venerdì 15 Novembre 2024

Parliamo delle “Serie” (1 di 3)

Inizieremo a parlare delle serie, ovvero di quei wargame che, avendo incontrato il favore del pubblico, spinsero (e, fortunatamente, spingono tuttora) le case editrici a utilizzare lo stesso regolamento di base per altre battaglie, spesso anche ambientate in periodi diversi da quello del primo gioco. Con le Serie, come nei Quadrigame, i giocatori non sono obbligati a studiare ogni volta un regolamento nuovo, ma l’investimento è certamente superiore anche se quei “sudati risparmi” sono compensati da una migliore grafica, da componenti più curati e abbondanti, da una maggiore “profondità” del soggetto, da un regolamento sempre aggiornato a ogni nuova uscita (e applicabile retroattivamente ai giochi precedenti) e da un bilanciamento più equilibrato, frutto di test più lunghi e più accurati.

E parlando di serie, anche questo articolo non poteva che essere organizzato come una serie… si svilupperà quindi in tre parti, di qui questa è quella introduttiva!

Ancora una volta partirò dai “classici”, ovvero quelle serie iniziate nel periodo d’oro del wargame (anni ’70 e ’80) non solo perché sono loro che lanciarono il sistema, ma anche e soprattutto perché alcune di esse continuano ancor oggi a esser pubblicate, ovviamente con mezzi e grafica adeguati ai nostri tempi e soprattutto alle nostre accresciute esigenze. Poi passeremo ai giochi più moderni, ma spesso il “passaggio” fra vecchio e nuovo avverrà in maniera… naturale all’interno della stessa serie. Per ognuna di esse accennerò brevemente alle caratteristiche di base del sistema e indicherò una lista (spesso non esaustiva) dei titoli pubblicati, inclusi ovviamente quelli ancor oggi disponibili nei negozi specializzati.

Come sempre lo scopo di questa carrellata è quello di rendere partecipi i lettori più giovani di quanto si fece nel passato (quando si posero le basi del gioco moderno). Molti degli attuali ideatori di wargame infatti erano dei ragazzini quando cominciarono ad appassionarsi di questo hobby e hanno quindi preso il loro “imprinting” giocando ad alcuni dei classici, per poi creare delle varianti, modificare la mappa, ecc. fino a ritrovarsi con un gioco nuovo fra le mani da proporre a qualche editore. E poi mi piacerebbe che qualche “vecchio dinosauro” come me sentisse un po’ di nostalgia dei suoi compagni di gioco di tanti anni fa e magari gli venisse la voglia di… rispolverarli.

Ma torniamo alla nostre serie, partendo ovviamente da:

I “Classici” Avalon Hill
(Avalon Hill: a partire dal 1961)
Sono caratterizzati dal sistema alternato (muovo e combatto io, poi tocca a te) e dalla ormai “mitica” tabella del “2:1” ovvero da una tabella che considera un rapporto di forze “paritario” quello in cui l’attaccante ha il doppio dei Punti di Forza (PF) del difensore. Il problema principale è il “famigerato” risultato di “scambio” con cui il difensore viene eliminato ma l’attaccante deve perdere almeno lo stesso numero di PF. Il primo gioco fu naturalmente Tactics II (C.Roberts – 1961), seguito poi da Chancellorsville (C.Roberts – 1961) e via via da tutti gli altri: Waterloo (L. Schutz),Stalingrad (L. Schutz), Battle of the Bulge (di T. Shaw e L. Pinsky), Afrika Korps (C. Roberts), Blitzkrieg (L. Pinsky), D-Day (J. Stahler) e Bulge II (1981 – B. Sinigaglio).

