venerdì 15 Novembre 2024

La guerra è un pranzo di gala… con 1-48 combat – Intervista a Stefano Cavané

Durante Dadi.com, mentre lo intervistiamo sul suo gioco di miniature sulla seconda guerra mondiale, Stefano sembra davvero uno stilista di moda prestato ai wargame. E di stile le sue ambientazioni ne hanno davvero parecchio. Provate a immaginare il film “Il nemico alle porte” trasformato in uno skirmish della battaglia di Stalingrado, in cui il rigore storico per uniformi e armamenti viene coniugato a una forte caratterizzazione cinematografica dei personaggi…


Il gioco è praticamente una novità (uscito a settembre 2009, è stato presentato prima di Dadi.com solo a Lucca Games) e si basa su un regolamento di una sola pagina, che è scaricabile dal sito di 1-48 Combat.


L’intera audiointervista è disponibile qui tra i nostri file.


In sostanza, il progetto 1-48 Combat consiste in una serie di blister, ognuno dedicato a una singola miniatura. Attualmente sono disponibili sei soldati tedeschi e altrettanti soldati sovietici. Ma è il contenuto del blister a rappresentare la vera novità, poiché non si limita al solo figurino. Va precisato che Stefano Cavané lavora su questo progetto insieme a Baueda (produttore italiano di “scenici” per wargame riconosciuto come uno dei protagonisti del settore) ed è per questo che in ogni blister, insieme a uno splendido figurino in metallo bianco (spesso anche dotato di testa alternativa), è presente un bell’elemento scenico in resina specifico per il personaggio rappresentato, la cui base può essere inserita in un apposito alloggiamento in modo da creare un pezzo unico da esposizione. In ogni blister sono inoltre forniti altri accessori di gioco, tutti in metallo, come monete per tenere il conto dei punti azione, indicatori di fuoco di soppressione e di opportunità, un proiettile in metallo da usare come marcatore della ferita subita e una carta plastificata a colori con tutte le caratteristiche del personaggio (ovviamente double face, in modo da gestirne la riduzione in caso di ferita).


Comune denominatore del tutto… l’altissima qualità della componentistica che ha l’obiettivo di mettere d’accordo i giocatori di wargame con i modellisti!


Stefano Cavané non è affatto nuovo del settore. È uno scultore di miniature affermato e tra le sue numerose esperienze può citare alcuni pezzi per Mindstalker (sistema italiano di miniature storico-fantasy) e i soldatini in metallo per Operation Overlord, il sistema di seconda guerra mondiale di Massimo Torriani.


Con 1-48 Combat, Stefano ha cercato di disegnare un progetto wargamistico in grado di soddisfare più fasce di utenti. Un prodotto che risulti facile fin dal primo approccio, divertente nella pratica e appagante dal punto di vista estetico. Molto candidamente, mentre veniva intervistato in un contesto come Dadi.com (pieno di appassionati e associazioni che fanno del rigore storico una ragione di vita!), Stefano afferma che ha iniziato ad appassionarsi alla seconda guerra mondiale giocando a videogiochi come Call of Duty. Ha poi deciso di sublimare gli stessi meccanismi in un gioco storico di figurini in cui lo scontro tra il bene e il male (i buoni e i cattivi) fosse talmente caratterizzato da assorbire l’attenzione del giocatore e coinvolgerlo nell’ambientazione in cui viene inserito.


In questo modo, 1-48 Combat suscita tanto l’interesse dell’appassionato di storia quanto la curiosità di chi non è avvezzo ai giochi di simulazione di guerra, tipicamente quei giocatori più giovani che trovano nei videogiochi la principale fonte della loro esperienza ludica.


L’approccio “cinematografico” al wargame si sostanzia così nella creazione di veri e propri personaggi, rappresentati da figurini abbigliati con molto “stile” e in pose assai d’effetto, e inseriti in contesti fortemente tipizzati, come quello fornito dal disperato tentativo sovietico di arrestare l’avanzata germanica per le vie di Stalingrado.


Stefano garantisce che con le uscite successive non presenterà mai pezzi sempre più forti (meccanismo tipico dei collezionabili che così tentano di mantenere la fidelizzazione dei propri utenti). In questo senso, 1-48 Combat non vuole essere un collezionabile e se i modelli successivi dovranno essere acquistati sarà per la loro qualità e bellezza e non per la loro invincibilità.


Dalle parole di Stefano risulta evidente che nei suoi progetti Stalingrado rappresenta solo una delle ambientazioni per il suo sistema di gioco, ambientazione comunque destinata a espandersi con le prossime uscite.




Per il 2010 sono previste due novità. La prima riguarda una terza “fazione” (su cui però ha voluto mantenere il “più stretto riserbo”) con cui permettere lo sviluppo di 1-48 Combat anche come sistema multi giocatore.


L’altra novità è relativa all’impegno di Baueda nella produzione delle “coperture totali”, pezzi appositamente realizzati per questo sistema e, a quanto sembra, progettati con logica modulare in modo da consentire la costruzione personalizzata degli elementi scenici.


Una notizia che siamo riusciti a strappare è che i prossimi scenari di combattimento saranno ambientati in Francia e fuori intervista ci è stato detto che dovrebbero coinvolgere anche figurini di partigiani.


Il prezzo dei blister, non proprio economico, è stato bilanciato tenendo conto che se esiste una certa disponibilità degli appassionati a spendere anche cifre notevoli per una singola miniatura di metallo, d’altro lato sono molti i wargamer che riproducono la seconda guerra mondiale usando figurini di plastica; anche se ovviamente non è stato possibile prescindere dalla quantità di materiali in metallo e resina presenti in ogni confezione.


All’estero 1-48 Combat sta crescendo man mano che gli appassionati si rendono conto della componentistica presente in ogni blister, con una particolare attenzione prestata dal mercato francese anche grazie all’evidente prossimità del progetto con sistemi quali Confrontation e AT-43.



Al termine dell’intervista, abbiamo provato il sistema. Il gioco gira bene, è realmente semplice e tutto il materiale necessario è fornito nei blister (tranne dadi e righello). Essendo uno skirmish con armi a distanza, lo sviluppo della partita rischia di soffrire un po’ dello stallo dato dalle coperture ma questo sicuramente è superabile inserendo obiettivi di missione all’interno della partita. Il colpo d’occhio è notevolissimo perché le ambientazioni in resina permettono di creare un vero campo di battaglia in un piccolo spazio rispondendo così a quello che, come vedremo anche in altre interviste, sembra essere diventato il cruccio di molti autori di wargame: fare giochi semplici, veloci e che richiedano poco spazio per essere praticati ma che al contempo appaghino l’occhio e la natura simulativa del wargame!


Ringraziamo per l’intervista Stefano Cavané e gli facciamo i nostri migliori auguri a per il successo del suo progetto!


Potete ascoltare l’intervista completa clicckando qui.

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