Sono arrivati tra martedì e mercoledì, si sono installati in studio da noi e fino a venerdì sera non hanno fatto altro che giocare – con grandissima serietà – i giochi finalisti del Premio Archimede 2012. Sono naturalmente i membri della giuria finale: Niek Neuwahl (Presidente), Michael Bruinsma (999) accompagnato da Win de Boer, Bernd Brunnhofer (Hans im Glück) accompagnato dal figlio Moritz, Silvio De Pecher (Tana dei Goblin), Mauro Gaffo (Focus), Uwe Molter (Amigo), Philipp Sprick (Ravensburger), Dieter Strehl (Piatnik), Albrecht Werstein (Zoch) e per finire io stesso, in rappresentanza di studiogiochi, che organizzava l’evento.
Tutti estremamente competenti e ognuno col suo quadernetto per prendere via via appunti sui giochi provati.
Ma la cosa più bella era l’evidente amicizia fra tutti. Ma in quale altro settore un gruppo di concorrenti sono tutti amici? Il fatto è che chi lavora nel piccolo mondo dei giochi, non lo fa in genere come un lavoro qualsiasi, lo fa per passione. E questo migliora la vita!
La giuria preliminare (Colovini-Rossi-Zucchini-Berni-Baggio) aveva fatto un lavoro enorme, sciroppandosi tutti i 146 giochi in concorso e selezionandone dapprima 66 e poi 15. Dolorose eliminazioni, giochi alla pari su cui è stato chiamato ad esprimersi il Presidente Neuwahl, ma alla fine la selezione doveva essere fatta. E tra i 15, nomi noti e anche nomi sconosciuti.
Si comincia a giocare. Ogni giurato ha le sue impressioni, che non sempre collimano con quelle degli altri. In questo articolo, vi accenno le mie.
Comincio con qualche titolo senza infamia e senza lode e che mi ha un po’ deluso: mi aspettavo qualcosa di più ma per ora, niente di nuovo sotto il sole!
Una ventata di freschezza viene da Free Climbing di Luca Bellini: un gioco “fisico” dove bisogna scalare la montagna con uno scalatore fatto di un mattoncino, spaghi e piolini. Il bello è che muovendo i piolini si ha proprio l’impressione di scalarla, la montagna.
Divertente!
Impressioni positive anche da Antico di David Zanotto. Un bel po’ di buone idee ben nascoste in un prototipo davvero mal realizzato: direi che ha surclassato anche i mitici prototipi che un tempo mandava Saragosa! Si lotta e si commercia come in tanti altri giochi, ma gli imperi che si vanno formando – e questo è il tratto originale – non appartengono a nessuno. Funziona, ha solo bisogno di opportuni aggiustamenti… diciamo che è ancora in uno stadio preliminare.
Grande potenzialità.
A me è piaciuto anche Rus, di Alessandro Saragosa, che questa volta ha mandato un prototipo perfettamente funzionante. Tutti i meccanismi erano ben integrati e concorrevano a formare una scorrevolissima dinamica di partita: Avrebbe a mio avviso meritato più della 6° posizione finale in cui si è ritrovato.
Da podio.
Di Beekeper di Nestore Mangone è piaciuto a tutti il meccanismo del mercato: tu porti una pietra (cioè un tipo di miele) al mercato e guadagni tanti punti quante pietre dello stesso tipo ci sono. E quando ci sono 6 pietre dello stesso tipo, vengono rimosse. Da rivedere i meccanismi collaterali, meno interessanti.
Da focalizzare.
Prima di passare al gioco che – con merito – si è aggiudicato il Premio – volevo spendere qualche riga su Il gioco di Nala di Furio Honsell (in collaborazione con Paolo Munini e Flavio Rigo) al quale ho attribuito la menzione speciale Sebastiano Izzo. Sebastiano era una persona speciale e lavorava con noi nel 1992 al Festival dei Giochi di Gradara, dove per la prima volta abbiamo organizzato l’angolo di Archimede per giochi inediti. Mi piaceva giocare con lui e a ogni edizione – per ricordarlo – scelgo un gioco che a mio giudizio ci saremmo divertiti a giocare assieme. Il gioco di Nala non è entrato nei 15 finalisti – e io naturalmente rispetto il giudizio della giuria preliminare – ma personalmente lo avrei valutato molto di più. È vero che si tratta di un singolo meccanismo che si risolve in un paio di minuti, ma è ripetibile, divertente, intelligente e soprattutto – cosa assai rara – chiunque lo può immediatamente giocare ed effettivamente ha immediatamente voglia di giocarlo: lo abbiamo provato in un “campo” di Venezia e subito si è formato un capannello di giocatori. In un supporto ligneo vengono lanciate tante pedine in vetro colorato; in pochi secondi bisogna avvicinarsi il più possibile al numero esatto, ma se sei un “poliziotto” il numero dovrà necessariamente essere inferiore a quello reale, mentre se sei un “dimostrante” dovrà essere superiore. Semplice ed efficace, ma anche colto. Stimare esattamente un numero – premette l’autore – richiede capacità di calcolo e senso dell’analogia, analisi e intuizione, sapienza e profezia. Nel gioco della stima si decisero le sorti di tanti eroi mitologici, da Calcante a Mopso, da Nala a Rituparna. E proprio a Nala, personaggio del poema epico indiano Mahabharata, è dedicato il gioco. Sia detto per inciso, l’autore è anche il presidente di Gio.Na, l’Associazione Nazionale dell Città in Gioco, nonché Sindaco di Udine.
Chiudo col vincitore, Marco Polo di Daniele Tascini e Simone Luciani. Ha vinto grazie a un paio di meccanismi originali e divertenti. Anzitutto la scelta delle azioni da compiere ottimizzando il lancio di 6 dadi. Sembra usuale, ma il modo in cui si possono ottenere le varie azioni con i dadi, rende interessante e diverso ogni turno. Si ha voglia di continuare a giocarlo. E poi il pregevole uso della “ruota” che forza i giocatori sulle vie del grande esploratore: più si aspetta (e si compiono altre azioni), più alto è il prezzo da pagare. Da ritoccare nel bilanciamento, ma comunque il preferito di molti giurati.
Ha vinto meritatamente.
Per chi volesse saperne di più sul Premio Archimede 2012 rimando al sito di studiogiochi dove oltre a notizie, classifiche e foto, c’è anche il video completo della cerimonia, con tanto di emozionante votazione in diretta.
Molti lo conoscono come autore di libri… Alcuni lo conoscono come giornalista… Alcuni lo ricordano per i suoi commenti televisivi… Alcuni lo conoscono come organizzatore…
Alcuni giocatori lo conoscono come avversario… Altri giocatori lo conoscono come autore…
Alcuni lo ricordano come docente… Alcuni approfittano delle sue collezioni…
Chi lo conosce per tutti questi motivi, sa che può ben essere definito “Dario De Toffoli, l’Enciclopedista ludico”.
Dalla motivazione del “Premio Speciale alla Carriera – Personalità Ludica dell’Anno 2006”