Napoleon At Waterloo/Napoleon Last Battles
(SPI: a partire dal 1971)
Nata inizialmente come sistema semplice per insegnare i wargame ai nuovi giocatori, questa serie pian piano si è sviluppata e arricchita di mille sfumature fino ad arrivare ai nostri giorni con un Regolamento a “più stadi”, come vedremo. Le sue caratteristiche sono la Zona di Controllo “appiccicosa” (una volta in ZOC si deve far ritirare o eliminare il nemico per “liberarsi”) e la tabella DR/AR (così nominata perché la maggioranza dei risultati fa ritirare il Difensore o l’Attaccante) che costringe i giocatori a studiare bene la sequenza dei combattimenti per “circondare” un’unità nemica (attaccando ai due lati e avanzando per tagliarle la ritirata) e obbligarla poi alla resa per l’impossibilità di ritirarsi in terreno libero. Il primo gioco della serie si chiama Napoleon at Waterloo (J. Dunningan -1971) e dette il via a un’enormità di figli, nipoti e pronipoti fra i quali citiamo solo i più importanti: Napoleon at War (autori vari), Blue and Grey (idem), Napolon’s Last Battles (di Kevin Zucker, il più prolifico autore di giochi napoleonici), Napoleon’s Art of War (R. Jervis), Albuera e Vittoria (WWW – 1979 – B. Latter), Victory at Waterloo (Attactix – 1982 – Newton), Jena (una pubblicazione tutta italiana, ideata da Enrico Tagliazucchi per il Torneo Masters e stampata nel 1989 da Nando Ferrari e dalla sua ditta “I giochi dei Grandi”), Grossbeeren, altro gioco tutto italiano di A. Fontana per il Torneo Masters poi incluso nel Quadrigames Four Lost Battles (OSG – Zucker/Fontana), fino ad arrivare ai più recenti Coming Storm (OSG/GMT – 2010 – K. Zucker) e The Last Success (OSG/GMT – 2011 – K. Zucker) che può essere giocato con le stesse regole del 1976, oppure con le regole avanzate (staffette, ecc.) o addirittura con l’aiuto di un mazzo di carte “avvenimenti”.

Europa
(GDW: a partire dal 1973, più altre ditte)
La GDW (Game Designer Workshop) nel 1973 stupì tutti uscendo sul mercato con due “mostri”: Drang Nach Osten! (1973 – Frank Chadwick) e Unentshieden (1973 – F. Chadwick) che simulano la Campagna di Russia a livello di Brigate, Reggimenti e… Battaglioni: mai vista una cosa simile! Con cinque mappe e 2000 counters serve un tavolo da ping-pong in un garage vuoto perché per giocare le due campagne (1941-41 il primo gioco e 1943-1945 il secondo) si impiegano dalle 80 alle 100 ore!!! Eppure il successo fu superiore a ogni aspettativa, al punto che i due giochi furono seguiti rapidamente da Narvik (1974 – F. Chadwick – Invasione della Norvegia), da Their Finest Hour (1976 – Chadwick/Miller/Banner – Battaglia di Inghilterra), da Case White (1977 – Chadwick/Banner – Invasione della Polonia) e da Marita Merkur (1979 – Banner/Astell – Invasione dei Balcani). A partire dal 1984 l’intera serie fu ripresa, riveduta e corretta, con grafica migliorata e riproposta la pubblico con nuovi nomi: Drang Nach Osten, per esempio, diventò Fire in the East, fu ripubblicato nel 1984 e sarà probabilmente pubblicato nuovamente nel 2012 (dico “probabilmente” perché la seconda caratteristica di questa serie era ed è la sua mancanza di puntualità nelle uscite, e si parla di ritardi di… anni, a volte, non di settimane !) da Historical Military Services col nome di TOTAL WAR. Se avete due settimane di ferie e non sapete cosa fare potete precipitarvi ad acquistarlo. Gli altri giochi della seconda edizione sono: Scorched Earth (ex Unentshieden), Balcan Front (ex Marita Merkur), Storm over Scandinavia (ex Narvik), Their Finest Hour, Western Desert (1982), Poland (ex Case White), The Fall of France (1981 – J. Astell – Invasione della Francia), The Near East ( 1983 – J. Astell), Spain and Portugal (1984 – J. Astell), Torch (1985 – J. Astell), The Urals (1989 – Astell/Stanton/Dubberley). Per quanto possiate essere increduli, la serie è stata ristampata ancora una volta negli anni ’90 da GRD (Game Research Design) ed è ancora disponibile nei negozi specializzati in questa edizione (che, tra l’altro, raggruppa sotto il nome di War in the Desert i tre vecchi titoli Western Desert, Torch e The Near East). Negli Stati Uniti ogni anno vengono anche organizzate due o tre “Monster Conventions” durante le quali questi giochi vengono accoppiati fra loro (per creare una gigantesca mappa dell’Europa) e giocati a squadre (con Comandanti in Capo a dirigere le operazioni strategiche e vari Comandanti locali per le campagne in corso)

