Inizia oggi il nostro viaggio nel mondo dei giochi per bambini. Ma vi parlerò di questi giochi con lo sguardo attento del giocatore adulto; di colui che, al di là della bellezza dei materiali e dei colori accattivanti. cerca nel gioco qualcosa di più, quel qualcosa che sia utile a forgiare il giocatore di domani!
Fare un gioco per bambini non è una cosa facile. I bambini sono giudici implacabili e inflessibili: se un gioco piace, lo vogliono giocare e rigiocare fino alla noia (la vostra!), altrimenti lo eliminano senza dargli una seconda chance.
E un gioco, per piacere ad un bambino, deve essere soprattutto divertente: sembra un’affermazione banale ma non lo è!
Noi adulti siamo condizionati da tanti, troppi fattori: dal tema (“finalmente un gioco che parla dello smercio di formaggio e pietra nello Yorkshire Dales… lo aspettavo da anni!”), dalle meccaniche (“un worker-placement che però ha un turno destrutturato: fantastico!”), dai materiali (“l'avrei comprato anche solo per le astronavine”), dall'autore (“non posso certo perdermi il nuovo titolo di Martino!”) e da tanti altri aspetti che concorrono a suscitare in noi curiosità e ammirazione.
Alcuni di questi fattori possono condizionare anche la scelta iniziale del bambino verso un titolo piuttosto che un altro, ma avranno pochissimo peso sul suo giudizio finale che si baserà solo sul divertimento provato nel giocare.
È ovvio che, se giocate con dei bambini, anche voi dovrete metterci un po' di entusiasmo e darvi da fare: la partita deve essere vivace e con poche pause, e soprattutto non dimenticate che nelle prime partite il bambino deve vincere, altrimenti assocerà a quel gioco uno spiacevole senso di frustrazione (dopo che Caterina perse le prime due partite giocate a Ticket to Ride, c’ho impiegato quattro anni per convincerla a rigiocarlo!).
Passando a un titolo specifico, voglio parlarvi di Nicht Zu Fassen (Occhio al Lupo), un gioco per 2-6 giocatori della Zoch, ideato da Frederic Moyersoen, nominato per il KDJ (Kinderspiel des Jahres) nel 2009 e distribuito in Italia da Giochi Uniti.
Il gioco, davvero semplice e adatto a partire dai 4 anni, credo dia il meglio di sé per una fascia fino ai 6 anni, poi rischia di diventare un po’ troppo leggero.
Le regole sono davvero elementari!
Un giocatore fa il lupo e gli altri giocatori sono i capretti. Il giocatore-lupo, che dovrà “indossare” sul dito una marionetta di stoffa a forma di lupo, si gira e conta fino a 10 mentre gli altri giocatori nascondono il loro capretto (di legno) in uno dei 7 elementi di arredamento: un orologio a pendolo, una porta, un forno, un letto, un tavolo, un armadio e il mastello del bucato. Sono tutti oggetti di cartone tridimensionali in grado di ospitare e nascondere con facilità i capretti.
A questo punto è il turno del lupo (e qui dovrete dare il meglio di voi nell'interpretare lo sciocco animale!) che, annusando tutti i mobili alla caccia dei capretti, ne dovrà scegliere due: se ci sono nascosti dei capretti, questi verranno catturati e messi nella pancia del lupo.
I capretti non scoperti sono salvi e il loro proprietario guadagnerà un cubo grigio.
Il lupo vince se mangia 7 capretti; altrimenti vince il giocatore-capretto che riesce a ottenere 7 o più cubi grigi.
Ma se il gioco fosse solo questo… non mi sarei certo soffermato a recensirlo: sarebbe una simpatica ma banale trasposizione del nascondino. Quello che rende davvero interessante Occhio al Lupo (parlando ovviamente di bambini di 4-6 anni) sono le due regole fatte apposta per rompere la simmetria.
Un capretto che si nasconde sotto il mastello del bucato guadagna 2 cubi grigi invece di uno, mentre ogni capretto nascosto dentro l'orologio a pendolo che non viene scoperto costringe il giocatore lupo a liberare un capretto dalla sua pancia.
È evidente come, con queste due (all'apparenza banali) variazioni allo schema base, il gioco assume un'altra dimensione: il mastello del bucato fa scattare nel bambino un rudimentale meccanismo di push your luck: quanto posso rischiare per fare più punti?
D'altra parte l'orologio permette di tenere sotto controllo i punti del lupo.
I due luoghi sono molto interessanti ma anche, ovviamente, molto pericolosi perché il lupo li controllerà con più attenzione: gli altri luoghi però, di conseguenza, diventano più sicuri… o forse no!
Il paragone più immediato è con le regole di combattimento del vecchio Dungeon Quest della Games Workshop, se qualcuno ancora se le ricorda. Ma regole di questo tipo, come il meccanismo sasso, carta, forbice, sono presenti anche in giochi più recenti.
Un altro vantaggio di questo gioco (ed è un aspetto che io considero fondamentale nei giochi per bambini) è la possibilità di avere un facile controllo sull'esito finale della partita. Non è difficile in realtà capire, guardando le espressioni del bambino e studiando le sue mosse, dove ha nascosto il capretto e decidere di volta in volta se trovarlo o se sbagliare: in questo modo si può facilmente generare la giusta tensione controllando il risultato finale.
Infine, può essere utile evidenziare che Occhio al Lupo funziona anche con due giocatori: in questo caso si useranno solo 6 mobili e il lupo potrà esplorarne 3.
Buon gioco a tutti voi e a presto!