Fin'ora ho sempre parlato di giochi per bambini che in qualche modo sono riusciti a catturare la mia attenzione di giocatore esperto e genitore speranzoso.
Cose fatte su misura per i bambini ma, a mio modesto parere, con quel qualcosa in più o di speciale.
Oggi vorrei condividere con voi una mia esperienza, raccontandovi come, con pazienza e fatica, sono riuscito ad insegnare a Francesco (5 anni) a giocare ad un gioco per grandi, un gioco indicato per gli 8+ e, se devo essere sincero, neanche troppo banale…
Devo dire che Francesco gioca a Zooloretto, Aquaretto, mini-Zooloretto, Animalia e tanti altri giochi che, volendo, possono essere fatti giocare ai bambini piccoli con un po' di impegno. Non credo sia cosa rara nei figli di giocatori: spesso il difficile è tenerli lontani dai giochi troppo complessi per non “bruciarli” o trovarsi impelagati in qualcosa di più grande di loro e di noi, in una esperienza che puoi lasciare anche un segno negativo.
Ma torniamo a Francesco… che è sempre stato affascinato da tutto quello che ruota attorno alla seconda guerra mondiale: dai carrarmati ai bazooka, aerei e soldatini. È stato quindi quasi naturale che i suoi occhi e la sua curiosità lo portassero verso le scatole di Memoir'44 e dei tesori in plastica che racchiudono. Io sono un patito di questo gioco, che trovo davvero divertente come introduzione ai wargame, e possiedo tutte le espansioni.
Francesco si è trovato quindi tra le mani un repertorio che andava dall'esercito tedesco a quello inglese, passando per i giapponesi, russi e americani con l'aggiunta di Tiger, mezzi semicingolati, jeep e altre pedine speciali.
La prima cosa che abbiamo fatto (cosa che con i bambini consiglio di fare con quasi tutti i giochi) è stato familiarizzare con i materiali, senza regole strutturate.
Mattine intere a schierare eserciti sul pavimento e sulle scatole da scarpe: e poi qualche rudimentale regolamento improvvisato con dado e biglie fino al fatidico momento di “giocare con le regole vere”.
Vi renderete conto, sopratutto se avete più di un figlio, che “giocare con le regole vere” (ma quelle vere vere, eh… papa ?!?!) è un passo importante, una cosa a cui i bambini ambiscono e che vi chiederanno (quando è il momento).
Le regole vere di Memoir'44 non sono una passeggiata per un bambino di 5 anni e per non rovinare un sogno (di Francesco e mio… finalmente qualcuno con cui giocare a Memoir'44!) è stato necessario un approccio graduale e sistematico.
Premetto che Francesco non è un bambino particolarmente competitivo e la tensione a volte gli rovina il gusto del gioco: ho quindi accantonato subito ogni velleità e messo ben in chiaro le cose con concetti come il papà è imbranato e vedrai che mi batti ma la prossima volta ce la faccio!.
Insomma, tutto il repertorio necessario per far credere che la sfida sia vera ma senza spaventare e rafforzando, di partita in partita, la sua sicurezza. Farlo vincere (fare vincere i bambini) non mi stancherò mai di dirlo, è importantissimo, specialmente quando sono piccoli o alle prime esperienze con un gioco: occorre saper creare la giusta tensione, la giusta difficoltà, ma alla fine il bambino DEVE vincere. Giocare con voi deve essere per vostro figlio un'esperienza positiva, divertente, impegnativa e gratificante: solo così riuscirete a crescere il/la compagno/a di giochi ideale.
E vedrete che più spesso vincono a un gioco e più lo ameranno!
Francesco non sa leggere, ma per fortuna le carte di Memoir'44 sono immediate. La prima partita è stata solo con i soldati (“Papà, quando posso usare i carrarmati ?” “Quando avrai imparato le regole dei soldati”… “E i cannoni ?” “Dopo i carri”… “E gli aerei ?”… “Troppo difficili, quando sarai più grande!”) e poi sono arrivati i carri e infine i cannoni.
Vi renderete conto che 3-2-1, 3-3-3, 3-3-2-2-1-1 vengono assimilati in tutta fretta. Più complesse sono le carte speciali e i terreni. Nelle prime partite ho rimosso tutte le carte speciali tranne il Direct from HQ.. Una volta imparata quella è stato il turno dell'Artilery Bombard e poi dell'assalto dei carri e così via. Alcune ancora non le ho introdotte.
In pratica, una carta nuova ogni scenario (o ogni due se lo scenario introduce già regole speciali impegnative).
Boschi, fiumi, città e colline: il fatto che se la fanteria muove due non attacca e l'artiglieria o muove o spara: lasciare fare i conti a lui quando ne ha voglia (“Quanti dadi tiri con quei soldati ?”… “E con il carro ?”… “Quale ti conviene ?”) e fateli voi se vedete che se ne stanca. A volte ha voglia di dire lui “attacco con un dado” mentre altre volte dovrete dirglielo voi.
La scelta dello scenario è un’altra fase divertente e importante: appena finito il tour introduttivo lasciate scegliere a lui: “Papà, guarda qua… ho 3 cannoni!”; “Cos'è questo simbolo ?”; “Facciamo lo sbarco!? ”; “Papà mi insegni gli aerei ? ” “No, troppo difficili”.
Lasciate scegliere a lui lo scenario che preferisce, ma provate a dissuaderlo da scenari troppo lunghi e complessi … tenete sempre presente che intorno ai 5 anni l'attenzione è comunque limitata e una partita deve durare al massimo 45 minuti compreso il set-up.
Se proprio insiste (una volta ci siamo impelagati in un overlord estremamente impegnativo) lasciate fare… se si stanca e lo lascia a metà avrete incassato un argomento in più per convincerlo la prossima volta.
Un ulteriore aspetto importante sono le carte: è importante che se introducete una nuova carta lo facciate in modo che sia lui a pescarla e poterla giocare: in questo modo la imparerà e la ricorderà nelle partite successive.
Nella sua mano iniziale mettete sempre qualche carta speciale (sopratutto il Direct from HQ che indicavo prima) in modo che di fatto le sue scelte non siano troppo limitate dalle carte.
Se sbaglia un tiro fate un re-roll (è l'ultimo però!) e se sbaglia ancora… beh, magari un ultimissimo reroll lo potrà ancora fare!
Io e Francesco ormai giochiamo a Memoir'44 tutti i sabati (e/o domenica) mattina: è la nostra “tradizione”. Dopo colazione lui sceglie lo scenario, lo montiamo, guardiamo le regole particolari e poi si gioca… spesso due scenari di seguito e poi si passa ad altri giochi.
È stato un percorso lungo, un passo alla volta (e stiamo ancora sulla strada di “papà, usiamo gli aerei ?” “ no, quando sei più grande”) ma che ha dato i suoi frutti. Fanti, carri e cannoni; una carta speciale alla volta; un nuovo terreno o regola di tanto in tanto: lasciarlo scegliere; lasciarlo vincere; fargli ritirare il dado quando sbaglia (ma non sempre!).
Questa è stata la mia ricetta, semplice ma vincente: spero possa essere utile anche a voi e ai vostri bambini!
Buon gioco
Liga