Andrea Angiolino: Scelta difficilissima. Direi il Dungeons & Dragons personalizzato, misto di Basic e Advanced, che giocavamo nel 1980 – ancor più di Traveller, che è stato il primo gioco di ruolo che ho effettivamente giocato. I Cavalieri del Tempio, lavoro a 10 mani in cui ero il “giovane di bottega” tra autori più grandi ed esperti di me, onorato di essere coinvolto. E On Stage!, un titolo che ci ha mostrato come il gioco di ruolo poteva rinnovarsi e adattarsi a un pubblico più adulto, vario, occasionale, con meno tempo a disposizione per giocare.
Ringraziamo Andrea Angiolino per il tempo che ci ha voluto dedicare… e corriamo su RAI Play per poter vedere al più presto questo nuovo documentario, così ricco di ospiti illustri.