E’ passata una settimana dalla seconda edizione di PLAY, dopo annunci, partite e rivelazioni proviamo a tirare le somme di quanto accaduto a Modena lo scorso weekend…
E’ difficile giudicare PLAY soffermandosi solo a quanto visto in questa edizione. Perfino chi l’ha vissuta come prima esperienza ludica lo ha percepito: PLAY 2010 non “solo” è stata la massima espressione di quello che un gruppo di associazioni può e intende fare per la diffusione della cultura del gioco, ma è stata anche il traguardo di anni di sforzi nella direzione giusta.
Per anni abbiamo partecipato alla crescita di ModCon, la convention “dei giocatori per i giocatori” popolata principalmente dai professionisti ludici di tutta Italia. Poi abbiamo assistito con timore, nel 2008, all’evoluzione nella forma fieristica, dove l’hardcore gamer ha potuto ancora una volta giocare per 12 ore a Warrior Knights anche se circondato da famiglie con carichi di bambini.
Se già la prima PLAY ci aveva impressionato per dimensioni e partecipazione, questa edizione ci fa vedere cosa avevano realmente in testa organizzatori ed ente fiera: un evento di ampio respiro, dove ci siano tavoli da gioco per tutti e dove gli editori stessi siano presenti con i propri stand sia per vendere che per creare un contatto diretto con il pubblico. Un’idea premiata da 18.000 visitatori in due giorni.
Ma quando parliamo di organizzatori a chi ci riferiamo? E’ il club TREEMME, che ha praticamente messo a disposizione dell’ente fiera il know how acquisito come organizzatore di convention ed eventi associazionistici. Il risultato è stata una fiera che, per quanto tale, forse ha orientato la logistica e il palinsesto più verso le necessità dei giocatori che di quelle degli operatori. Analizzando i singoli aspetti forse riusciremo a spiegarci meglio.
Gli ambienti sono stati divisi per aree tematiche (boardgame, roleplaying, miniature, videogame etc), il che ha portato ad avere un grande padiglione dedicato principalmente ai giochi da tavolo dove erano presenti i più importanti operatori del settore e dove si è riversata la maggior parte del pubblico nei due giorni, mentre il secondo padiglione, dedicato a ruolisti e wargamer, sembrava popolato principalmente dai fanatici di questi generi. E per quanto fosse pieno di elementi attrattivi (come scenari di sabbia dove far correre carri armati radiocomandati) questo ambiente non è mai riuscito ad attirare troppo pubblico casual. Se da un lato questa scelta ha reso la vita facile all’appassionato che aveva sempre “a vista” il gruppo di stand e tavoli da gioco che gli interessavano, dall’altro ha portato questi standisti a non poter “godere” della forza attrattiva del mercato boardgame, generando qualche malcontento.
Chi invece era interessato a giocarli, i gdr, e non a venderli, tutto sommato ha potuto godere di una certa tranquillità, apprezzando come il padiglione fieristico si sia rivelato idoneo a ospitare partite e tornei senza far sgolare i giocatori. Per i più “pretenziosi”, ovvero per chi aveva bisogno dell’assoluto silenzio per poter narrare le proprie gesta attorno al tavolo, vi erano delle apposite salette a vetri sparse lungo tutto il quartiere fieristico.
Rimaniamo in quest’area e parliamo del lato bellico dell’evento. I tavoli da wargame c’erano, erano ben allestiti e spaziavano dallo storico al fantascentifico. Probabilmente però quello dei wargame è stato il settore meno “fieristico” di PLAY: pochi stand commerciali e un palinsesto composto principalmente da tornei e dimostrazioni organizzate da club e volontari. Non che ricordiamo altri eventi dove il gioco in miniatura sia riuscito anche solo a pareggiare il successo dei giochi da tavolo, ma speravamo che la contaminazione di Dadi&Piombo attirasse parte del pubblico di Crema.
Che poi, a ben vedere, se non fosse stato per gli annunci nei mesi precedenti, nessuno o quasi si sarebbe accorto che all’interno di PLAY si stava svolgendo una piccola Dadi.com, scarsamente segnalata e pubblicizzata.
Cosa dire del padiglione dei boardgame oltre quello che gia traspare dalle fotografie? Tanti, tantissimi tavoli da gioco incorniciati da imponenti stand che sfoggiavano (e consentivano di provare) le ultime novità. Tra spazio libero, area tornei, zona prototipi e i tavoli degli editori stessi c’era praticamente sempre occasione di sedersi e giocare. Fiore all’occhiello del padiglione, l’area riservata e allestita dalla LEGO che ha colto l’occasione per il lancio della nuova linea di boardgame costruibili.
