Apparentemente siamo di fronte al nuovo titolo della Amigo a firma Reiner Knizia, in realtà siamo di fronte alla realizzazione pratica della teoria di produzione ludica di Knizia. Edita dalla Amigo.
Jager und Sammler è di fatti poco più che il figlio (o meglio il fratello) di Zombiegeddon, utilizzando la stessa meccanica Knizia ancora una volta sfrutta il trasformismo d’ambientazione, moltiplicando la propria opera (vedi Kingdoms e Beowulf). Un pò come se Leonardo avesse fatto, dopo la Gioconda, una Gioconda versione regale, una punk, una con un bel ciuffo emo… e perdonate il paragone.
Questo, se da una parte rivela una meccanica funzionante (o presumibilmente tale), dall’altra inevitabilmente crea un netto distacco dall’ambientazione, relegandola a semplice “make-up“, tanto per colorare la scatola (o incrementare le vendite).
D’altro canto questa è la convinzione di Knizia: massimizzare. Ricordiamo ancora la sua dichiarazione durante LuccaGames di un paio d’anni fa: “Se ideate giochi per hobby potete anche realizzarne quattro o sei l’anno, ma se lo fate per professione dovrete produrne almeno una ventina l’anno“, e per quanto geniale sia la mente del matematico Reiner l’unico modo per sostenere ritmi simili è in effetti quello da lui adottato: il trasformismo.
Vantaggio per le case editrici è che c’è Knizia in abbondanza per tutti, anche in caso il gioco che avrebbero voluto produrre fosse già stato edito da altri.