Stando al sito d’informazione ludica Spikey Bits la Games Workshop è stata citata in giudizio presso la Corte Federale della Florida il 31 maggio 2017 per 6 denunce penali ed una richiesta di risarcimento pari a 62,5 milioni di dollari.
A intraprendere l’azione legale David Moore, proprietario di un negozio di giochi ed ex collaboratore della FASA. Tra le ragioni della citazione si leggono: frode, controllo sui prezzi, violazioni contrattuali, violazione delle leggi antitrust e limitazioni nel commercio.
Alla base del contrasto sembra esserci il modo in cui la casa di Nottingham regola il business negli States. Stando alle citazioni di Moore, riprese dal sito di informazione, la denuncia per frode si baserebbe su una politica scarsamente corretta della GW nel voler limitare l’accesso da parte degli esercenti ai suoi prodotti di punta, spingendo i negozianti ad acquistare quelli di minor interesse.
All’accusa di frode, Moore aggiunge anche il controllo sui prezzi e sul commercio ottenuto con le presunte richieste, da parte di GW, di non effettuare vendite on-line e di limitare gli sconti sui propri prodotti. Prodotti che, sempre secondo Moore, hanno un prezzo appositamente manipolato dalla GW per lievitare di oltre il 50,000% al dettaglio, rispetto ad un valore al costo all’acquisto di 3 centesimi l’uno.
Tra le altre citazioni il negoziante della Florida evidenzia anche un possibile furto di proprietà intellettuale compiuto negli anni ’80 dalla GW, evidenziando una violazione dei copyright legati alle opere di Robert A. Heinlein, ai giochi ed alle ambientazioni della FASA ed ai lavori dell’artista H. R. Geiger (ideatore del design delle creature del franchise Alien). Ma le segnalazioni non si limitano al solo Warhammer 40.000, si fa infatti riferimento anche alle opere di J.R.R. Tolkien e ai legami tra l’ambientazione della Terra di Mezzo e quella di Warhammer Fantasy, fino a un riferimento diretto al termine “Eldar”, utilizzato dall’autore inglese nei suoi romanzi e ripreso dalla GW per la celebre razza aliena del 40.000. Per questa ragione, oltre ai risarcimenti, Moore aggiunge anche la richiesta di annullare tutti i copyrights, trademark e proprietà intellettuali detenute da GW ad oggi.
L’intera citazione legale è disponibile al seguente link su spikeybits.
Che sia una trovata pubblicitaria di Moore o che vi sia del fondamento reale, la notizia sta già rimbalzando nel web e sicuramente porterà nuovo lavoro ai legali della casa di Nottingham, che comunque si sono già misurati con accuse di questa portata negli anni passati, dimostrando sempre la ragione del proprio cliente.