L’Araldo della Apocalisse è a Lucca!!! E contrariamente a quanto affermano i più diffusi testi religiosi è una persona simpatica e disponibile, che ha parlato a lungo su come diventare Game Designer…
Ma andiamo con ordine, l’Araldo dell’Apocalisse, alias Alessio Cavatore, ha cominciato la conferenza parlando del ruolo di Game Designer e di come si diventa tale.
Il punto zero, ovvero la premessa a quanto segue, è che diventare Game Designer è molto difficile. Le grandi aziende, le multinazionali (come la Games Workshop o la Hasbro) hanno solo 4 o 5 persone che occupano questa carica, e considerando che le “grandi aziende” si contano sulle dita di una mano, tirate voi le somme. Sono necessarie quindi una grande forza di volontà, e la consapevolezza che i risultati arriveranno (se ci saranno) solo dopo molti sforzi.
Il primo fondamentale, forse quello più importante ma spesso trascurato, è un’ottima conoscenza della lingua inglese, specialmente scritta. Un Game Designer deve per forza rapportarsi con strutture e mercati esteri, per cui la capacità di comunicare le proprie idee è imperativa. Alessio ha precisato più volte l’importanza della forma scritta, consigliando a chiunque aspiri a migliorare la propria capacità di trasferirsi per un periodo in inghilterra, per affinare i propri skill.
Altro fattore importante è la conoscenza del prodotto, ovvero non ci si inventa Game Designer dal nulla: è necessario conoscere bene l’oggetto che si tratta e il mondo attorno a questo. Qui il consiglio è sicuramente più piacevole, ovvero giocare, giocare e ancora giocare, meglio se spaziando tra i vari generi, per ottenere una conoscenza del mercato e dei prodotti che piacciono. Ovviamente il rischio di confondere i generi è presente, e qui raccomanda di stare attenti, di ricordarsi che ci sono ambienti diversi che tali devono rimanere.
Ultimo punto, è che è molto più facile diventare Game Designer se già lavori all’interno di una ditta di giochi. Le ditte di giochi, ha spiegato, sono comunque ambienti piccoli, per cui ci si conosce tutti. Quando Alessio ha cominciato questo lavoro era traduttore per la GW Italia, che aveva lo studio a Nottingham. Durante il suo lavoro ha conosciuto tutte le persone che ricoprivano ruoli chiave nell’azienda, ha giocato con loro e ha avuto modo di farsi conoscere, di far conoscere le sue idee e le sue capacità. E’ stato quindi naturale che, quando è servito, si sono riferiti a lui per coprire una carica che aveva dimostrato essere in grado di gestire.
La conferenza è finita con una promessa, ovvero che il prossimo anno a Lucca, Alessio tornerà e verrà organizzato un mini corso di venti persone sul lavoro di Game Designer. Che dire, io personalmente aspetterò altre info da Lucca con trepidazione 😀