La mutazione del mercato è senza ombra di dubbio un argomento affascinante e di difficile comprensione, specialmente per chi (come il sottoscritto) non è un esperto di economia e può solo constatare come il costo di ogni bene tenda ad aumentare vertiginosamente… Anche quello dei giochi…
Nel rapporto finanziario che la multinazionale Games Workshop ha pubblicato a inizio giugno, si evince che finalmente la storica società ha mutato il suo andamento negativo che proseguiva ormai da tre anni e che ha portato alla chiusura di molti punti vendita (ufficiali e non) e diverse fabbriche.
Gli incassi in tutto il mondo sono leggermente saliti dai 109,5 milioni di sterline dell’anno fiscale 2007 ai 110.3 milioni del 2008. La profittabilità è anch’essa aumentata, passando da una perdita di 3.48 milioni di sterline nel 2007 fino ad una perdita di 740.000 sterline nel 2008.
La compagnia ha ottenuto un profitto di 446 mila sterline (senza contare eventi speciali).
Tra i meriti di questa ripresa figurano il mercato dei modelli in resina della Forge World (dai 2.1 milioni di sterline a 2.7 milioni) e della divisione editoriale Black Library (da 2.2 milioni a 2.8 milioni di sterline).
Ultimo fattore che entra in gioco proprio poco prima del rilascio del rapporto è l’enorme riduzione dei costi grazie alla cessione della Sabertooth Games e dei diritti di pubblicazione alla Fantasy Flight Games.
Considerando che i manager responsabili di queste manovre sono stati ridistribuiti nelle nazioni che ancora devono riprendersi e che il programma di riduzione costi è ancora in atto, c’è da aspettarsi che il periodo continui ad essere favorevole anche per il prossimo rapporto finanziario.
Ed ecco che arriva la doccia fredda del consumatore che non si capacità di come a fronte di un buono stato economico possano giungere notizie come queste. In questo annuncio, leggiamo che a causa di diversi fattori indipendenti dalla volonta della Games Workshop ma imputabili all’andamento di tutta l’economia globale, il prezzo delle miniature in metallo e di altri prodotti come i manuali o i materiali di pittura salirà a partire dal 29 settembre.
In questa nota che è stata fatta circolare nel circuito degli aquirenti e dei venditori, sono riportate nel dettaglio le motivazioni (prezzo del carburante, del trasporto, dello stagno etc) e soprattutto il dispiacere della GW stessa che si proclama più e più volte vittima del mercato globale al pari dei consumatori.
In tutte le comunicazioni è comunque specificato a chiare lettere che il prezzo dei pezzi in plastica non subirà alcuna variazione, almeno fino a quando non saranno “costretti” a farlo.
La notizia di per se stupisce fino a un certo punto, non è di molto tempo fa l’annuncio dell’aumento dei pezzi in metallo di Privateer Press. Ciò che spaventa sono le voci di corridoio che parlano di un aumento minimo dei prezzi GW del 25%.
E come abbiamo già imparato in passato, i prezzi di GW diventano i termini di paragone per tutte le altre società, sia per chi si professa più economico che per chi produce pezzi di maggiore qualità che sono naturalmente più costosi.
Come detto a inizio articolo, non sono un esperto di economia e a malapena capisco il motivo per cui il pane o le patate costano il triplo di 4 anni fa, figuriamoci comprendere l’aumento dei costi di lavorazione e trasporto del piombo o dello stagno. Ma nell’osservare l’irritazione dei consumatori che (come in tutti gli altri settori) si proclamano truffati e annunciato inutili ritorsioni, è triste constatare che i problemi a cui cerchiamo di non pensare mentre pratichiamo i nostri hobby in un modo o nell’altro ci raggiungono.
Anche questo fa parte della globalizzazione ludica.
(e speriamo che le inesauribili foreste tedesche non si esauriscano mai, o assisteremo alla rivolta dei boardgamer…).