L’intrigante progetto di un gioco di carte in cui le azioni vengono riprodotte da una consolle, per quando parodia asimoviana dell’idea di gioco avveniristico, è risultato di buona realizzazione.
La consolle era la Playstation 3, il gioco era con le carte (collezionabili), un tappetino ed una telecamera puntata sul tavolo alla quale doveva parte del proprio nome.
Ma quello era il passato.
Oggi Eye of Judgment è votato alla mobilità, passando alla versione per PSP, senza carte, senza tappetino e senza telecamera. Rimane la collezionabilità.
E’ il futuro, non capirlo sarebbe da ottusi.
Eppure tanto futuro un po’ ci ottunde; perché fatto così il gioco, con le carte virtuali da collezionare vincendole, scambiandole o comprandole, tende a somigliare ad un Pokemon qualsiasi. Questo senza tener conto dell’idea che potrebbe sorgere riguardo la ricerca per tenere in vita un gioco che subisce la parabola discendente dei giochi collezionabili.
Rimane comunque intatta la validità di un titolo che molto ci impressionò all’epoca della sua uscita e che al momento ci perplesse per una frase della presentatrice “in effetti potreste giocarlo come un normale gioco di carte: solo con le carte, senza la consolle“… viveva troppo nel passato.