Great Battles of the American Civil War
(SPI: a partire dal 1976, più altre ditte)
Quando uscì Terrible Swift Sword (1976 – Richard Berg) gli americani impazzirono: un gioco a livello tattico sulla guerra di secessione e su battaglie di questa complessità sembrava impossibile! Eppure ora era disponibile e chi voleva riprodurre la Battaglia di Gettysburg lo poteva fare … in tempo reale! Si perché i 125 turni di gioco dell’intera campagna non durano meno di 60-70 ore.
Manco a dirlo fu un successone e ben presto il logorroico Berg fu costretto a fare gli straordinari per tener dietro agli ordini (cosa che gli riesce benissimo, visto che continua a farla tutt’oggi sotto la bandiera della GMT). Proviamo dunque a tener dietro alla serie, perché chi fosse interessato a battaglie tattiche sulla Guerra di Secessione non può trovare di meglio.
Nel 1978 uscì Stonewall (S&T n° 67 – Battaglia di Kernstown), seguito nel 1979 da Bloody April (Battaglia di Shiloh), da Pea Ridge, Drive on Washington e Wilson’s Creek (S&T n° 80) nel 1980 e da Jackson at the Crossroads, Corinth e Cedar Mountain (S&T n° 86) nel 1981.
Con l’acquisizione della SPI da parte di TSR la serie proseguì con la nuova bandiera: nel 1983 uscì Gleam of Bayonets (Battaglia di Antietam), seguita da Rebel Sabers e Pleasant Hill (S&T n° 106) nel 1986. Naturalmente Berg, avendo scoperto questa miniera d’oro, fece anche qualche scappatella altrove (come Shiloh e South Mountain pubblicati nel 1984 da West End, pure se con una formula leggermente diversa) per tornare sotto l’egida di Strategy & Tactics (da poco passata a 3W) con Horse Soldiers (S&T n° 119) e Baton Rouge (S&T n° 133). Visto che il ritmo degli ordini rallentava Berg costituì addirittura una sua ditta (SDI) per pubblicare First Blood (le prime due battaglie di Bull Run) e Dead of Winter (battaglia di Murfreesboro) nel 1989. Anche la SDC pubblicò un gioco della serie (Guns of Cedar Creek) nel 1989 (ma ci si chiede: Berg, che è anche scrittore professionista di “discorsi” per politici e manager, ogni tanto dorme?).
Dalla fine degli anni ’90 a oggi Berg è passato a GMT, la quale gli ha pubblicato River of Death (1999 – Battaglia di Chickamauga), Red Badge of Courage (2001), Three Days of Gettysburg (il “padre” della serie riveduto e corretto), e Dead of Winter II (2009), oltre a un interessante gioco sulla guerra fra USA e Messico che usa lo stesso sistema: Gringo (uscito nel 2004 e seguito da un’espansione: Battles with the Gringos del 2009).

