Un condannato per omicidio incarcerato nel 2002 (Wisconsin), Kevin T. Singer, aveva organizzato partite con il classico Gioco di Ruolo assieme ad altri carcerati. Tutto è andato avanti per un paio di anni, al punto che Singer ha anche scritto un suo modulo d’avventura di 100 pagine.
Nel 2004 però le guardie carcerarie hanno confiscato tutto il materiale. Motivo: Dungeons & Dragons spingeva i detenuti verso “gioco di ruolo di fantasia” (ma dai?) “ostilità competitiva, violenza, assuefazione a desideri di fuga e gioco d’azzardo” (letteralmente “…fantasy role playing, competitive hostility, violence, addictive escape behaviors, and possible gambling…“).
Il ricorso di Singer per riottenere il gioco è stato bocciato questa settimana dalla corte d’appello (non male, 5 anni per un ricorso simile, no?), con la motivazione che “la detenzione deve anche significare punizione” (“punishment is a fundamental aspect of imprisonment”).