Tra le varie presentazioni programmate al GenCon, molti erano sicuramente curiosi di venire a conoscenza di dettagli riguardanti Cyberpunk v3.0: e non sono stati delusi, anche se la nuova versione si preannuncia piena di differenze rispetto a Cyberpunk 2.0.2.0.
Differenze alquanto sostanziali, che scavano un profondo solco tra le due edizioni: prima di tutto dal punto di vista meramente temporale: CPv3 si svolge una ventina di anni dopo CP2020, subito dopo il termine della Quarta Guerra Corporativa, che ha letteralmente sconvolto il pianeta Terra.
E non lo dico solo per fornire un effetto pi¨ coreografico: la Rete Þ caduta, e la civiltÓ Þ collassata completamente in seguito ai massicci bombardamenti con armi nucleari tattiche e colpi dei satelliti orbitali corporativi.
La stessa Night City non ha avuto gran fortuna, dato che uno degli assalti ha attivato un’arma di difesa situata nella Arasaka Tower, con conseguenze che si possono solo immaginare. Distruzione che Þ stata seguita per? da una fase di ricostruzione, ad opera di un virus nanotecnologico che ha convertito i materiali grezzi in strutture alte 400 metri. Si dÓ il caso, per?, che il virus ad un certo punto sia mutato continuando ininterrottamente nel suo sforzo di costruire: come risultato la cittÓ Þ cresciuta oltremisura, e continua ancora ad espandersi. Il peggio Þ che quando vengono esauriti i materiali da costruzione da convertire, vengono utilizzate quelle giÓ disponibili – magari solamente un p? pi¨ vecchie – ed ecco che un edificio crolla senza preavviso in modo da fornire i materiali da usare ai confini.
Se la situazione a Night City non Þ delle migliori (ma non lo Þ mai stato, neanche lontanamente, nel puro spirito di CP), anche fuori dalla metropoli i sopravvissuti non se la cavano granchÞ bene, divisi in nuove e diverse categorie.
Abbiamo cosý i Corporemetal, discendenti dei cyborg “completi”, con cervelli artificiali usciti da vasche di crescita e impiantati alla nascita nei corpi metallici, che sono immuni dalla cyberpsicosi e possono cambiare corpo a seconda delle loro necessitÓ.
I Desnoi invece vivono in parchi a tema isolati dal resto del mondo, serviti da avanzati meccanismi artificiali miniaturizzati dalle forme geometriche.
I Ghost sono invece coscienze disincarnate appartenenti agli abitanti delle cittÓ sotterranee, che si sono ibernate e neuro-connesse alla Rete (o a ci? che ne rimane, presumo): possono downloadare le loro personalitÓ in computer sufficientemente potenti.
Non mancano le creature anfibie, originate dalla bioingegneria: i Reef, che vivono in cittÓ sottomarine sul fondo delle placche continentali. Dotati di grande forza fisica, spesso vanno in cerca di avventure in superficie.
E di sicuro non saranno assenti i tradizionali personaggi di CP2020, anche se probabilmente verranno “incattiviti” per restare al passo con gli immani sviluppi del loro mondo.
Prendendo in considerazione questi elementi come una probabilissima anteprima di ci? che troveremo in CPv3, viene immediatamente da chiedersi quanto sia “cyberpunk” questa nuova edizione. Sembrebrebbe infatti chiaro che l’ambientazione si sia allargata da quello che poteva essere definito come il “cyberpunk classico” ad un nuovo concept che include, oltre al cyberpunk, una massiccia parte di temi post-apocalittici. Alcune idee sembrano interessanti e possono suscitare curiositÓ, ma d’altra parte Þ possibile che CPv3 porti con sÞ il rischio di apparire come “qualcosa di completamente diverso”.