Squad Leader/Advanced Squad Leader (ASL)
(Avalon Hill: 1977 e MMP)
Questa è quasi certamente la più prolifica e forse la più nota serie mai pubblicata ed è praticamente impossibile elencare veramente tutti i titoli apparsi, fra originali, non-ufficiali, espansioni, ecc.
Tutto cominciò nel 1977 con l’apparizione di Squad Leader di John Hill: qualche gioco tattico sulla Seconda Guerra mondiale era già apparso (per esempio Patrol, pubblicato da SPI nel 1974) così come altri giochi con mappe “multiuso”, ma nessuno aveva mai raggiunto la bellezza grafica (sempre con i canoni di quei tempi) di Squad Leader, delle sue mappe “geomorfiche” (che potevano dunque accoppiarsi in tanti modi) e dei suoi scenari… infiniti.
Inoltre il regolamento è a “apprendimento progressivo”: dopo la lettura dei primi capitoli si può già provare un primo scontro, aggiungendo poi le armi pesanti con il capitolo successivo, poi i carri, ecc. Nonostante la sua complessità il gioco ebbe un successo mondiale e naturalmente la Avalon Hill saltò subito sul cavallo vincente producendo alcune espansioni (Crescendo of Doom nel 1979, Cross of Iron nel 1979, GI. Anvil Victory nel 1982) che fornivano nuove unità, armi, mezzi e corazzati per poter riprodurre praticamente qualsiasi tipo di scontri tattici in Europa. Ovviamente ogni espansione introduceva nuove regole, e un certa confusione cominciò a farsi strada fra gli appassionati al punto che la Avalon Hill decise di riprendere in mano il regolamento per aggiornarlo! Compito talmente improbo che il buon Don Greenwood (l’uomo che in AH doveva sviluppare, testare e mandare in produzione questo prodotto) decise che era meglio ripartire da zero. Nacque così nel 1985 Advanced Squad Leader (noto ormai a tutti come ASL) e fu veramente uno shock: comprare ASL non bastava più, visto che si tratta semplicemente di un “librone” con pagine ad anelli con tutti i capitoli del regolamento completamente riscritti e ampliati e, cosa notevole, a colori. Per provare almeno uno scontro di fanterie bisogna acquistare subito anche il Modulo 1 (Beyond Valor) che introduce le truppe tedesche e russe e una prima serie di scenari.
Nel 1986 fu la volta di Paratrooper (Modulo 2, con unità tedesche e americane) che doveva servire per introdurre i neofiti al gioco (visto che si tratta di semplici scontri di fanteria) in attesa di qualcosa di più sostanzioso come Yanks (Modulo 3, apparso nel 1987) e il suo enorme dispiego di truppe americane. Sempre nel 1987 uscì anche Partisans (Modulo 4) con le unità partigiane di vari paesi belligeranti. Il 1988 ci consegnò West of El Alamein (Modulo 5) con le truppe britanniche, e The Last Hurrah (Modulo 6) con le truppe polacche e quelle dei paesi minori. Per vedere arrivare gli Italiani si dovette aspettare il 1989 e Hollow Legion (Modulo 7) e scoprire quanta poca stima aveva dei nostri combattenti Mac Namara, il curatore del modulo, fin dalla scelta del titolo (Hollow = Vuoto). Con Code of Bushido (Modulo 8) anche i Giapponesi sbarcarono nelle nostre case, seguiti a ruota da Gung Ho (Modulo 9) con le più dettagliate regole sugli sbarchi anfibi mai viste in un wargame (oltre alla solita pletora di nuove truppe specializzate americane e giapponesi). I Francesi apparvero nel 1992 (Croix de Guerre – Modulo 10) seguiti, a distanza di qualche anno, da un gioco in solitario (Solitaire ASL – 1995). Parallelamente continuavano a uscire altre sub serie (Deluxe ASL, con Street of Fire, 1985, e Hedgerow Hell, 1987) e scenari “storici” di grande respiro, con mappe complete e schieramenti specifici (Red Barricades è del 1990, Kampfgruppe Peiper I e II sono del 1993; ecc.).
A seguito del fallimento della Avalon Hill il progetto ASL fu ripreso da MMP (Multi Man Publishing) che già produceva da anni nuovi scenari per la serie. Ovviamente tutti i giochi furono nuovamente riveduti e corretti e ASL continuò (e continua a tutt’oggi) a sviluppare moduli standard (Doomed Battalions – Modulo 11 – 1998, Armies of Oblivion – Modulo 12 – 2006) insieme a quelli storici (Pegasus Bridge – HM 4 – 1997; Blood Reef: Tarawa – 1999; A Bridge too Far – 1999, Valor of the Guards – 2008), moduli per principianti (Stater kits 1-2-3) , moduli complementari per la serie standard (Bonus Pack, Action Pack) e per quella storica (ASL Historical Study). Il tutto senza dimenticare le riviste specializzate (ASL annual) e le centinaia e centinaia di scenari che tutte le riviste di wargames hanno pubblicato a oggi.