Gli ospiti della fiera (autori di giochi e guest star come Francesco Moser) oltre alle attività in programma per l’iniziativa Gioca con l’Autore, sono stati per entrambi i giorni parte integrante del brulicante popolo dei giocatori. Se da un lato questa scelta ha creato la simpatica situazione per cui poteva capitare di sedersi allo stesso tavolo da gioco della ludoteca (curata da La Tana dei Goblin) con Friedemann Friese o Reiner Knizia, dall’altro non possiamo negare le difficoltà che noi come giornalisti abbiamo incontrato spesso nel cercare anche solo di fissare un appuntamento con uno di questi richiestissimi personaggi.
Visto che abbiamo toccato l’argomento, una segnalazione particolare la merita l’accoppiata Creatori di Divertimento–Terre Selvagge: quella che nelle altre manifestazioni si era gia contraddistinta come un’iniziativa interessante, qui a PLAY ha veramente fatto la differenza. Lo spazio denominato Giochi con L’Autore si è rivelato essere il centro nevralgico dell’avanguardia ludica. Spazio per presentare i prototipi, momenti di confronto con autori ed editori, tavole rotonde, seminari e tornei del circuito boardgame league. Praticamente un evento nell’evento, che con il suo personale palinsesto ha fatto la gioia di tutti coloro che vogliono approfondire i processi di creazione di un gioco e tastare il terreno di quello che ci riserveranno gli editori nelle loro linee di produzione.
A questo punto ci chiediamo se quello a cui abbiamo assistito sarà il format ufficiale delle prossime escursioni di Giochi con L’Autore o se questo di PLAY è stato l’appuntamento, per cosi dire, principe del calendario (realizzabile in queste modalità e dimensioni solo se doverosamente supportati dagli organizzatori della fiera). Sicuramente sarebbe piacevole vedere l’iniziativa ampliata a temi come i giochi di ruolo o i wargame.
Un accenno alle conferenze e al simposio che si è svolto durante PLAY: il valore dei contenuti esposti e discussi, praticamente dalla mattina alla sera, li lasciamo giudicare a voi anticipandovi che presto saranno disponibili per il download le riprese di tutto l’evento. Ci soffermiamo su altri due aspetti legati più all’organizzazione. Prima di tutto la comunicazione di questi incontri, di cui è stato possibile sapere qualcosa solo per chi si è documentato nei mesi prima dell’appuntamento ma sconosciuti a chi semplicemente fosse in visita per la fiera. Neanche un foglio in segreteria o un cartello nel grande corridoio centale per sapere che il fior fiore della cultura ludica si stava confrontando sopra le nostre teste. Secondo poi, la sala scelta per gli incontri era eccessivamente nascosta e scarsamente segnalata. Questo connubbio ha fatto si che “Playing the city” e “Il ruolo del gioco nella cultura” fossero (per scelta o per errore) eventi quasi distaccati dal resto della fiera.
La conclusione è che PLAY è stata realizzata con un impegno enorme e con la volontà di mettere assieme tanti aspetti diversi del mondo ludico. Veramente encomiabile lo sforzo degli organizzatori che hanno accolto e trovato spazio per tutte le proposte arrivate da quando si parla di PLAY 2010 (praticamente più di un anno), andando a creare probabilmente il palinsesto più variegato che una manifestazione di questo tipo possa aver mai offerto in Italia. Quello che può essere criticato è il fatto che sia mancata una visione d’insieme, l’impostazione da convention di cui parlavamo prima ha fatto sì che gli spazi e le proposte fossero ben divisi e riconsocibili, ma in diversi casi ha creato dei microuniversi a se stanti, il che ha scontentato qualcuno.
Concludiamo rinnovando i nostri complimenti al Club TreEmme, alla Tana dei Goblin e a tutti i club e le associazioni che hanno creato questo nuovo importante appuntamento nel calendario ludico italiano. Nei prossimi giorni vi aggiorneremo con nuove rivelazioni raccolte a PLAY, i video delle interviste che abbiamo condotto e i risultati delle nostre iniziative: Giocomaps, la mappa delle associazioni ludiche, e Gioconomicon Focus On.
Un sentito ringraziamento anche a tutti coloro che ci sono venuti a trovare allo stand, stay tuned on Gioconomicon.net.