Block Games
(Columbia Games/Avalon Hill: 1974-77)
Nel 1974 la ditta canadese Gamma Two Games (poi diventata Columbia Games) pubblicò il gioco Napoleon: The Waterloo campaign, 1815, un wargame strategico sulla campagna di Waterloo che invece delle normali pedine aveva dei parallelepipedi di legno colorato (i famosi “blocchi”) da piazzare “in piedi” sul campo di battaglia in modo che l’avversario non potesse vedere il tipo di unità e la sua forza. Una specie di “stratego” molto più sofisticato, perché le unità che subiscono perdite non vengono immediatamente eliminate ma indebolite (girando il blocco di 90°): ogni lato del blocco ha infatti un valore di forza espresso in “quadretti” (1-2-3-4). Ogni “quadretto disponibile al momento dello scontro dà diritto a tirare un dado per cercare di colpire il nemico. La Avalon Hill ottenne la licenza del gioco e lo ripubblicò nel 1977 con il suo marchio.
Da allora la Columbia Games (dovette cambiare nome in seguito alla vendita di tutta la gamma Gamma Two ad AH) ha prodotto e produce regolarmente dei giochi a blocchi, molto apprezzati dagli appassionati, nonostante il loro costo piuttosto alto, fra cui: Rommel in the Desert (1984), War of 1812 (1985), Quebec 1759 (1985), la sub-serieEurofront sulla seconda guerra in Europa nei vari Fronti (1991-1995), la ristampa riveduta e ampliata di Napoleon (1994), la guerra di secessione (Bobby Lee del 1993 e Sam Grant del 1997), la serie Victory (dal 1998 al 2000), l’eccellente Hammer of the Scots (2002, sulla guerra anglo scozzese e Braveheart), Liberty (2003) sulla guerra anglo americana per l’Indipendenza, Crusader Rex (2006) sulle Crociate, Athens and Sparta (2007) sulla guerra del Peloponneso, Texas Glory (2008), Richard III: War of the Roses (2009), ecc.
Se cercate giochi non troppo complessi, dove sia impossibile sapere esattamente la forza delle unità nemiche che vedete di fronte a voi e che siano anche molto coreografici, la Columbia fa per voi.

Les Batailles De L’empereur Napoleon Premier
(Marshal Entereprises 1975-77 e Clash Of Arms dal 1984)
Uno dei primi giochi monstre della storia dei wargame fu senz’altro La Bataille de la Moscova (1975 – Larry Groves) dell’americana Marshal (o Martial) Enterprises, uscita nel 1975 e giunta ormai alla sua terza edizione. Si tratta ovviamente della battaglia per la conquista di Mosca da parte di Napoleone, ma a scala tattica (un esagono equivale a 100 metri, in questa serie, e le unità rappresentano 50 cavalli o 100 fanti). Ma il vero “marchio di fabbrica” della serie è dato dalla magnificenza delle sue unità: ogni singolo “counter” infatti sul fronte ha i colori reali della divisa dell’epoca e sul retro le caratteristiche dell’unità. Una bellezza per gli occhi!!! Peccato che le battaglie durino come minimo una decina di ore e quindi siano fattibili solo in lunghi week-end dedicati al gioco! Il secondo gioco della serie fu La bataille d’Auerstaedt (1975 – Dennis Spors, rifatto da Ed Wimble per la terza edizione della Clash of Arms), seguito da La Bataille de Preussisch-Eylau(1978 – Spors, Mattson, Wimble), La bataille d’Espagnol-Talavera (1979 – Spors, Mattson, Wimble), La Bataille d’Austerlitz (1980 – Spors, Mattson), La Bataille de Deutsch-Wagram (1980 – Ed Wimble), La Bataille d’Albuera-Espagnol (1987 – Spors, Mattson), La Bataille de Ligny (1991 – Ed Wimble), La Bataille de Quatre Bras (1991 – Ed Wimble), La Bataille de Mont Saint Jean (1993 – Ed Wimble), La Bataille de Wavre (1994 – Ed Wimble), La Bataille de Corunna-Espagnol (1995 – Wimble, Bailey), La Bataille de Lutzen (1999 – Mattson, Wimble), La Bataille d’Orthez (2000 – Eric Lyons) e Au Pont de Lodi (2009 – Hidaldo, Marcolini, Nosworthy, pubblicato dal magazine italiano NO TURKEY e scaricabile liberamente dal sito del Valgame Club.

S 120
(GDW 1977)
Con questo strano “titolo” la GDW creò nel 1977 una miniserie di 10 titoli che spaziavano dalle guerre antiche a quelle nel futuro, passando per Medioevo, Rinascimento, Guerre Mondiali, ecc.
Tutte si distinguevano per la mini confezione, per il numero di unità davvero ridotto al massimo (per lo meno per l’epoca) e per la dichiarata durata massima di 120 minuti per battaglia.
The Battle of Raphia(1977 – Marc Miller), The Battle of Agincourt (1978 – Marc Miller), The Battle of Guilford Courthouse (1978 – Miller, Chadwick, Novak), The Battle of Lobositz (1978 – Frank Chadwick), The Battle of Alma (1978 – Frank Chadwick), 1942 (1978 – Marc Miller), The Battle of Prague (1980 – Frank Chadwick), 1940 (1980 – Frank Chadwick), 1941 (1981 – John Astell) e Asteroid (1980 – Miller, Chadwick),

Ace of Aces
(Nova Game Design: 1980)
Segnalo brevemente questa serie per gli appassionati di combattimenti aerei. La caratteristica di questi giochi sono due libretti (uno per giocatore) con le immagini dell’aereo avversario (o delle “nuvole”, se lo avete in coda) e una piccola tabella che spiega le mosse possibili da quella posizione per cercare di portare il nemico di fronte alle proprie mitragliatrici.Decisa la mossa i due giocatori danno il relativo “codice” all’avversario e vanno alla pagina di riferimento per trovare la nuova posizione. Un sistema davvero innovativo e divertente, con il quale ho avvicinato ai wargame tutti e tre i miei figli, prima di essere regolarmente abbattuto da loro.
Il primo della serie è Ace of Aces: Handy Rotary (1980 – Kaufman, Leonardi), seguito da AoA: Powerhouse (1981 – Alfred Leonardi), Flying Machines (1983 – Alfred Leonardi), Ballon Buster (1985 – Leonardi, McKinney), tutti sulla Prima Guerra mondiale, e da Wingleader (1988 – Alfred Leonardi) sulla Seconda Guerra e Jet Eagles (1990 – Alfred Leonardi) per combattimenti moderni.
Da notare che la Nova Games pubblicò anche un gioco di pistoleri Bounty Hunter: Shootout at the Saloon (1982 – Angiolillo, Leonardi, Vitale) con lo stesso sistema dei libretti, solo che invece degli aerei si vedevano l’avversario con la pistola in mano e vari altri personaggi del saloon.

Finisce qui questa prima panoramica. A breve continueremo ad analizzare delle serie classiche, cui cominceranno ad affiancarsi serie più moderne e ancora disponibili.

Buon gioco a tutti!

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